Salute 18 Aprile 2018 15:09

Malattie rare, lo spot spietato contro l’indifferenza sul gene PCDH19

Filippo Giardina veste i panni di un medico arrogante e irriverente, che sottolinea alla mamma di una bambina affetta da un disturbo molto raro determinato dal gene PCDH19, come sia inutile investire nella ricerca per una malattia che colpisce poche centinaia di pazienti al mondo. Il messaggio satirico: «Se la malattia è rara…»

Bacche di ginepro, sale dell’Himalaya e quattro noci. Funzionerà per guarire da una malattia rara con un nome da Guerre Stellari? Certo che no. D’altro canto, perchè investire sulla ricerca per una malattia che colpisce poche centinaia di pazienti al mondo? È il satirico e auto-ironico spot per il 5×100 della Onlus Insieme per la Ricerca PCDH19, un gene che codifica per la proteina “protocaderina 19″ che, se malformata, determina la comparsa di crisi epilettiche, in genere associate a deficit cognitivi di entità variabile, a disturbi comportamentali o relazionali, a tratti autistici.

Se una malattia è rara…

La Onlus “Insieme per la Ricerca Pcdh19” si occupa di una malattia rara che causa, principalmente alle bambine, epilessia farmacoresistente, ritardo mentale, disturbi comportamentali e autismo.Mi hanno chiesto di ideare una campagna per la raccolta del 5 x 1000 e ho accettato con molto piacere.Questo è lo spot, si saranno pentiti?

Pubblicato da Filippo Giardina su Lunedì 16 aprile 2018

L’autore dello spot è Filippo Giardina, che veste i panni di un medico arrogante e irriverente, cui si rivolge la mamma di una bambina affetta dalla malattia rara, nella speranza di un nuovo studio che possa aiutare la sua piccola. Quando le viene proposta la cura poco ‘ortodossa’, è convinta di aver trovato la soluzione. Ma ogni sua aspettativa si infrange nella risata scrosciante e sprezzante del medico. Che conclude: «Se la malattia è rara, sti c…». L’aver scelto una campagna diversa dalle altre, lontana dal pietismo e dalla commiserazione, servirà a far arrivare il messaggio?

LEGGI ANCHE: MALATI RARI: «PIÙ COMPLICITÀ E COLLABORAZIONE TRA SPECIALISTI». L’INTERVISTA AD ANDREA BARTULI (BAMBINO GESÙ) 

 

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