Lavoro 6 Novembre 2020 12:53

“Liberare” i medici dal fare i tamponi. Fnopi: «Siano affidati agli infermieri, non agli Oss»

Fnopi si oppone all’ipotesi sottoposta alle Regioni di far effettuare i tamponi diagnostici agli Oss: «Non sono personale medico, sia fatto dagli infermieri». La stessa richiesta da Magi, presidente OMCeO Roma per liberare i medici. Consiglieri OMCeO Roma protestano: «Solo così si onora professione»

“Liberare” i medici dal fare i tamponi. Fnopi: «Siano affidati agli infermieri, non agli Oss»

L’effettuazione dei tamponi sia affidata agli infermieri, non a personale non medico. La carenza di personale sanitario non deve mettere a rischio la salute dei pazienti o generare contenziosi legali verso gli operatori sanitari. Fnopi (Federazione nazionale operatori sanitari) ha chiesto così alla Conferenza delle Regioni di sospendere l’eventualità che ad eseguire i tamponi per Covid-19 possano essere anche gli operatori socio-sanitari (Oss).

FNOPI: «NO TAMPONI A OSS»

La soluzione si ipotizza nel documento “Proposte per contrastare la carenza di personale sanitario e sociosanitario – Emergenza Covid-19”, sottoposto all’approvazione dei presidenti delle Regioni. L’opposizione di Fnopi, chiarita in un comunicato, parte dal fatto che, pur se essenziale per l’assistenza ai pazienti, «l’Oss per definizione e per legge non appartiene al ruolo sanitario ma al ruolo tecnico». In quanto «non laureata, per ora senza albo e senza obbligo di codice deontologico». Addetta a «coadiuvare gli operatori professionali in ambito sanitario e sociale, nello svolgimento delle sue attività si attiene alle indicazioni che da loro ricevono e il suo compito è, anche su indicazione e valutazione dell’infermiere, di svolgere attività che aiutino le persone a soddisfare i bisogni di base (alimentazione, igiene personale, cura di sé, mobilizzazione ecc.)».

Fnopi teme per gli eventuali danni fisici provati ai pazienti e la gravità del fatto che a fare i tamponi «non sarebbe personale sanitario e quindi non rientrando nemmeno nell’alveo della legge 24/2017 sulla responsabilità sanitaria, potrebbero creare nuove situazioni di contenzioso». Mettendo «così in difficoltà chi ne è responsabile e gli stessi operatori per i quali, non avendo assicurazione obbligatoria né essendo autorizzati a interventi di questi tipo sui pazienti, potrebbero configurarsi situazioni gravi sia dal punto di vista penalistico che civilistico».

PROPOSTO UN TAVOLO DI CONFRONTO CON LE REGIONI

«Alla luce del protocollo d’intesa già sottoscritto con Conferenza delle regioni – spiega Fnopi raggiunta da Sanità Informazione – abbiamo chiesto di aprire, sulla questione, un rapidissimo confronto con gli infermieri, che sono i professionisti che ogni giorno, da quando è iniziata questa pandemia, sono in prima linea nel garantire il più alto livello di qualità e sicurezza delle cure ai pazienti, anche nello svolgimento dei tamponi». «Nel documento le Regioni – proseguono – tra le altre cose, chiedono anche un miliardo per le assunzioni. Risulta imprescindibile il finanziamento per l’anno 2021 delle assunzioni straordinarie previste dai D.L.14, 18 e 34/2020 per un importo complessivo stimato di un miliardo di euro da ripartire tra le Regioni e Province Autonome per quota di accesso».

Nel tavolo di confronto, dunque, anche l’aspetto economico sarà oggetto di una discussione, a questo punto imprescindibile per un accordo, considerati anche i 30 milioni stanziati e previsti nell’ACN firmato dai medici di Medicina generale per l’esecuzione dei tamponi.

ANCHE MAGI APPROVA LA PROPOSTA

Alla proposta di affidare lo svolgimento dei tamponi di diagnosi agli infermieri si è aggiunto anche Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici e chirurghi di Roma. «In un momento così delicato della pandemia – ha detto – in cui c’è l’assoluta necessità di avere a disposizione più medici possibili, in parte per seguire i pazienti positivi al Covid che possono essere gestiti a casa e in parte per non lasciare soli i milioni di malati cronici, credo che i tamponi possano essere eseguiti anche dagli infermieri».

«I tamponi – ha proseguito – non sono un atto medico e come tali possono essere effettuati dal personale non sanitario adeguatamente formato se necessario. Credo che se dotassimo gli infermieri del kit e di tutti i dispositivi di protezione personale necessari avremmo tamponi eseguiti in sicurezza e medici liberi da un ulteriore carico di lavoro».

MAGI: «LIBERARE I MEDICI DAL FARE I TAMPONI PER PROVVEDERE ALLE CURE»

Il presidente ha sottolineato le difficoltà di lavoro per i camici bianchi, impegnati notte e giorno nella cura dei pazienti e a volte a questo sottratti dal dovere di effettuare test. «I medici sono allo stremo – ha insistito – oberati da un sovraccarico di lavoro. Sia i colleghi ospedalieri, che i medici di famiglia sulle cui spalle è ricaduto tutto il peso del monitoraggio domiciliare dei pazienti Covid. Conosciamo la situazione nelle strutture di Roma e della sua provincia in cui non abbiamo grosse criticità sui contagi, quanto piuttosto sulla capacità del Servizio sanitario regionale di accogliere tutte le persone che si rivolgono agli ospedali».

