Specializzazioni 9 Dicembre 2014 19:41

Ex specializzandi ’94-2006: nuova vittoria da 25 milioni 

La Corte d’Appello di Roma, con la sentenza n. 1628, ha riconosciuto oltre 20mila euro all’anno per ogni singolo medico. E la prescrizione decorre dal 2017

Ex specializzandi ’94-2006: nuova vittoria da 25 milioni 

La prescrizione è ancora lontana e i medici danneggiati hanno diritto ad oltre 20mila euro per ogni anno di specializzazione, per un totale di oltre 25 milioni.

È quanto stabilito da una recente sentenza (la n.1628) della Corte d’Appello di Roma, che accoglie pienamente  le istanze dei medici specialisti ’94-2006 stabilendo per loro un risarcimento per la mancata adeguata retribuzione per gli anni di scuola post-laurea, prevista invece dalla direttiva europea 93/16. Il danno è quantificato nella differenza tra il trattamento concretamente percepito (incrementato della rideterminazione triennale) e quello riconosciuto soltanto dal 2007. Per quanto riguarda i termini di prescrizione, invece, questi decorrono a partire dall’emanazione dei decreti attuativi del 2007 e non dal D. Lgs. n. 368/1999. Ciò significa che il diritto non è prescritto sino al 2017.

La vicenda degli ex specializzandi risale agli anni ’80, quando furono promulgate le direttive europee 75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE che imponevano agli Stati membri di corrispondere il giusto compenso ai camici bianchi per gli anni di specializzazione in medicina. Nonostante l’obbligo sia entrato in vigore a partire dal 1983, i medici immatricolatisi ad una scuola di specialità tra gli anni 1982-1991 e 1994-2006 non si sono visti riconoscere il corretto trattamento economico. In particolare, i primi non hanno ricevuto alcun compenso, mentre i secondi sono stati privati della rivalutazione periodica, delle coperture previdenziali e assicurative e delle differenze contributive.

Questa mancanza da parte dello Stato italiano potrebbe gravare sulle casse pubbliche per diversi miliardi di euro, considerato che ciascun medico può ricevere una cifra che arriva fino a 180mila euro. La questione è da tempo già all’attenzione delle Istituzioni: in Parlamento sono stati infatti presentati, negli ultimi anni, diversi Disegni di legge volti a trovare una soluzione definitiva, cercando un equilibrio tra il rispetto dei diritti dei professionisti danneggiati e la necessità, per lo Stato, di contenere il più possibile le uscite.

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