Sanità internazionale 31 Agosto 2021 12:40

C.1.2, la nuova variante dal Sudafrica è preoccupante?

Emersa da poco, l’OMS non l’ha ancora qualificata come “variante di interesse” ma è un’osservata speciale. Perché? Alcune mutazioni che contiene somigliano a quelle della Delta

C.1.2, la nuova variante dal Sudafrica è preoccupante?

Una nuova variante individuata in Sudafrica sta facendo discutere gli scienziati di tutto il mondo. L’allerta è alta in quanto, mentre si tenta di correre più veloce del virus con i vaccini, si temono nuove varianti resistenti. La C.1.2 è stata segnalata lunedì dall’Istituto nazionale per le malattie trasmissibili del Sudafrica, presente in ogni provincia del Paese per quanto ancora a livelli bassi.

La prima individuazione è stata fatta a maggio, anche se la variante Delta resta comunque quella dominante per ora. Ma C.1.2 da allora non è stata trovata solo in Sudafrica ma anche in sette paesi tra Africa, Europa, Asia e Oceania. La diffusione, come abbiamo spiegato, è ancora molto bassa. Ma allora perché preoccuparsi?

Le varianti di interesse

L’attenzione su questo ceppo di Sars-CoV-2 è dovuta a una serie di mutazioni che il genoma della variante contiene, simili a quelle osservate in altre varianti che poi sono state classificate come “di interesse”, tra cui la Delta. In ogni caso per ora questa classificazione non è arrivata dall’Organizzazione mondiale della Sanità.

“Variante di interesse” o di preoccupazione è un titolo che si attribuisce a varianti del virus che si mostrano più aggressive e trasmissibili, o che cambiano la malattia clinica e diminuiscono dunque le possibilità di cura che abbiamo.

Per ora, come riporta il Guardian, sono in corso in Australia alcuni studi di approfondimento su come la variante si comporta. Una delle ricercatrici coinvolte, Megan Steain dell’University of Sidney, ha ribadito che in «pochi casi» le mutazioni del virus si trasformano in varianti più contagiose come la Delta. Spesso «quel che troviamo è che mutazioni funzionano in sinergia insieme, il che può portare a un virus più forte ma anche più debole».

La possibilità di estinzione

Dunque esiste una possibilità che la C.1.2 possa estinguersi e non diventare un problema. Le varianti sono molto fragili nella maggior parte dei casi. Ma ci sono delle mutazioni “chiave” che possono potenziare il virus e portarlo a superare le varianti precedenti. Così è successo con la Delta, che è ora la principale in quasi tutto il mondo. Proprio per questo, la C.1.2 dovrebbe essere davvero molto forte per sostituire la Delta, ha ribadito ancora Steain.

«Lo abbiamo visto con la variante Beta e altre di preoccupazione, che erano anche diffuse abbastanza bene in alcune aree. Poi non hanno davvero preso piede e sono state superate», ha concluso. Sappiamo poco anche sulla sua resistenza ai vaccini, ma per ora gli scienziati hanno constatato con soddisfazione che restano efficaci con le varianti. «Forse il vaccino non la neutralizzerà bene come fa con il ceppo originario – secondo Steain – ma fino a quando non faremo gli esperimenti necessari è presto dirlo. Per ora i vaccini rispondono bene in termini di prevenzione di infezioni gravi, ricoveri e decessi».

 

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