Salute 29 Settembre 2021 13:24

Allarme suicidi tra gli adolescenti, la psicoterapeuta: «Il Covid ha amplificato problemi già esistenti»

«I casi di malessere sono molti di più, tanti non arrivano neppure in ospedale, ma si smorzano tra le mura domestiche o la scuola»

di Federica Bosco
Allarme suicidi tra gli adolescenti, la psicoterapeuta: «Il Covid ha amplificato problemi già esistenti»

È allarme suicidi di ragazzini in Lombardia. Dallo scorso 13 settembre ad oggi sono infatti 5 i giovanissimi tra i 12 e i 15 anni che hanno tentato di togliersi la vita. Pur non essendo emersi elementi di collegamento tra i vari episodi, è evidente che esiste un malessere che serpeggia tra i più giovani che deve essere attenzionato dalle famiglie e dalla scuola, come conferma Francesca Maisano, psicologa e psicoterapeuta della Casa Pediatrica del Fatebenefratelli Sacco.

«L’effetto Covid ha svegliato problemi già esistenti, prima camuffati – spiega Maisano, che evidenzia come il numero dei giovanissimi che si provoca ferite, lesioni o nei casi estremi cerca di togliersi la vita sia in aumento -. Al pronto soccorso, nel post pandemia, sono arrivati molti ragazzini che hanno aggredito i genitori, i coetanei o hanno compiuto gesti di autolesionismo. Quello che la pandemia purtroppo ha creato è l’emersione del problema a causa del fatto che si sono interrotte le relazioni».

Malessere in aumento tra i ragazzini

Sono circa il 30 per cento in più i ragazzi che nel post Covid hanno fatto emergere un malessere profondo. Un dato che per Maisano non corrisponde alla realtà, che sarebbe ben più grave: «I casi sono molti di più, tanti non arrivano neppure in ospedale, ma si smorzano tra le mura domestiche o la scuola, creando una sacca di malessere che, in casi estremi, poi può sfociare in episodi violenti, a volte mortali. Occorre perciò non trascurare la psiche dei giovani. Purtroppo, la vita frenetica ci porta a non ascoltare le grida di aiuto che i ragazzi, attraverso il corpo, lanciano. E così si perdono le occasioni per aiutarli».

Quei campanelli di allarme da non sottovalutare

È fondamentale dunque saper riconoscere nei gesti dei minori il loro malessere. «Preso atto che esiste il problema è necessario riconoscerlo – riprende la psicologa –. Rispetto ai tentativi di suicidio non esistono differenze, anche se le ragazzine di solito interrompono le relazioni con i famigliari, si chiudono in una sorta di mutismo, danno inizio al cosiddetto rito della cameretta e del bagno dove trascorrono molte ore in solitudine ed esprimono il loro disagio con attacchi al corpo e gesti di autolesionismo come tagli alle mani e alle braccia. I maschietti, al contrario, esplodono in gesti di rabbia che sprigionano aggressività nei confronti di altri coetanei. La sofferenza però li accomuna, pur agendo in maniera differente».

Una stanza per monitorare h24 gli adolescenti che tentano il suicidio

Quando accadono episodi di violenza fisica nei confronti di se stessi o di altri coetanei scatta l’intervento dello psicologo che prende in carico il minore per comprendere il male profondo che lo affligge. «L’iter è sempre lo stesso – racconta Maisano –, dal pronto soccorso vengono dirottati alla Casa Pediatrica. Qui sono presi in carico dallo psicologo e psicoterapeuta e, nel caso di tentato suicidio, indirizzati alla stanza appositamente allestita con telecamere e personale per monitorare questi ragazzi ventiquattro ore su ventiquattro».

«Tutti, seppur con storie molto differenti, sono accomunati da un grande desiderio di parlare, di essere visti perché il paradosso nasce proprio lì – aggiunge la psicologa -. In qualche modo è vero che l’adolescente attacca il proprio corpo, ma lo fa come una ricerca di attenzione e affermazione del proprio io. Quando ciò accade il corpo è come se diventasse un boomerang, prima registra il malessere e poi lo scaglia contro se stesso o contro l’altro che è causa della sofferenza».

