Salute 19 Marzo 2021 17:17

AstraZeneca, Ciccozzi: «Rischiamo di replicare il caso Fluad, quando solo il 10% degli italiani si vaccinò contro l’influenza»

Nonostante il via libera di Ema ad AstraZeneca, Massimo Ciccozzi, ordinario di statistica medica ed epidemiologia molecolare all'Università Campus Bio-Medico di Roma, si aspetta un contraccolpo sulla campagna vaccinale

È passato un anno dallo scoppio della pandemia di Covid-19 che ha sconvolto il mondo. Grazie ai vaccini si intravede la luce in fondo al tunnel ma a far paura sono le varianti del virus, che complicano le cose. Tra tutte, quella inglese, più contagiosa, si sta diffondendo a macchia d’olio sul territorio nazionale. Il timore è che le mutazioni possano influire anche sull’efficacia dei vaccini.

A margine del corso promosso da Consulcesi Club “La funzione del rischio clinico”, il professor Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di statistica medica ed epidemiologica dell’Università Campus Bio-medico di Roma, fa luce sull’argomento.

«Le varianti in Italia sono tre e ben note: la brasiliana, la sudafricana e l’inglese che adesso sta prendendo il sopravvento – spiega -. Poi ce n’è una nuova, sequenziata da poco, ma credo si tratti più di un effetto di ricombinazione tra due varianti già conosciute».

Il virus muta e genera varianti. «È normale averle in casa»

Le varianti esistono perché il virus muta per potersi adattare a noi quanto prima: «Fa mutazioni in punti specifici della proteina Spike e genera varianti» precisa il professor Ciccozzi. I vaccini finora approvati hanno caratteristiche diverse ma un obiettivo in comune, stimolare gli anticorpi contro la proteina Spike. «Non è inusuale parlare di varianti – aggiunge – da febbraio ad oggi, tutto quello che stiamo vedendo è dovuto a una variante, chiamata 614dg. È normale averle in casa».

«AstraZeneca efficace al 25% sulla variante sudafricana»

I vaccini approvati o in fase di approvazione da parte delle agenzie regolatorie rispondono bene alle varianti del Sars-Cov-2? Sono in grado di proteggere in modo adeguato contro queste nuove forme? «I vaccini sono efficaci, chi più chi meno, su tutte le varianti – precisa il professore -. Quella sudafricana sembra che sia un po’ più aggressiva: Pfizer, Moderna, Johnson&Johnson, Sputnik V offrono oltre il 50% di efficacia su queste varianti. AstraZeneca si attesta intorno al 25%. Ma l’efficacia c’è» sottolinea. Ma indipendentemente dalle varianti, la vaccinazione contro il Covid-19 è importante «perché impedisce l’evolversi della malattia in forma grave e quindi un probabile decesso».

Il caso Fluad nel 2015. «Quell’anno si vaccinò soltanto un italiano su dieci»

Nonostante il via libera ad AstraZeneca da parte dell’Ema, considerato «sicuro ed efficace» e con benefici «superiori ai rischi», il professor Ciccozzi teme le ripercussioni sulle adesioni alla campagna vaccinale. Il blocco del siero anglo-svedese ha generato, infatti, diffidenza e confusione nei cittadini.

«Non molti ricordano il problema Fluad nel 2015 – evidenzia il professore -. Era un vaccino contro l’influenza A/H1N1 che, a causa di tre decessi in persone anziane, fu accreditato come un’arma micidiale. Chiaramente poi fu stabilito che non c’era un nesso causale ma solo nesso temporale; dopo il vaccino, le persone, purtroppo si sentirono male e ci furono decessi». Non c’era alcun nesso causale, però, «quell’anno – ricorda – si vaccinò soltanto un italiano su dieci, solo il 49% degli over 65. Per questo – conclude Ciccozzi – mi aspetto l’effetto boomerang; per evitarlo, serve una corretta comunicazione scientifica e non solo».

 

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