Salute 22 Gennaio 2021 15:58

Stagione che vai, umore che trovi: quando la meteoropatia è un disturbo psicologico

Si chiama disturbo affettivo stagionale e i suoi sintomi variano al cambiare delle stagioni. La psicoterapeuta: «In inverno prevalgono tristezza, stanchezza e letargia. D’estate perdita di peso, insonnia e ansia»

di Isabella Faggiano
Stagione che vai, umore che trovi: quando la meteoropatia è un disturbo psicologico

Nuvole e pioggia possono acuire il senso di affaticamento e tristezza. Giornate di sole particolarmente calde possono dare origine ad ansia e irrequietezza. «Quella che comunemente chiamiamo meteoropatia è, in realtà, una vera e propria psicopatologia, che nel manuale dei disturbi mentali DSM5 è classificata con il nome di disturbo affettivo stagionale», spiega a Sanità Informazione Gabriella Scaduto, psicologa e psicoterapeuta, segretario dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Che cos’è l’umore

Il meteo, dunque, ha realmente il potere di influenzare l’umore. «Ma prima di chiarire quali sono i meccanismi che innescano il disturbo affettivo stagionale, è necessario specificare che l’umore è una particolare predisposizione d’animo, in grado di provocare reazioni emotive più o meno stabili. L’umore fluttua, da una condizione all’altra, a seconda dell’emozione che prevale in un determinato momento – dice Scaduto -. Queste alterazioni possono essere così violente da costituire veri e propri disturbi dell’umore, in grado di condizionare negativamente la vita di chi ne è affetto».

La meteoropatia o il disturbo affettivo stagionale

Tra i fattori che possono contribuire alla fluttuazione dell’umore c’è proprio il meteo. «Il primo a parlare di disturbo affettivo stagionale è stato, nel 1984, Norman E. Rosenthal, un autore, psichiatra e scienziato sudafricano – racconta la specialista . Questo disturbo può manifestarsi in inverno o in estate, per affievolirsi e migliorare notevolmente durante le mezze stagioni. Nel manuale dei disturbi mentali DSM5 è descritto come disturbo depressivo maggiore ad andamento ricorrente».

Le manifestazioni

I sintomi variano a seconda che il disturbo si presenti nella stagione fredda o in quella calda. «Chi soffre del disturbo affettivo stagionale d’inverno – aggiunge Scaduto – può sentirsi triste, irritabile, stanco, letargico. Generalmente non si ha voglia di alzarsi dal letto, concentrazione ed energia scarseggiano, si evitano i momenti di socialità. I sintomi estivi, invece, si manifestano tipicamente con perdita di peso, insonnia, irrequietezza, ansia e agitazione. Il disturbo affettivo stagionale può variare, per la gravità dei sintomi, da una forma più leggera ad una severa».

I soggetti più colpiti

«Il disturbo affettivo stagionale colpisce circa il 2-3% della popolazione dell’Europa Centrale di un’età media compresa tra i 20 e i 40 anni, manifestandosi maggiormente tra il genere femminile – dice la psicoterapeuta -. Diversi studi hanno dimostrato che questo disturbo è spesso correlato ad ansia e depressione».

La sensibilità non è un disturbo

«Il disturbo affettivo stagionale può essere risolto solo attraverso percorsi terapeutici specifici ed individuali, che integrino psichiatria e psicoterapia. Tuttavia – aggiunge la psicoterapeuta – esistono soggetti che pur essendo molto suscettibili al cambiamento delle stagioni, non presentano un vero e proprio disturbo di tipo psicologico. In questi casi si tratta di una sensibilità non classificabile attraverso criteri diagnostici. Risentire in maniera lieve dei mutamenti climatici può essere del tutto normale: basti pensare che i raggi solari stimolano la produzione di melatonina, un ormone che influenza positivamente l’umore».

Lo studio

L’associazione tra tempo buono e umore migliore è stata recentemente confermata anche da uno studio condotto dai ricercatori della Leuphana University Lüneburg, pubblicato sulla rivista Applied Psychology (Rain, Rain Go Away! A Diary Study on Morning Weather and Affective Well‐Being at Work – Venz – – Applied Psychology – Wiley Online Library). Dai dati raccolti tra un gruppo di dipendenti tedeschi è emerso che migliore era il tempo al mattino, più i lavoratori si sentivano stimolati e appagati del loro lavoro. Al contrario, quando il tempo era brutto, si sentivano più stanchi e insoddisfatti.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Il decluttering e i suoi benefici: ecco come riordinare può far “decollare” la nostra vita
La psicologa Paola Medde: «Un atto che scaturisce da una crisi e che implica profonda consapevolezza. Impariamo a declutterare anche relazioni e abitudini tossiche»
Quando e perché il cibo può fare paura fino a diventare fobia. Il parere dell’esperto
Gianluca Castelnuovo, psicologo, dirige il centro specializzato dell’istituto Auxologico di Milano: «La citofobia colpisce in particolare i bambini, l’età media è di 12,9 anni, l’insorgenza della patologia è determinata da un evento traumatico. È bene rivolgersi ad un centro specializzato dove esiste una interdisciplinarità tra professionisti»
Un’offesa fa “male” come uno schiaffo in faccia
Gli studiosi dell’Università di Utrecht hanno analizzato le reazioni ad affermazioni di diversa natura, come insulti, complimenti e dichiarazioni descrittive, utilizzando l’elettroencefalografia (EEG) e il biofeedback della conduttanza cutanea. L’analisi della psicologa Paola Biondi
Baciare sulle labbra i bambini, giusto o sbagliato? «Puntiamo su manifestazioni più soft ma più efficaci»
Cosmi (componente Ordine Psicologi Lazio): «Il rischio non è erotizzare il rapporto, ma svuotare di significato l’affettività e confondere i ruoli»
Cosa spinge un figlio ad uccidere il proprio padre?
Intervista alla psicologa e criminologa Cristina Brasi
di Stefano Piazza
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...