«Sia chiaro – ha concluso – che i tamponi sono utilissimi e vanno fatti in assoluta sicurezza. Però non essendo atto medico possono tranquillamente essere eseguiti da personale non medico che opera sul territorio. Un territorio rafforzato dalla professionalità di medici e di infermieri in modo da poter lavorare in sicurezza in equipe».

I CONSIGLIERI OMCEO ROMA CONTRO IL PRESIDENTE MAGI

Di fronte alle dichiarazioni di Magi, però, è arrivata la dura protesta dei consiglieri di OMCeO Roma e provincia Pierluigi Bartoletti, Foad Aodi, Stefano Canitano, Roberto Bonfili, Rosa Maria Scalise, Tonino Marsella e Giuseppe Imperoli. In un comunicato hanno fatto sapere di essere «esterrefatti dal parere dato “a titolo personale”» dal presidente.

«Non a nome del consiglio – hanno scritto – “liberate i medici dai tamponi, ci sono gli infermieri”, come a dire che gli infermieri sono carne da cannone o meglio da virus, mentre i medici sono “prigionieri” dei tamponi. In sintesi la sicurezza per i medici, per gli altri non sembra sia necessaria».

«Dichiarazioni simili – è scritto ancora – caratterizzano chi le fa, il significato è che è meglio la poltrona piuttosto che stare vicini ai cittadini alle prese con una gravissima situazione emergenziale. Ippocrate, il cui giuramento è ancora patrimonio della professione medica si sta rivoltando nella tomba. Nessuno ha mai chiesto un personale sacrificio a nessuno, i kamikaze non servono e non sono utili, sono utili professionisti, che sulla base della loro capacità professionale organizzano per i cittadini da cui sono legati da una scelta fiduciaria, un’attività di testing in grado di poter diminuire la circolazione del virus, snidando i soggetti asintomatici, non oggetto di restrizioni, che loro malgrado sono le persone che si vaccinano, che lavorano, che usano i mezzi di trasporto pubblici».

I CONSIGLIERI: «MEDICI COSÌ ONORANO LA PROFESSIONE»

«I medici, secondo questa singolare teoria dovrebbero attendere i malati in strutture “adeguate” come i Covid Hotel. Forse il Dr. Magi non sa il significato e l’uso di tali Hotel, in cui il personale ASL, le Uscar ed anche i colleghi specialisti ambulatoriali lavorano da tempo. Predica sicurezza, ma come la persegue? Facendo votare migliaia di medici a fine Novembre? I centinaia di medici di medicina generale e specialisti, insieme a decine di giovani medici appena laureati sono in prima linea da marzo per contrastare l’epidemia e lo hanno fatto entrando per primi nelle zone rosse».

«Oggi vanno a cercare Covid casa per casa – hanno concluso -. Nulla di speciale, pensano che solo così si onora la professione di medico con dedizione ed al servizio dei cittadini. Continueremo a farlo nonostante il parere del dottor Magi che forse si sente di rappresentare altri. Noi preferiamo esprimere valori di solidarietà e vicinanza mettendo in risalto come ad oggi l’impegno della stragrande maggioranza dei medici, sta consentendo, pur tra chili di carta, di garantire un supporto alla popolazione. Con fatica, anche timore, ma a testa alta e senza mostrare le spalle di fronte ad un’emergenza nazionale».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Rendere il territorio a misura di paziente cronico, la sfida di Sicop e Sumai. Magi: «Lavoro in équipe cruciale»
Al convegno dal titolo "Le nuove sfide del territorio nell'endemia post-Covid" anche il segretario FIMMG Silvestro Scotti, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri e il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato che spiega: «Il nuovo modello organizzativo dove coinvolgere gli specialisti ambulatoriali interni, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, le farmacie pubbliche e private convenzionate»
Giornata vittime Covid, Fnopi: «D’accordo con Schillaci, ora la priorità è investire sul capitale umano»
Tra gli infermieri 90 decessi e oltre 390mila contagi, per chi ha accompagnato fino alla fine  le persone colpite più duramente dal virus
Infermieri, Fnopi: «Soddisfatti per estensione a 8 ore del tetto dell’attività libero professionale»
La Federazione degli Ordini degli Infermieri: «Strada intrapresa è corretta, ora investire per nuove assunzioni»
Comparto sanità, Nursind sindacato con più iscritti secondo dati Aran
«Siamo il primo sindacato infermieristico e il quarto del comparto sanità. La nostra organizzazione non solo è in crescita, ma è anche sempre più un punto di riferimento stabile nel panorama sindacale del settore». Lo afferma Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, commentando i dati della certificazione della rappresentatività dell’Aran. Rispetto al triennio 2019-2021, il […]
Manovra, Guidolin (M5S): «Emendamento per inserire infermieri e OSS fra categorie usuranti»
«Contrariamente a quanto avvenuto durante il Governo Conte II, in questa legge di Bilancio le risorse destinate alla sanità sono insufficienti. Lavoreremo in Parlamento per migliorarla anche su questo aspetto» sottolinea la senatrice pentastellata
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

XVIII Giornata europea dei diritti del malato. Contro la desertificazione sanitaria serve un’alleanza tra professionisti, cittadini e istituzioni

La carenza di servizi sul territorio, la penuria di alcune specifiche figure professionali , la distanza dai luoghi di salute in particolare nelle aree interne del Paese, periferiche e ultraperiferich...
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...