Dalla Redazione 20 Maggio 2020 19:09

Cossolo (Federfarma): «Farmacie hanno dimostrato loro potenziale, ora siano più coinvolte nell’organizzazione del Ssn»

L’emergenza Covid-19 ha cambiato profondamente il modo di vivere, di lavorare, di apprendere, di accedere ai servizi, compresi quelli sanitari, di rapportarsi con gli altri. Molti di questi cambiamenti necessariamente si stabilizzeranno nella Fase 2. Vivremo in una società meno mobile, almeno per alcuni mesi: lavoro, scuola, sanità, pubblica amministrazione e organizzazione sociale in genere, […]

di Marco Cossolo, Presidente Federfarma

L’emergenza Covid-19 ha cambiato profondamente il modo di vivere, di lavorare, di apprendere, di accedere ai servizi, compresi quelli sanitari, di rapportarsi con gli altri. Molti di questi cambiamenti necessariamente si stabilizzeranno nella Fase 2. Vivremo in una società meno mobile, almeno per alcuni mesi: lavoro, scuola, sanità, pubblica amministrazione e organizzazione sociale in genere, dovranno avvalersi di innovazione e tecnologia in maniera ben più intensa di quanto fatto finora. Inevitabilmente cambierà anche la farmacia, la cui evoluzione, in atto da tempo, ha già subito una rapida accelerazione a causa dell’emergenza.

In questi mesi la farmacia ha confermato di essere una struttura essenziale del Ssn, ha fatto prevenzione per evitare i contagi e ha evitato accessi impropri ai pronto soccorso. Si è rapidamente organizzata a tutela dei cittadini, anche tramite consegne domiciliari a fragili e anziani. È pronta per essere integrata maggiormente nella rete di assistenza sul territorio, per una sanità più adeguata alle esigenze di una popolazione che invecchia.

In particolare, durante l’emergenza Covid-19 sono emerse pratiche positive che sarebbe opportuno mantenere in futuro. Per esempio, con l’obiettivo di evitare spostamenti pericolosi per la diffusione del virus, le Regioni hanno ampliato la distribuzione attraverso le farmacie di molti farmaci che precedentemente erano distribuiti tramite le strutture pubbliche. È necessario che questa modalità di distribuzione, sollecitata anche dai cittadini e da Cittadinanzattiva, rimanga prassi corrente finita l’emergenza, perché è una modalità distributiva controllata, riduce gli sprechi, agevola il monitoraggio dell’aderenza alla terapia da parte del farmacista, facilita i malati e le loro famiglie.

È necessario attivare in maniera omogenea sul territorio i servizi, resi possibili dalla informatizzazione e dalla telemedicina: in tal modo l’assistenza sanitaria può essere sempre più diffusa sul territorio, riservando gli ospedali ai malati con acuzie, come da tempo previsto da vari provvedimenti, rimasti ancora sulla carta.

Con le stesse modalità e gli stessi strumenti e facendo leva sulla loro capillarità, le farmacie potranno, inoltre, essere coinvolte nelle attività di prevenzione della diffusione del virus (effettuazione di test e screening di prevenzione) e di supporto ai pazienti colpiti da Covid-19 trattati in regime di assistenza domiciliare (consegna di medicinali e altri presidi e verifica dell’andamento delle terapie, a supporto dei medici).

Con un maggiore coinvolgimento della farmacia nell’organizzazione del servizio sanitario, si otterranno vantaggi per la salute dei cittadini, per i cronici che possono curarsi a casa, ma anche per la sostenibilità economica del Ssn.

 

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