Salute 9 Marzo 2022 11:51

Sars-CoV-2 uscito da un laboratorio? Ciccozzi (Campus Bio-Medico): «Non abbiamo prove ma nessuna ipotesi va scartata»

L’epidemiologo Ciccozzi commenta ai microfoni di Sanità Informazione l’evoluzione della pandemia e i possibili rischi epidemiologici derivanti dalla guerra in Ucraina

Il Sars-CoV-2 è uscito da un laboratorio? La tesi è stata di recente rilanciata dal Presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, Giorgio Palù, che ha parlato di «nuovi indizi» che farebbero «ipotizzare una manipolazione effettuata per scopi di ricerca». Insomma, un incidente e non un gesto dettato da «intenzioni malevole».

Quella dell’errore umano alla base dello scoppio della pandemia da Covid-19 è una possibilità mai del tutto scartata, anche dagli enti sanitari internazionali. Tant’è che l’Organizzazione mondiale della sanità si recò proprio a Wuhan per cercare di capire da dove questo virus fosse uscito fuori. «Ma non ha senso andare ad indagare dopo così tanto tempo dallo scoppio della pandemia – spiega ai nostri microfoni l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-Medico di Roma –. È come andare sul luogo del delitto un anno dopo l’omicidio».

Professor Ciccozzi, lei ha parlato dell’evoluzione del Sars-CoV-2. Cosa pensa della possibile origine in laboratorio di questo virus?

«Quel che sappiamo di sicuro è che questo virus era presente nei pipistrelli e poi è passato all’uomo per una mutazione della proteina Spike, ovvero quella che aggancia il recettore di tutte le cellule organiche che abbiamo. Cosa è successo nel mezzo? Può essere successo di tutto. Un altro animale tra pipistrello e uomo, ad esempio, ma anche un incidente di laboratorio. Il punto è che non abbiamo alcuna prova. Possiamo solo ipotizzare qualcosa del genere. Quando l’Oms è andata un anno dopo a visitare i laboratori di Wuhan non ha trovato nulla. È ovvio: non si va un anno dopo sul luogo del delitto a cercare le prove di un omicidio. O ci vai subito o è inutile. Quel che però sappiamo per certo è che, se hai tutte le risorse necessarie, un laboratorio di sicurezza 4 puoi costruirlo. Il punto è che devi costruire anche le persone che ci lavorano. Ecco, magari non è stato fatto così…».

Si parla di meno del Covid a causa di un’altra situazione drammatica, e forse anche peggiore, come la guerra in Ucraina. Milioni di persone che si spostano da una nazione ad altre in ordine sparso: c’è il rischio di nuove varianti di questo virus?

«Non penso che possano nascere altre varianti. Non credo a qualcosa più contagioso di Omicron. Diciamo che con quest’ultima variante abbiamo avuto tutte le mutazioni possibili. In gergo si dice che i siti sono più o meno saturati. Detto questo, tutto può essere. Nulla esclude al 100% che fra un mese arriverà una variante peggiore di Omicron. A rigore di logica, però, a livello evolutivo non dovrebbe essere così. Per quanto riguarda invece il movimento di popolazione che muove il virus, questo sì. Però è una situazione facile da affrontare. Perché quando arriva una popolazione che si sta spostando, ciò che conta è fare un tampone di sorveglianza e trattare di conseguenza gli eventuali positivi. Altra cosa da fare è offrire la vaccinazione a chi non l’ha ancora effettuata e curare le persone che ne hanno bisogno».

Parliamo di una popolazione con un tasso di vaccinazione molto basso. Se non si sono sottoposti alla vaccinazione fino ad ora, come convincerli a farlo ora? Magari con un obbligo?

«Può darsi che i vaccini a loro disposizione non fossero graditi. Forse, anche a livello ideologico, non volevano farsi iniettare il vaccino russo, che ai miei occhi è comunque un buon vaccino. Ora che anche in Italia abbiamo a disposizione Novavax, un vaccino molto più “tranquillo”, le cose potrebbero essere diverse. Perché se proprio non vuoi farti inoculare un vaccino ad mRna perché hai delle titubanze e pensi che a livello genetico possa far succedere qualcosa, Novavax ha una manifattura di 30 anni fa e questo potrebbe convincere molte persone a sottoporsi alla vaccinazione».

 

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