Salute 7 Maggio 2021 15:59

Villa Marelli a Milano, modello di integrazione tra medicina ospedaliera e del territorio

Ribera (direttore Servizi territoriali ASST Niguarda): «Entro 72 ore siamo in grado fare la diagnosi e definire la cura del paziente Covid grazie alla collaborazione tra professionisti ospedalieri, medici di medicina generale e infermieri di comunità»

di Federica Bosco

È uno dei pochi fast track presenti a Milano, si trova a Villa Marelli e rappresenta un modello di integrazione tra la sanità ospedaliera e territoriale. A raccontarci l’esperienza di questo luogo oggi impegnato nella campagna di diagnostica e cura del Covid è Sonia Ribera, direttore dei Servizi Territoriali dell’Azienda Sociosanitaria del grande ospedale metropolitano Niguarda. «È un’esperienza unica sul territorio – racconta Ribera -, che dà la possibilità entro 48 ore, massimo 72 nei casi più complicati, di gestire tutti gli aspetti diagnostici del paziente Covid all’interno di Villa Marelli. Oltre ai servizi ambulatoriali abbiamo anche la diagnostica radiologica e laboratoristica, abbiamo aperto un centro prelievi e facciamo indagini ecografiche cardiologiche e polmonari. Quindi siamo in grado rispondere, dal punto di vista diagnostico, a tutte le esigenze del paziente affetto dal Covid-19».

Infermieri di comunità collante tra ospedale e territorio

L’esperimento, avviato alla fine di novembre, è perfettamente riuscito grazie soprattutto agli infermieri di comunità, figure di riferimento sempre presenti che fanno da ponte tra professionisti ospedalieri e medici di base e territorio.  «È una realtà importante – riprende il direttore dei Servizi Territoriali di ASST Niguarda -. Ci ha permesso di avvicinarci alla cittadinanza e stringere rapporti di collaborazione con i medici di medicina generale. Abbiamo poi avuto la possibilità di ristrutturare un’ala e di assegnarla ad una sezione di medici di base. E questa scelta di collocare una serie di servizi in una logistica di prossimità dovrebbe essere funzionale poi per realizzare percorsi di integrazione. Noi speriamo che, superato il periodo più acuto della pandemia, si possano sviluppare tutti i progetti di integrazione affinché possiamo farci carico della popolazione fragile, come era stato progettato nel 2019».

Da centro di eccellenza per la lotta alla tubercolosi fino alla gestione dei pazienti Covid non ospedalizzati

Dai laboratori per i tamponi, alla centrale di monitoraggio degli infermieri di famiglia, fino ad un nucleo Usca attivato alla fine di gennaio. Villa Marelli, già centro di eccellenza per la lotta alla tubercolosi, oggi è un punto di riferimento importante per la cura di patologie croniche oltre che di gestione dei pazienti Covid non ospedalizzati. «La centrale di monitoraggio dallo scorso novembre – spiega Ribera – si occupa di gestire i pazienti Covid segnalati da ATS Milano e dai medici di medicina generale anche a domicilio. Noi abbiamo aperto un laboratorio dedicato in una zona separata con un percorso protetto».

Una rete che funziona

La procedura prevede che gli infermieri di famiglia ricevano la segnalazione dal medico di medicina generale o da ATS e contattino il cittadino per una valutazione del suo stato clinico. In base alle risposte che ricevono, decidono se è sufficiente un monitoraggio di tipo telefonico o se il paziente debba accedere al laboratorio fast track. Lì prestano servizio cardiologi, pneumologi e, in questa seconda fase della pandemia, anche infettivologi.

«Abbiamo la possibilità di effettuare tutta la diagnostica strumentale in modo da valutare la compromissione respiratoria del paziente affetto da Covid-19 – aggiunge Sonia Ribera -. In ultima analisi abbiamo la campagna vaccinale che impegna quasi a tempo pieno le Usca e in gran parte gli infermieri di famiglia. Siamo riusciti ad organizzarci, grazie anche ai rapporti di collaborazione in essere, in maniera efficiente e abbiamo ad oggi vaccinato tutti gli over 80 del municipio 9 e gran parte dei disabili e verosimilmente riusciremo nei prossimi giorni ad iniziare la campagna vaccinale sui fragili».

 

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