Salute 24 Aprile 2020 13:24

La nicotina ferma il Coronavirus? Pacifici (Iss): «Notizia mal gestita e dagli esiti pericolosi»

La storia dello studio in fase sperimentale all’ospedale di Parigi. La responsabile del Centro nazionale dipendenze: «Siamo preoccupati. La diffusione scorretta e incontrollata di queste notizie ha aperto delle aspettative per un segmento di popolazione fragile come quella fumatrice»

di Tommaso Caldarelli
La nicotina ferma il Coronavirus? Pacifici (Iss): «Notizia mal gestita e dagli esiti pericolosi»

Tutto è cominciato all’ospedale di Parigi la Pitié – Salpêtriere, che i sovrani fecero costruire al posto dell’arsenale per la produzione di polvere pirica: «Il dottor Makoto Miyara, uno dei miei allievi, ha attirato la mia attenzione alla metà di marzo sul tasso molto basso di fumatori registrato fra i pazienti cinesi ospedalizzati. In effetti, ero molto scettico. Gli studi non citavano per nulla questo punto e i bias potenziali erano enormi», ha detto il dottor Zahir Amoura, il medico francese che fin dall’inizio di aprile lavora sull’ipotesi di ricerca: la nicotina potrebbe essere un recettore in grado di fermare l’azione del Coronavirus.

I numeri, dopo le prime osservazioni, sembrano in effetti tornare. Viene allora messo in piedi un team di ricerca guidato dall’ospedale parigino e dal dipartimento epidemiologico dell’Accademia delle Scienze. La notizia si diffonde sui media francesi che da qualche settimana offrono cronache estese e ampie sulla questione; così ancora il dottor Amoura, riportato da Le Nouvel Observateur: «Al Pitié-Salpêtriere, dove è stata effettuata un’analisi su oltre 350 malati ricoverati e 139 pazienti più leggeri, si sono trovati solamente il 5% di fumatori, un dato molto basso. Il dato è significativo, si divide il rischio per 5 nei pazienti ambulatoriali e per quattro nei pazienti ricoverati. Si osserva raramente in medicina qualcosa del genere»; e su France Info: «In generale, abbiamo l’80% in meno di fumatori fra i pazienti Covid che nella popolazione generale dello stesso sesso e della stessa età. Il nostro studio trasversale suggerisce fortemente che i fumatori quotidiani abbiano una probabilità molto più lieve di sviluppare una infezione, sintomatica o grave, al Sars-Cov-2 rispetto al complesso della popolazione». Jean-Pierre Changeux, dell’Academie, suggerisce che «la nicotina potrebbe impedire al virus di fissarsi e di penetrare nelle cellule, limitando la propagazione. Altra ipotesi: la nicotina abbasserebbe la risposta immunitaria eccessiva che caratterizza i casi più severi». Una squadra di ricercatori pubblica un primo studio in preprint sul portale Qeios.

LEGGI ANCHE: CORONAVIRUS, LA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA AMBIENTALE: «È PRESENTE SUL PARTICOLATO ATMOSFERICO»

L’ipotesi acquista spazio nel dibattito pubblico, accompagnata da immediati inviti alla prudenza. Il governo francese ha riferito mercoledì sulla vicenda all’Assemblea Nazionale, per bocca del ministro della Sanità Oliver Veran, riportato ieri da BFMTV.

Veran ha definito la vicenda «una pista di ricerca interessante, una fra le molte ipotesi di ricerca clinica», ma ha fatto immediatamente sue le parole di Jerome Salomon, il direttore generale della Sanità francese: «Bisogna essere estremamente prudenti, non dobbiamo dimenticare gli effetti nefasti della nicotina. Noi siamo sicuri che i fumatori presentano dei casi molto gravi di Coronavirus. Il tabacco è il killer numero uno in Francia con oltre 75mila morti all’anno». Damien Mascret, medico e giornalista di Le Figaro, conferma: «È un’ipotesi allo studio, d’altro canto altri studi ci dicono che i fumatori vedono un impatto critico della malattia da Coronavirus». Insomma: si sta cercando di capire se i fumatori si ammalino di meno, di certo ci sarebbe che chi si ammala viene duramente colpito.

«Mi sembra una questione nata male, impostata peggio e gestita malissimo», dice a Sanità Informazione Roberta Pacifici, responsabile del Centro nazionale dipendenze dell’Istituto Superiore di Sanità, raggiunta al telefono: «La nicotina è un componente del fumo di sigaretta e noi sappiamo che è il responsabile principale della dipendenza, è quello che ci crea le maggiori difficoltà nei percorsi di cessazione. Altro è dire che, come è noto, non solo è presente all’interno delle sigarette ma è anche un prodotto venduto in farmacia come componente farmacologico autonomo e ben utilizzato nei percorsi di cessazione. Se ci possono essere delle azioni farmacologiche interessanti di questo specifico componente, che vanno testate, bisogna dire esattamente questo invece che collegare l’effetto positivo all’attività del fumare, dei fumatori: non bisogna dimenticare che nelle sigarette – continua la dottoressa Pacifici – ci sono oltre alla nicotina 40mila sostanze, molte di esse cancerogene, che in Italia come in Francia abbiamo 75mila morti l’anno per cause fumo correlate, e che il fumo è la prima causa di morte prevenibile al mondo».