Il ruolo dei genitori

Definiti gli ambiti del malessere è fondamentale appropriarsi delle emozioni che invece vengono lasciate fuori dai giovani. Il dialogo tra genitori e figli è il primo obiettivo che le psicologhe della Casa Pediatrica auspicano in una situazione di disagio giovanile così profondo. «Se durante la pandemia i genitori, nonostante una maggiore presenza, hanno ignorato il malessere dei figli, questo ha fatto sì che anziché lenirlo, l’ha amplificato e fatto esplodere. Per correre ai ripari è necessario coltivare le relazioni e soprattutto rappresentare al meglio la quotidianità ai ragazzi. Ricordiamo infatti che gli adolescenti sono spugne, assorbono ciò che vivono nell’ambito famigliare. Se tra i genitori c’è tensione, questo si ripercuote sugli adolescenti. In tal caso occorre prima di tutto lavorare sugli adulti, far comprendere loro che i gesti di autolesionismo e rabbia sono il preludio a qualcosa di più grande e molto grave. Anche un calo ponderale o un cambiamento nell’abbigliamento possono essere segnali da cogliere».

«Il mio consiglio è che i genitori prestino più attenzione ai ragazzi così come gli insegnanti. Se un alunno manca di rispetto, si mostra aggressivo, la nota disciplinare è corretta, ma non basta. È necessario che si percepisca il disagio. Il percorso di recupero di questi adolescenti dura in media un anno, al termine del quale il ragazzo arriva ad avere una maggiore comprensione del proprio caos interno, ma per costruire una identità poi è necessario proseguire il percorso ancora per qualche tempo».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Più di 4 ore al giorno sullo smartphone mette la salute degli adolescenti a rischio
Gli adolescenti che utilizzano lo smartphone per più di 4 ore al giorno hanno un rischio maggiore di sviluppare disturbi di salute mentale o di fare uso di sostanze pericolose. A far emergere questa preoccupante associazione è stato uno studio coreano pubblicato su Plos One
Medici, psicologi e infermieri: arriva il primo documento per supportare il paziente che chiede di morire
Per la prima volta in Italia, un tavolo di lavoro composto da psicologi, medici, infermieri, assistenti spirituali, bioeticisti, giornalisti e familiari si è riunito con l’obiettivo di garantire una risposta condivisa e multidisciplinare alla domanda del paziente che chiede di revocare, rifiutare o accedere al suicidio volontario medicalmente assistito circostanziato. L’esito di questo lavoro è disponibile gratuitamente sul sito dell’Ordine degli Psicologi del Lazio
Obesità: con semaglutide la metà degli adolescenti ritorna a un peso «normale»
Semaglutide, il farmaco per perdere peso diventato molto popolare, ha un'efficacia straordinaria anche negli adolescenti obesi. Un'analisi secondaria condotta nell'ambito dello studio STEP TEENS, presentata al Congresso europeo sull'obesità in corso a Dublino, ha dimostrato che quasi la metà degli adolescenti a cui è stato somministrato la semaglutide è riuscito a perdere abbastanza peso da scendere sotto il limite clinico per l'obesità
Tumori: per gli adolescenti la diagnosi arriva dopo 150 giorni
Centocinquanta giorni. Tanto ci può volere per arrivare ad una diagnosi di tumore, quando ad ammalarsi è un adolescente. A portare all'attenzione dell'opinione pubblica questo grave problema la Fondazione Umberto Veronesi che organizza da nove anni incontri di sensibilizzazione dedicati al mondo dei giovani, con il progetto nazionale #fattivedere
Long Covid, scoperti biomarcatori predittivi negli adolescenti
Uno studio del Cnr indica, nei giovani che si sono ammalati, nuovi e precoci biomarcatori, potenzialmente predittivi del Long Covid
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...