Salute 3 Luglio 2020 15:30

Salute mentale: inaugurato vicino Napoli il più grande centro italiano per la riabilitazione psichiatrica

Asl Napoli 2: «Importante punto di svolta nella presa in carico della disabilità psichica». I dubbi di Psichiatria Democratica: «Non significhi un ritorno ai manicomi»

Salute mentale: inaugurato vicino Napoli il più grande centro italiano per la riabilitazione psichiatrica

È stata inaugurata nei giorni scorsi ad Arzano, nell’hinterland napoletano, alla presenza del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, la residenza “Casa Impresa Benessere“, la più grande struttura per la riabilitazione dei pazienti psichiatrici in Italia. Una novità nella gestione della salute mentale. Il complesso sorge su un’area di 2 mila metri quadri articolati in una palazzina di tre piani ed accoglierà 40 pazienti con disagio psichico.

«La realizzazione di questo progetto – dichiara ai nostri microfoni Antonio D’Amore, dg della Asl Napoli 2 – è per noi un punto di partenza importante per risanare la situazione difficile e lacunosa cui abbiamo assistito negli ultimi anni sulla presa in carico territoriale dei pazienti psichiatrici. Abbiamo quindi deciso di creare una struttura che garantisse da un lato un ricovero agevole e dall’altro l’opportunità, per i suoi ospiti, di un inserimento nel tessuto sociale e lavorativo. Il ricovero non è quindi fine a se stesso ma offre percorsi volti al miglioramento della salute e della qualità della vita».

«Questo – continua D’Amore – grazie all’attivazione di laboratori come quello sartoriale, nato con la collaborazione e la disponibilità dell’azienda Kiton, e altri in via di definizione. Siamo fiduciosi nel fatto che questo progetto possa dare nuovo impulso, all’interno dell’agenda sanitaria, alla gestione del paziente psichiatrico. Una gestione che, come è noto – conclude – non coinvolge solo l’area sanitaria ma anche quella familiare con ripercussioni spesso drammatiche».

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Non mancano le voci contro, di operatori del settore e associazioni di familiari. Il timore è che l’impostazione della struttura non rispetti, nella sostanza, i dettami della Legge 178/80, nota come Legge Basaglia. Una legge che ha rivoluzionato il modello della presa in carico del paziente psichiatrico, stabilendo la chiusura (e il divieto di nuova istituzione) dei manicomi e ponendo al centro l’obiettivo del reinserimento sociale del paziente. Il tutto attraverso una gestione che ha nella capillarità territoriale e nel contatto umano la sua ragione fondante. In questo solco si inserisce, appunto, la presa di posizione netta di Psichiatria Democratica contro l’istituzione del nuovo centro nella Asl Napoli 2.

«La concentrazione di 40 pazienti a vario grado di gravità, in una mega-struttura che è di fatto una cattedrale nel deserto, dal momento che sorge in una zona periferica, polo industriale che non favorisce in alcun modo i contatti sociali, ci sembra in contrasto stridente con la Legge 180 – osserva Salvatore Di Fede, Segretario Nazionale di Psichiatria Democratica, da noi intervistato -. Sappiamo che è fondamentale, per il miglioramento delle condizioni di salute dei pazienti, il loro inserimento in contesti civili ed urbanizzati, fatti di strutture, o anche comunità in casi eccezionali, in grado di accogliere fino a 20 ospiti. Con numeri più alti ci si ritrova, di fatto, in quella fattispecie che la Legge 180 aveva finalmente smantellato: i manicomi».

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C’è poi un altro aspetto che sottolinea Di Fede, quello dell’inserimento lavorativo: «In generale, durante un percorso di riabilitazione, offrire la possibilità di svolgere un addestramento lavorativo è giusto. In questo caso specifico, tuttavia, bisogna capire il tipo di collaborazione e di contratto che si instaurerà tra i pazienti e le aziende che hanno dato la loro disponibilità. Insomma – sintetizza Di Fede – la questione è: si tratta di un progetto volto ad emancipare davvero i pazienti o viceversa a renderli dipendenti da un sistema che li emargina segregandoli?»

«Sono domande che ci poniamo, supportati anche da realtà del settore come l’UNASAM (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale), l’AIRSAM (Associazione Italiana Residenze per la Salute Mentale), Medicina Democratica, Federconsumatori Campania, Associazione Diritti alla Follia, il collega Francesco Blasi, Direttore Salute Mentale Uosm 24/73/31 Asl Na 1 Centro, il giornalista Antonio Esposito, l’Associazione EX OPG e la Segreteria Nazionale della Funzione Pubblica CGIL Medici e Dirigenti SSN insieme ai quali – conclude – chiediamo un incontro con i vertici dell’Azienda Sanitaria Locale e con i responsabili della struttura, che possa darci risposte esaustive».

 

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