LEGGI ANCHE: COVID-19, IN FRANCIA POCHI TAMPONI, DIAGNOSI CON TAC E OSPEDALI DEDICATI AI MALATI DI CORONAVIRUS

«Noi siamo seriamente preoccupati – continua Pacifici – che un’informazione mal veicolata possa annullare l’azione che abbiamo fatto in questi giorni per segnalare ai fumatori che il contenimento sociale fosse un’ottima occasione per smettere di fumare. La diffusione scorretta e incontrollata di queste notizie ha evidentemente aperto delle aspettative per un segmento di popolazione fragile come quella fumatrice. La nicotina, bisogna ricordarlo, in ogni caso non è priva di effetti collaterali. Non è certo acqua fresca».

Le preoccupazioni della dottoressa Pacifici appaiono ampiamente condivise dal governo francese che questa mattina – riporta Le Figaroha fermato la vendita in farmacia e su Internet “di tutti i farmaci contenenti nicotina e utilizzati per il trattamento della dipendenza da tabacco”: le dosi acquistabili saranno limitate a quelle “necessarie per una terapia di una durata mensile”. Due gli obiettivi di questa misura d’urgenza: «Da un lato, prevenire i rischi sanitari collegati ad un consumo eccessivo o di un fraintendimento collegato alla mediatizzazione di una eventuale azione protettiva della nicotina contro il Covid-19; dall’altro garantire il rifornimento continuo e adeguato delle persone che necessitano di una terapia medicale nel quadro di una dipendenza tabagista».

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
Obesità aumenta il rischio di un precursore del mieloma multiplo. Vitolo (Candiolo): “Fattore di rischio prevenibile”
Le persone obese hanno un rischio più alto di oltre il 70% più alto di sviluppare la gammopatia monoclonale di significato indeterminato, una condizione benigna del sangue che però può precedere il mieloma multiplo, un tumore delle plasmacellule. A scoprirlo è uno studio condotto dagli scienziati del Massachusetts General Hospital e pubblicato sulla rivista Blood Advances
Ecig e cerotti aiutano le donne a smettere di fumare senza rischi per la gravidanza
L'utilizzo di prodotti sostitutivi della nicotina durante la gravidanza non è associato a eventi avversi o a complicazioni. A dimostrarlo è una nuova analisi dei dati condotta su donne fumatrici incinte da un gruppo di ricercatori della Queen Mary University di Londra. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Addiction
Fumo: 91 esperti scrivono alla commissaria europea per la salute per sollecitare l’applicazione del principio di riduzione del danno
In occasione della Decima Conferenza delle Parti (COP10) che si terrà a Panama dal prossimo 25 Novembre, 91 esperti di salute pubblica e riduzione del danno hanno sottoscritto una lettera inviata alla commissaria europea per la Salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, per sollecitare l’importanza dell’applicazione del principio della riduzione del rischio nella definizione delle politiche pubbliche di contrasto al fumo
Sigarette elettroniche e farmaci sono entrambi efficaci per smettere di fumare
Le sigarette elettroniche e i due farmaci chiamati vareniclina e citisina rappresentano gli strumenti migliori per aiutare le persone a smettere di fumare. A stabilirlo è una nuova revisione condotta dal gruppo indipendente Cochrane
Il fumo accelera l’invecchiamento, ma smettere può invertire il processo
Che il fumo abbia molteplici effetti negativi sulla salute è noto ormai da tempo. Ma ora uno studio della Hangzhou Normal University, in Cina, ha trovato le prove di un legame tra il fumo e l'invecchiamento accelerato. I risultati sono stati presentati in occasione del congresso della Società Respiratoria Europea
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Giornata Mondiale dell’Obesità, Benini (FAND): “Attenzione alla Diabesità”

Per la Giornata Mondiale dell'Obesità 2024 sono molte le iniziative promosse, in Italia, in Europa e nel Mondo dalle organizzazioni contro l'obesità, gli operatori sanitari e le persone ...
Advocacy e Associazioni

Disturbi spettro autistico. Associazioni e Società Scientifiche scrivono al Ministro Schillaci

Nella lettera si sottolinea come sia "indispensabile affrontare le criticità più volte evidenziate da operatori e famiglie nell’ambito di tutti i disturbi del neurosviluppo, quale ...
Advocacy e Associazioni

Giornata Mondiale dell’Obesità: un’epidemia con 800 milioni di malati

Presentate le iniziative italiane della World Obesity Day che ricorre il 4 marzo. Nel nostro Paese le persone con obesità sono l’11,4 per cento della popolazione e oltre 21 milioni di ita...
di I.F.