Contributi e Opinioni 9 Aprile 2020 10:14

Il Servizio Sanitario torni nazionale: le Regioni hanno fallito

«Era il 2005 quando scrivevo in un editoriale per un quotidiano locale di essere tra quelli che fermamente erano (e lo sono ancora oggi) schierati in difesa del diritto alla salute dei cittadini e per una sanità sottratta alla morsa letale delle regioni e della politica locale clientelare con i suoi vassalli, valvassori e valvassini […]

di Vincenzo Musacchio, giurista e docente di diritto penale

«Era il 2005 quando scrivevo in un editoriale per un quotidiano locale di essere tra quelli che fermamente erano (e lo sono ancora oggi) schierati in difesa del diritto alla salute dei cittadini e per una sanità sottratta alla morsa letale delle regioni e della politica locale clientelare con i suoi vassalli, valvassori e valvassini riportandola nell’ambito esclusivo dello Stato con manager nominati da elenchi nazionali, primari i cui concorsi dovevano tornare nazionali con apposita idoneità e appalti gestiti direttamente dall’Autorità Anticorruzione Nazionale.

Si avrebbe una sanità pubblica migliore e si eliminerebbero in un colpo solo clientele, malaffare, corruzione politica e amministrativa. Avremmo i migliori per competenza e non per appartenenza politica. Il Covid-19 purtroppo lascerà dei segni nel nostro stile di vita e tra la priorità del nostro Governo, una volta fuori dal tunnel credo non possa non esserci la sottrazione del Servizio Sanitario dalle mani delle Regioni, perché hanno creato non poche criticità.

LEGGI ANCHE: GUARITI DA COVID-19, VINEIS (CSS): «RISPOSTA IMMUNITARIA DUREREBBE ALMENO 6 MESI, MA SONO SOLO OPINIONI DEI RICERCATORI»

Ritengo che occorrerà anche rimodulare la spesa pubblica: sanità, scuola e giustizia sono i settori su cui concentrarsi prioritariamente. Oggi sono in tanti a proporre una ricetta per sconfiggere la distruzione della sanità pubblica che, come un cancro in metastasi sta distruggendo il diritto alla salute suffragato dall’articolo 32 della Costituzione. Ciò che non riesco proprio a sopportare sono quei politici che si addossano il merito di aver portato la sanità sotto il controllo regionale e risanato in parte il deficit corrente. La sanità non è economia.

La verità, inoltre, è che il deficit c’è ed è rimasto invariato se non, in alcuni casi, addirittura aumentato con la conseguenza che questo sfacelo lo stanno pagando ancora una volta i cittadini più deboli e oggi se ne vedono i risultati devastanti e catastrofici. Come se non bastassero i molteplici tagli a ospedali e strutture ci danno il colpo di grazia finale. Le assurde politiche di riorganizzazione e i tagli indiscriminati oltre a non aver portato nessun beneficio economico, hanno già prodotto gravissimi danni, alcuni irreversibili, al sistema sanitario regionale.

Io non ho una ricetta completa per risolvere il problema, trovarla sarebbe compito dei politici e dei burocrati pagati da tutti noi profumatamente. Mentre aspettiamo che la politica decida, purtroppo la gente muore, le barelle invadono i reparti, le strutture non funzionano per mancanza di personale, molti settori restano monumenti allo spreco, gli operatori negli ospedali e sul territorio sono demotivati e sottoposti a turni di lavoro a dir poco massacranti e molti di loro stanno morendo sul campo di battaglia. Io partirei da una riflessione fondata sulla logica. Il servizio sanitario è definito nazionale perché deve avere un’organizzazione e un funzionamento uniforme sul territorio. Il diritto alla salute non dovrebbe cambiare se si è in Lombardia o in Molise. Quindi, finita questa pandemia, bisognerà trasferire il servizio allo Stato tornando al primato di una sanità pubblica di eccellenza come accadeva prima della riforma costituzionale. Alle Regioni sono state assegnate troppe funzioni, che svolgono spesso con scarso impegno e con confluenti interessi personali e clientelari. La situazione generale resta tragica e occorre trovare al più presto una soluzione almeno per raggiungere e garantire gli standard minimi di sopravvivenza. Si metta fine una volta per sempre alla polifagia di potere dei ceti politici locali che hanno continuato e continuano a violare il principio fondante dell’uniformità delle prestazioni sanitarie e della non contendibilità della salute come valore costituzionale indipendentemente dalla collocazione geografica dei soggetti richiedenti tutela sanitaria. Si faccia presto prima che i danni diventino irreparabili».

Vincenzo Musacchio, giurista e docente di diritto penale, dal 2018 associato della School of Public Affairs and Administration (SPAA) presso la Rutgers University di Newark (USA), presidente dell’Osservatorio Antimafia del Molise e direttore Scientifico della Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
Sanità italiana divisa a metà: 29 milioni di italiani in difficoltà con le cure
La sanità italiana sempre più divisa in due con ben 29 milioni di italiani che potrebbero avere serie difficoltà. Le performance sanitarie per il 2023 vedono infatti otto tra Regioni e Province autonome promosse, sette rimandate e sei bocciate. Sono i risultato del rapporto «Le performance regionali» del Crea Sanità, Centro per la ricerca economica applicata in sanità, presentato oggi a Roma
Medici e cittadini contro la deriva del Ssn: manifestazioni il 15 giugno nelle piazze e sciopero in vista
Fermare la deriva verso cui sta andando il nostro Servizio sanitario nazionale, con liste di attesa lunghissime per accedere alle prestazioni, personale medico e infermieristico allo stremo, contratti non rinnovati e risorse insufficienti per far fronte all’invecchiamento progressivo della nostra popolazione e dunque della crescente richiesta di cure per malattie croniche. E’ l’appello che arriva […]
SSN, Camera approva mozioni. Quartini (M5S): «Investire almeno il 10% della spesa sanitaria in prevenzione»
Il capogruppo pentastellato in commissione Affari sociali boccia le politiche sulla sanità del governo Meloni: «Continua definanziamento, almeno 8% del PIL vada a spesa sanitaria». E contesta il numero chiuso a Medicina
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Nasce l’Intergruppo Parlamentare “Innovazione Sanitaria e Tutela del Paziente”

L’Intergruppo punta in particolare a sviluppare strategie di programmazione sanitaria che integrino tecnologie avanzate, quali l’intelligenza artificiale e dispositivi medici innovativi, e...
Advocacy e Associazioni

HIV, è ancora emergenza: “Scarsa informazione, pochi test e tanto stigma”

Medici, Associazioni e Istituzioni, a pochi giorni dalla Giornata mondiale contro l’Aids, tornano a parlare di HIV per ridefinire l’agenda delle priorità. Presentato “HIV. Le ...
Salute

Uno sguardo alle patologie rare: storie di EPN

L’EPN è una malattia rara ancora poco conosciuta. Serve più formazione in questo campo. Ne parliamo con Antonella Sau, Ospedale Spirito Santo di Pescara, Giorgia Battipaglia, Azien...