Salute 1 Luglio 2021 11:47

Asma, BPCO e malattie cardiache: Valle del Sacco peggio della Terra dei Fuochi. L’appello a Speranza

La presenza di polveri sottili oltre la norma, le temibili PM2,5, rende Frosinone e una parte della sua provincia ad alto rischio. La pneumologa Teresa Petricca: «Eventi ischemici aumentati del 67%, prevalenza di asma e BPCO oltre la media nazionale. Per questo stiamo sensibilizzando la popolazione». Silenzio da Regione Lazio e Asl. Il Registro Tumori ancora al palo

Asma, BPCO e malattie cardiache: Valle del Sacco peggio della Terra dei Fuochi. L’appello a Speranza

«La Valle del Sacco ha superato in pericolosità la Terra dei Fuochi. Non possiamo restare confinati nelle chiacchiere locali. Si parla di tante realtà devastate dall’inquinamento ambientale ma su noi invece solo silenzio. Mi appello al Ministro della Salute Roberto Speranza affinché ci ascolti». Sono le parole accorate di Teresa Petricca, specialista pneumologa e Responsabile Scientifico Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone e Provincia che ormai da anni denuncia insieme a tanti colleghi medici e alle associazioni del territorio le conseguenze dell’inquinamento dell’aria e del suolo che sta mettendo a repentaglio la salute degli abitanti della Valle del Sacco: siamo alle porte della Capitale ma in provincia di Frosinone, un territorio che si estende dall’estremo sud della provincia di Roma fino al capoluogo ciociaro e ancora più a sud.

Un importante distretto industriale, soprattutto chimico, ma con un sovraccarico di inquinanti che negli anni hanno contaminato aria, terreni e falde acquifere. Una vera e propria Terra dei Fuochi dimenticata dove però si continua a morire per il concentrato di polveri sottili nell’aria: non solo le PM10 ma soprattutto le più temibili PM2,5, elementi corpuscolati che una volta immessi in atmosfera vengono inalati e passano attraverso la trachea, le diramazioni polmonari, fino a passare la barriera alveolo capillare e diffondersi nel circolo sanguigno. Da qui raggiungono, nel giro di pochi minuti, tutti gli organi tra cui il cuore.

Una lotta lunga sette anni

«È dal 2014 che stiamo lottando – spiega Petricca -. Il primo incontro è stato occasionale. Eravamo quattro medici, amici da sempre: ci siamo visti in un bar e abbiamo cominciato a confrontarci sugli stadi clinici di tanti pazienti dei nostri ambulatori. Molti pazienti respiratori avevano un quadro di difficile trattabilità rispetto al passato di determinate malattie, come l’asma e la BPCO. Così abbiamo capito che qualcosa non andava e che dovevamo agire».

Petricca e gli altri colleghi medici hanno così preparato un questionario da diffondere nelle scuole, nei gazebo, per le strade. Con 3500 rispondenti, i dati hanno confermato i timori: una prevalenza di asma doppia rispetto alla media nazionale, tripla per la Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva. A complicare le cose, altre stranezze: la BPCO, malattia tipica dell’anziano, risultava interessare anche persone più giovani fino a 40 anni, mentre l’asma, una malattia a prevalenza infantile e giovanile, si manifestava in percentuale avanzata anche oltre gli 80 anni.

I risultati dello studio di Medici per l’Ambiente

«A questo punto, siamo andati avanti. Ci siamo resi conto che le centraline Arpa erano inadatte a segnalare la presenza di inquinanti: a Frosinone abbiamo un’unica centralina, troppo poco, che peraltro registra un valore medio giornaliero. Così abbiamo convinto giovani informatici a realizzare dei sensori speciali, ANCLER, che registrano gli inquinanti con intervalli di cinque minuti e grazie all’aiuto dell’amministrazione comunale abbiamo collocato questi sensori in 11 diverse zone delle città».

«Ciò che abbiamo rilevato alla conclusione dello studio è che nel periodo di osservazione 1 Ottobre – 30 Novembre 2020, gli eventi di cardiopatia ischemica acuta sono aumentati del 67% rispetto ad analogo periodo riferito all’anno 2019. L’anno 2020 ha registrato un abbassamento dell’età media di insorgenza degli eventi ischemici acuti rispetto all’anno 2019 passando da 70 anni a 63 anni. Nell’anno 2020 gli eventi acuti hanno interessato prevalentemente la parte bassa della città, dove l’accumulo di polveri sottili è risultato maggiore: 50% nel 2019, 70% nel 2020 come da indicazione delle centraline».

La campagna di sensibilizzazioni nei comuni del territorio

Tutto ciò avviene però nel sostanziale silenzio delle istituzioni, nonostante la Valle del Sacco sia il SIN, Sito di Interesse nazionale da bonificare, più grande d’Italia. «Purtroppo, siamo l’unica voce sanitaria che si sente in questo distretto. Dalla Regione e Asl solo silenzio. Stiamo cercando di fare qualcosa. Qui abbiamo i nostri cari, i bambini, abbiamo investito su queste zone. Eravamo una “terra felix” ed ora essere ridotti così fa rabbia. Vogliamo uscire da questo isolamento. Abbiamo fatto una marcia chiamata “marcia sul fiume”. Ogni 10-15 giorni ci siamo spostati per tutti i paesi sul fiume Sacco per informare la popolazione, le amministrazioni, le scuole, i centri sociali. Un percorso lungo da Colleferro fino a San Vittore. Alcune amministrazioni ci hanno seguito».

«Con le nostre centraline noi registriamo ogni cinque minuti i valori delle polveri sottili e sappiamo com’è la nostra aria nelle diverse zone dei comuni che hanno adottato questo metodo. Frosinone, Anagni, Patrica, Ferentino lo hanno adottato e altri paesi stanno seguendo. Per la salvaguardia della salute, la prevenzione primaria non sta nella diagnosi precoce, bensì nell’intervento sui fattori causali ambientali delle malattie, tra i quali si riconoscono le PM per l’inquinamento aereo».

I dati dei Medici per l’Ambiente si aggiungono a quelli dello studio Fast (Fertilità, ambiente, alimentazione, stili di vita), finanziato dal Ministero della Salute e condotto su ragazzi provenienti da territori ad alto impatto ambientale: Terra dei Fuochi, Frosinone e Brescia. Si proponeva di valutare la presenza degli inquinanti aerei e metalli pesanti nel liquido seminale dei giovani dai 18 ai 22 anni, non fumatori e non bevitori. «I primi dati indicano importanti rischi di infertilità nella popolazione giovane sana delle nostre aree che risulta più pericolosa di quella della Terra dei Fuochi», spiega ancora Petricca che si rivolge anche al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani.

Fermo anche il Registro Tumori

Ultima nota dolente, quella sul Registro Tumori e sui sistemi di sorveglianza. Perché nella Valle del Sacco si muore anche di tumore: un elevato numero di donne si ammala di cancro alla mammella pur senza fattori di rischio, in una forma più metastatizzante e meno rispondente alla chemioterapia. Nonostante la legge nazionale approvata ormai due anni fa, nel Lazio tutto risulta fermo. «La regione non l’ha mai attivato – conclude Petricca -. A questo punto abbiamo chiesto all’Asl il motivo e la risposta è stata che non avevano personale. Nove medici, me compresa, che lavoro in ospedale da 35 anni, si sono messi a disposizione gratuitamente nelle ore libere. Abbiamo provveduto a svolgere un corso di aggiornamento ad hoc, come indicato dall’Asl, ma ancora niente. Purtroppo, l’assenza del Registro Tumori ci ha escluso dallo Studio Sentieri».

 

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