Lavoro e Professioni 8 Settembre 2021 11:02

Domande sbagliate al test di Medicina, presentata interrogazione parlamentare. Messa: «Le annulleremo»

Sarebbero più di una le domande errate presenti nel test di ingresso alle Facoltà di Medicina che si è svolto venerdì scorso. In arrivo una valanga di ricorsi
Domande sbagliate al test di Medicina, presentata interrogazione parlamentare. Messa: «Le annulleremo»

Sono la 21 e la 23 le domande incriminate. La prima di logica, la seconda di biologia. Ma anche la numero 2, di logica, e la 28 sempre di biologia, risulterebbero ambigue. Parliamo del test di accesso alla Facoltà di Medicina, che si è svolto venerdì scorso in tutta Italia tra Green Pass non riconosciuti, polemiche e le irregolarità che puntualmente si verificano ogni anno. In più, quest’anno il numero di domande sbagliate o ambigue potrebbe essere non indifferente.

Domande sbagliate test Medicina, le segnalazioni al Ministero

Le prime segnalazioni sono arrivate dai ragazzi stessi sui gruppi social creati appositamente per la prova non appena sono state pubblicate le soluzioni. L’invito era quello di segnalare in massa al Ministero dell’Università le domande ritenute sbagliate. Ma bisogna fare in fretta: il form a disposizione dei candidati proprio per far presente inesattezze e irregolarità può essere compilato fino a domani.

L’interrogazione parlamentare di Tuzi

Col passare dei giorni, le contestazioni sono aumentate, tanto da spingere l’onorevole Manuel Tuzi (M5S), che da anni lavora ad una riforma del sistema di accesso alle facoltà a numero chiuso, a depositare un’interrogazione parlamentare alla ministra Maria Cristina Messa. La presenza di domande sbagliate al test di Medicina «sarebbe un grave problema per gli studenti – spiega in una nota -, che vedrebbero alterato il punteggio finale». Il tutto influirebbe quindi sulla graduatoria e sulla possibilità o meno di accedere al corso di laurea.

«Chi ha fatto il test sa bene che anche una differenza di 0,1 nel punteggio determina un cambiamento di posizione in graduatoria, quindi ha il diritto di avere risposte concrete – sottolinea Tuzi a Sanità Informazione -. È ovvio che se queste segnalazioni dovessero essere confermate comporterebbero una problematica importante e darebbero adito quindi ai ricorsi».

La ministra dell’Università: «Annulleremo domande sbagliate»

Sul tema in mattinata è intervenuta la ministra dell’Università Maria Cristina Messa, che ai microfoni di Radio Capital ha assicurato: «Devo riuscire a fare le graduatorie tenendo conto degli errori, annullando le domande sbagliate o comunque quelle che sono sotto verifica. E poi – ha aggiunto – vorrei incontrarmi con le commissioni che preparano i test, per riuscire a dare qualche cosa di un pochino meno debole per il prossimo anno».

Lo spettro dei ricorsi

«La toppa è peggio del buco», il commento di Massimo Tortorella, presidente del network legale Consulcesi, alle dichiarazioni della ministra. «Questo sistema di selezione – continua – ha fatto fiasco ancora una volta. Cosa si aspetta a riformarlo? Non possiamo permettere che a pagare siano ragazzi che investono energie, tempo e denaro per poter coronare il loro sogno e crearsi un futuro. Per questo, come ci stanno chiedendo, li tuteleremo attraversi i ricorsi».

Inutile sottolineare che, infatti, qualora venissero confermati gli errori nei test, una valanga di ricorsi sommergerebbe i tribunali amministrativi. In misura superiore rispetto agli anni precedenti. Consulcesi ad esempio, network legale che da oltre 20 anni assiste legalmente i ragazzi che non riescono a superare il test, sta monitorando attentamente la situazione e continua a raccogliere le segnalazioni di irregolarità cui hanno assistito i candidati in tutta Italia. Forte anche della sentenza del Consiglio di Stato che pochi mesi fa ha riammesso decine di ragazzi ai corsi di laurea.

Sono circa 60mila infatti i ragazzi che hanno sostenuto la prova da cui dipende il loro futuro: poco più di 14mila i posti a disposizione. Significa che circa un quinto non riuscirà ad entrare e dovrà iscriversi a un’altra facoltà in attesa di ritentare l’anno prossimo o intraprendere una strada completamente diversa.

 

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