Nutri e Previeni 15 Novembre 2016 14:54

Diabete. Un aiuto dalla patata americana

Sembra che un aiuto per contrastare il diabete possa venire dalla patata americana, proprio quella dal gusto dolce. Nella buccia di questo tubero è infatti presente una sostanza, il ‘cajapo’, che sembra avere effetti benefici sia sulla riduzione del colesterolo sia della glicemia. Lo dimostrano vari studi scientifici, tra cui uno studio pubblicato nel 2016 […]

Diabete. Un aiuto dalla patata americana

patata americanaSembra che un aiuto per contrastare il diabete possa venire dalla patata americana, proprio quella dal gusto dolce. Nella buccia di questo tubero è infatti presente una sostanza, il ‘cajapo’, che sembra avere effetti benefici sia sulla riduzione del colesterolo sia della glicemia. Lo dimostrano vari studi scientifici, tra cui uno studio pubblicato nel 2016 sul British Medical Journal.

La parola all’esperta
“La patata dolce è una radice tuberosa appartenente alla famiglia delle Convolvulaceae, originaria dell’America del Sud. Non contiene solanina come le altre patate, appartenendo ad un’altra famiglia, anche se ne ricorda l’aspetto”, spiega Serena Missori, Specialista in nutrizione, endocrinologia e diabetologia, docente dei Corsi di Alta Formazione e di Formazione in Metodologie Anti-Aging ed Anti-Stress.

“La patata americana contiene carboidrati, fibre, vitamina A, vitamina C, potassio, magnesio, ferro e calcio, flavonoidi e antociani. In virtù dei costituenti si può dire a tutti gli effetti che ha potere antiossidante e anti-aging”. Questo tubero, sottolinea l’esperta, “ha ottenuto il punteggio più alto in una classifica sui vegetali più salutari grazie alla elevata concentrazione di principi attivi benefici anche nella buccia e può essere consumata anche cruda. E uno studio clinico ha dimostrato che il ‘cajapo’ riduce la glicemia, i valori di HbA1C (emoglobina glicosilata) e l’insulinoresistenza in pazienti affetti da diabete mellito di Tipo 2 dopo 5 mesi di assunzione giornaliera di 4g di cajapo”.

Si tratta dunque, conclude la nutrizionista, di “un alimento molto utile da consumare con frequenza per ottenere: un effetto antiaging, un effetto antiossidante, un miglior controllo glicemico, la riduzione di elevati valori di insulina, la riduzione dell’HbA1C ovvero del fenomeno chiamato glicazione enzimatica, un miglioramento della sindrome metabolica”.

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