Voci della Sanità 31 Gennaio 2019 18:21

Carenza medici in Veneto, Leoni (Cimo): «Allarmi ignorati da anni. Ora, fatalità, non ci sono candidati ai concorsi»

«Chi è l’assassino del ricambio generazionale?» si chiede Giovanni Leoni, segretario regionale di Cimo Regione Veneto. Prendendo atto «con profondo sollievo» delle comunicazioni di questi giorni da parte delle Istituzioni come Ministero, Regione e AULSS del Veneto sulla carenza dei medici dipendenti e del personale, evidenzia però come le stesse istituzioni siano «da sempre preposte […]

Carenza medici in Veneto, Leoni (Cimo): «Allarmi ignorati da anni. Ora, fatalità, non ci sono candidati ai concorsi»

«Chi è l’assassino del ricambio generazionale?» si chiede Giovanni Leoni, segretario regionale di Cimo Regione Veneto. Prendendo atto «con profondo sollievo» delle comunicazioni di questi giorni da parte delle Istituzioni come Ministero, Regione e AULSS del Veneto sulla carenza dei medici dipendenti e del personale, evidenzia però come le stesse istituzioni siano «da sempre preposte alla gestione del personale».

«Come nei romanzi di Agatha Christie – continua Leoni – mi sembra però che manchi il colpevole. Forse è il caso di interpellare l’acuto detective Hercule Poirot, protagonista indimenticato di intere serie di gialli? – si chiede ironico -. Esiste in realtà, qui e là, un riferimento generico e lontano alla Programmazione Sanitaria, un ufficio evidentemente collocato in un eremo, isolato anche dai comuni mezzi di comunicazione, che da anni riportano allarmi di Sindacati, Ordini e Federazioni dei Medici sul problema del mancato ricambio generazionale dei medici, sull’imbuto formativo, sulla carenza di specialisti, sui 10.000 colleghi laureati ma non specializzati».

«Adesso – prosegue – come per magia si aprono i concorsi ma, fatalità, non ci sono i candidati, bisogna inventarsi una soluzione o interi reparti sono a rischio chiusura. Da una parte sono sollevato dalla presa di posizione di chi ha realmente il potere di cambiare le cose, dall’altra mi sembra evidente che qualche domanda sul perché siamo ridotti in questi stati, anno dopo anno, i cittadini comuni ai loro rappresentanti dovrebbero farla», conclude.

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