Salute 17 Giugno 2019 09:39

Reparti soppressi e liste di attesa infinite, il lento declino dell’eccellenza odontoiatrica dell’Eastman

L’Ospedale romano fondato nel 1933 vive un periodo non facile. La denuncia del segretario Fp Cisl Lazio Roberto Chierchia (Fp Cisl): «La fusione con il Policlinico Umberto I non ha portato al rilancio programmato». Poi aggiunge: «C’è un intero reparto ristrutturato e rimasto vuoto. I medici che vanno via non vengono rimpiazzati»

Reparti soppressi e liste di attesa infinite, il lento declino dell’eccellenza odontoiatrica dell’Eastman

Al civico 287b di Viale Regina Elena a Roma svetta dal 1933 l’Ospedale George Eastman, punto di riferimento romano e italiano delle cure odontoiatriche dedicate ai bambini. Il nosocomio, che prende il nome dall’industriale americano fondatore della Kodak che donò un milione di euro per la fondazione dell’istituto, per anni è stato il simbolo della buona sanità e dell’eccellenza nelle cure odontoiatriche pubbliche in particolare rivolte ai bambini.

Oggi però la struttura sembra avviata a un lento ma inarrestabile declino. Colpa, secondo i sindacati, del piano di rilancio di tre anni fa, che ha sortito in sostanza l’effetto opposto a quello desiderato. Dal gennaio 2016 l’Eastman da struttura odontoiatrica doveva diventare il punto di riferimento per i servizi sanitari integrati rivolti soprattutto a bambini, fasce svantaggiate, disabili e pazienti penitenziari. Tutto questo grazie alla fusione con il vicino Policlinico Umberto I, altro nosocomio storico della Capitale.

«Da romano e da segretario Cisl sono molto preoccupato – afferma a Sanità Informazione Roberto Chierchia, segretario generale Fp Cisl Lazio -. La questione dell’Eastman si lega con i dati del rapporto Censis di qualche giorno fa. Dati veramente allarmanti: si sta demolendo completamente il Servizio sanitario pubblico e un cittadino su tre ha bisogno di rivolgersi alla sanità privata. Questo si lega a quanto sta succedendo all’Eastman. Fino al 2015 era una struttura ospedaliera della Asl Roma 1, ex Roma A. Poi c’è stata una serie di accorpamenti che doveva portare a una ottimizzazione e a un miglioramento dei servizi all’interno della nostra regione e a un miglioramento di questo servizio. In quel progetto, che anche allora come Cisl non ci vedeva d’accordo perché immaginavamo potesse non essere un vero e proprio potenziamento, si era programmato che l’ospedale George Eastman venisse scorporato dalla Asl Roma A e venisse accorpato all’interno del Policlinico Umberto I. Ma all’interno dell’ospedale romano già c’era una clinica odontoiatrica e il rilancio non c’è stato».

La Cisl snocciola dati tutt’altro che positivi. Sette servizi soppressi: otorinolaringoiatria, oculistica, endodonzia, accoglienza, cardiologia, centro prelievi e analisi, posti letto h24. Altri cinque lavorano a ritmo ridotto: ortodonzia, camera operatoria, chirurgia maxillo-facciale, chirurgia orale e radiologia. È così anche per il Pronto soccorso oculistico, per la pedodonzia, per la preospedalizzazione centralizzata testa-collo.

«Un intero reparto che fino al 2015 era funzionante da tre anni è completamente chiuso: è stato anche ristrutturato, arredato di tutto punto con tv e divani, ma è completamente chiuso – aggiunge Chierchia -. Anche questo è un chiaro segnale di demansionamento di un servizio odontoiatrico che già è molto complicato a livello pubblico: questo era un centro di eccellenza che andava potenziato».

La Fp Cisl Lazio denuncia anche il malfunzionamento delle liste di attesa: il Cup non ha un planning dedicato per le visite specialistiche e così le liste di attesa si allungano a dismisura, mentre tra Eastman e la clinica odontoiatrica del Policlinico continuano ad esserci ticket di importo diverso per prestazioni identiche. Lo spettro è quello della chiusura.

«Abbiamo questo dubbio – continua Chierchia -. L’operazione fatta è quella di dover in qualche modo smantellare quello che l’Eastman dava come servizio alla cittadinanza fino al 2015 e poter far rimanere solo quello che la clinica odontoiatrica, in maniera non brillantissima come numero di prestazioni dato all’utenza, già corrispondeva fino a quella data. Non è stato accorpato l’Eastman al Policlinico perché l’Umberto I era sprovvisto di servizio odontoiatrico. C’era una struttura all’interno del Policlinico che già faceva questo tipo di attività. Il progetto è stato finora di togliere un servizio suppletivo, accorparlo, ridimensionarlo, ma con le prestazioni che già dava. Il personale che andava via non è stato rimpiazzato e nemmeno formato, stesso discorso per il personale sanitario, infermieristico e tecnico. Questo è un vero e proprio ridimensionamento di quella che era un’offerta sanitaria pubblica che invece andava implementata».

Non resta che appellarsi al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al ministro della Salute Giulia Grillo: «Noi in questo momento abbiamo bisogno che il presidente Zingaretti torni anche a fare il Presidente di Giunta – conclude il segretario Cisl – perché la sanità ne ha bisogno. I servizi non vengono erogati nel modo in cui la cittadinanza vorrebbe, abbiamo in qualche modo bisogno di fare una vera rivoluzione dal punto di vista del personale: siamo una regione non ancora uscita dal piano di rientro e abbiamo un gap di personale che non è stato in qualche modo ancora definito. Il presidente Zingaretti parla di 5mile nuove assunzioni che tra l’altro non garantirebbero il recupero del personale che in questi dieci anni è uscito per varie motivazioni. Abbiamo anche il gap da colmare dovuto alla riforma della quota 100 che darà ulteriori 5mila uscite da qui a 4 anni nel Lazio. Sulla questione Eastman così come sulle altre cose noi abbiamo come interlocutore l’assessore alla sanità che non sempre ci dà risposte puntuali. Noi ci rivolgiamo a tutti: al ministro Grillo, all’assessore alla Sanità D’Amato, alla Direzione generale del Policlinico Umberto I: a distanza di tre anni dall’accorpamento Eastman – Policlinico, è necessario fare un focus e andare a dare risposte ai cittadini, ai lavoratori e a tutto il sistema salute che su questo si deve sempre andare a misurare».

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di I.F.