Antonio Biondi, Vicepresidente dell’Ordine di Catania sulla Legge Gelli: «Allo stato attuale, un’assicurazione che riconosca che il medico non si è adeguatamente formato, potrebbe anche non riconoscere la sua assicurazione»
Nuovi profili di responsabilità sanitaria nella direzione di un miglioramento della prestazione per il medico e del servizio per il paziente. Obbligatorietà delle polizze assicurative per tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie. Queste le novità che porta con se la Legge Gelli che, dopo essere stata approvata alla Camera, in questi giorni è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Nonostante il dissolversi di alcuni dubbi, ancora qualche elemento rimane oscuro. I decreti attuativi risolveranno definitivamente tutte le incertezze? Lo abbiamo chiesto a Antonio Biondi, Vicepresidente dell’OMCeO di Catania.
«In realtà qualche dubbio rimane ancora – spiega il Vicepresidente – i nostri iscritti ci chiedono delle spiegazioni. Questa Legge, per certi versi, ha rivoluzionato tutto e siamo fiduciosi che questo contenzioso medico-legale possa risolversi. Io in prima persona, essendo un chirurgo, penso che finora c’è stato un grande danno sia per quel che riguarda la professione degli operatori sanitari, sia per i pazienti».
Il punto di forza della Legge, per citare le parole del relatore del Ddl Federico Gelli, sta nel «modello organizzativo di risk management». Infatti, secondo il responsabile sanità del Pd, se i professionisti impareranno attraverso la legge a prevenire il rischio, a lavorare sulla loro formazione scatterà una vera e propria rivoluzione culturale. In questa ottica, «la formazione è fondamentale – commenta Biondi – l’aggiornamento è un passaggio basilare. Io, come rappresentante dell’Ordine di Catania, posso dire con certezza che noi abbiamo creduto da sempre all’importanza della sfera formativa. A questo proposito, posso affermare che io reputo così importante la formazione che ritengo possa essere una buona idea cominciare già dall’università. Infatti penso che anche a livello di corsi di laurea, si debba mettere qualche insegnamento mirato affinché lo studente, il medico in formazione, infine il medico professionista, possa essere sempre più partecipe e consapevole della sua materia».
La Legge Gelli inoltre mette ulteriore accento sull’importanza della formazione che sta diventando anche requisito fondamentale per le assicurazioni che assumono un ruolo sempre più di primo piano per i medici. «Oggi anche a livello di contenzioso medico-legale – conclude il Vicepresidente dell’Ordine di Catania – un’assicurazione che riconosca che il medico non si è adeguatamente formato nel corso del triennio potrebbe anche non riconoscere la sua assicurazione e quindi il medico potrebbe incorrere in problematiche ancora più gravi».