Salute 8 Marzo 2016 17:58

Sanità italiana è donna e vive nel ricordo di Luana

Le donne sono il 70% del personale sanitario. Tra turni, demansionamenti e disparità, la storia-simbolo di Luana Ricca.
Interviste alla senatrice De Biasi, Presidente Commissione Sanità, e a Beatrice Mazzoleni, Segretario Nazionale IPASVI

Sanità italiana è donna e vive nel ricordo di Luana

Ci sono i numeri e c’è una storia. I numeri mostrano, in Italia, una sanità sempre più declinata al femminile. Nel nostro Paese ben due terzi del personale SSN è donna, il 75% quello infermieristico, il 70% quello amministrativo. Nonostante ciò, sono ancora troppo poche quelle che ricoprono incarichi dirigenziali all’interno delle strutture.


La storia, invece, è quella Luana Ricca, morta suicida a 38 anni lo scorso dicembre. Luana era un giovane chirurgo catanese, uno dei tanti cervelli in fuga, costretta ad andare all’estero per mettere a frutto le proprie competenze. Il peso della scelta, tra il vivere lontana dalla sua famiglia oppure tornare pur sapendo che i suoi studi e il suo talento non le sarebbero stati riconosciuti – come ha dichiarato suo fratello – l’avrebbero portata all’estremo gesto. Ma come Luana, ogni giorno migliaia di donne vivono il dramma, personale e professionale, di non riuscire a conciliare il lavoro e la famiglia, e di ricevere un trattamento economico inferiore ai colleghi uomini a parità di meriti e mansioni.

In questi giorni in cui ci si sofferma a riflettere sul ruolo femminile nella società italiana, sono due donne a prendere la parola ai microfoni di Sanità informazione, durante il convegno organizzato da Gimbe a Bologna nei giorni scorsi«Le donne sono la componente predominante in ambito assistenziale – afferma Beatrice Mazzoleni, Segretario nazionale IPASVI -. Ciononostante, i ruoli apicali all’interno delle strutture continuano ad essere per lo più appannaggio maschile. Questo è probabilmente dovuto anche agli impegni multitasking che caratterizzano il ruolo femminile all’interno della società».
Impegni multitasking la cui gestione non è certo facilitata dai turni di lavoro, e da una norma europea sugli orari e i riposi difficile da applicare nella realtà. «Il lavoro per turni è l’unico che garantisce al paziente una copertura h24 – continua Mazzoleni -. D’altro canto però i professionisti devono poterla gestire nel miglior modo possibile. Purtroppo i tagli, e quindi la carenza di personale sanitario rendono difficile applicare concretamente questa direttiva europea che tutela non solo i professionisti, ma anche i pazienti e la sicurezza delle cure».

Sulla necessità di ripensare il ruolo femminile, alla luce delle nuove esigenze della realtà sociale e professionale, è incentrato l’accorato appello della senatrice Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato: «Le donne devono fare squadra, appellarsi alla famosa solidarietà femminile. La società italiana è stata, per molto tempo, una società castale e molto centrata sulla figura maschile, ma pian piano le cose stanno cambiando, le donne iniziano a ricoprire incarichi dirigenziali nelle organizzazioni sanitarie. Oggi non viene più chiesto loro, per fortuna, di scegliere tra la maternità e la carriera per arrivare ai ruoli apicali, ma per le donne è comunque più faticoso. Credo fermamente che il potere oggi debba essere scisso dal genere ed improntato unicamente alla meritocrazia, sia essa maschile o femminile». E aggiunge: «C’è bisogno di un patto tra uomini e donne. Se le attività lavorative, domestiche e non, venissero equamente suddivise, il raggiungimento di ruoli di potere sarebbe più semplice».

Articoli correlati
Studio rivela quante cellule ci sono nel corpo umano
Le cellule del corpo umano sono così tante che contarle tutte è una vera e propria impresa. A intraprenderla, fornendo uno stima piuttosto credibile, è stato un gruppo di ricercatori del Max Planck Institute for Mathematics in the Sciences di Lipsia (Germania), in collaborazione con la McGill University (Canada), in uno studio pubblicato sulla rivista PNAS
Giornata salute donna, Fiaso e Sigo aprono 45 ambulatori ginecologici per le donne ucraine
A disposizione un numero verde con operatrice ucraina. Sono 50mila le rifugiate arrivate in Italia. Migliore (Fiaso): «SSN si basa su principio solidarietà: un dovere aiutare chi soffre». Colacurci (Sigo): «La ginecologia italiana al fianco delle donne ucraine»
Anaao-Assomed: «Femminilizzazione della professione medica è un valore per il SSN»
L’Anaao Assomed vuole, pertanto, esprimere un primo pensiero di vicinanza alle donne che curano, affermando i valori della vita e della pace, e a quelle, vittime di una follia senza giustificazioni
Trauma migratorio: la storia di Alma e delle altre donne che fuggono dalla guerra
In occasione della giornata internazionale della donna, Antoniano Onlus con il progetto SIMPLE dà voce a chi fugge da guerre e violenze e cerca rifugio in un’altra terra. Grazie agli psicologi dell’associazione Approdo, mette in campo strategie per costruire il futuro
Il primo ospedale Covid d’Italia si tinge di rosa. A Castel San Giovanni nasce l’ospedale delle donne
Cattadori (U.O. Qualità e Ricerca): «Abbiamo trasformato una grande difficoltà, come quella della gestione dell’emergenza Covid, in un’opportunità. Durante la pandemia era necessario continuare a garantire cura e assistenza in sicurezza e ci siamo attrezzati per farlo»
di Isabella Faggiano
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...