Salute 18 Agosto 2020 15:25

Chi sta male vota di meno. Cittadinanzattiva: «L’antidoto è la sanità universale»

Secondo una ricerca pubblicata su Public Health Review, le comunità che hanno problemi ad accedere ai servizi sanitari disertano le urne. Annalisa Mandorino, vicesegretaria generale dell’organizzazione per i diritti dei cittadini: «Investire su SSN e formazione»
di Tommaso Caldarelli
Chi sta male vota di meno. Cittadinanzattiva: «L’antidoto è la sanità universale»

«Il voto e la salute sono associati e, in particolare, le persone con salute peggiore tendono ad essere meno coinvolte nel processo democratico». Lo afferma una ricerca apparsa su BiomedCentral – Public Health Review edito dalla Springer. Si tratta di uno studio guidato da tre ricercatori dell’università di Toronto, Canada, che ha promosso una ricerca su tutta la letteratura a disposizione a partire dal 1991 fino al 2018 concernente lo spazio europeo, americano e canadese.

VOTO E SALUTE, I RISULTATI DELLO STUDIO

«I risultati – si legge – dimostrano quattro aree interrelate: primo, sussiste un collegamento fra il voto e la salute; secondo, le differenze nella partecipazione elettorale sono associate alle diverse condizioni di salute; terzo, i problemi legati alla partecipazione elettorale possono influenzare i risultati democratici; e quarto, gli interventi sui sistemi di salute possono aumentare la partecipazione democratica».

CITTADINANZATTIVA: «RISULTATI CHE NON SORPRENDONO»

«Questi risultati non mi stupiscono e confermano quel che sappiamo sul tema delle disuguaglianze, che è molto complesso e tocca diversi aspetti», spiega al telefono Annalisa Mandorino, vicesegretaria generale di Cittadinanzattiva, contattata da Sanità Informazione.

«La salute solo in parte deriva da fattori biologici e la malattia è solo uno dei determinanti della salute. Esistono tante altre concause – aggiunge -. Sappiamo ad esempio che tra il titolo di studio e la salute c’è un rapporto diretto: se aumenta l’istruzione aumenta la propensione a curarsi. Poi influiscono sulla salute delle persone le situazioni ambientali, le disparità reddituali. E sono queste stesse persone, noi lo sappiamo, che poi partecipano meno alla dinamica elettorale e alla vita democratica».

È dunque un quadro di stringente attualità anche nel contesto italiano, a poco più di un mese da una importante tornata di elezioni amministrative e all’indomani della prima ondata dell’epidemia da coronavirus che ha saputo mettere sotto pressione sia il sistema sanitario che le comunità locali.

VOTO E SALUTE, UN RAPPORTO BIDIREZIONALE

«La relazione causale fra voto e salute risulta bidirezionale – continuano gli studiosi di Toronto -. Il voto impatta sulla salute in quanto definisce chi è al potere e quale politica sarà implementata, e la salute individuale può avere un’influenza sul voto. Nel complesso, si può costruire un circuito pessimo fatto da cattive condizioni di salute e sfiducia nella politica. In generale, l’associazione fra il voto e il livello di salute ha ricevuto solo scarsa attenzione nella letteratura sulla salute pubblica fino ad oggi disponibile».

Non solo: «Le comunità marginalizzate per problemi di disabilità, problemi di salute mentale e fisica, razza ed età sono le più colpite dal legame fra scarsa salute e scarsa partecipazione democratica. E le differenze nella partecipazione degli elettori dovute alle differenze riguardanti la sanità possono avere effetti sul complessivo esito elettorale, andando a influenzare le politiche che verranno implementate e, addirittura, peggiorando il quadro della situazione».

«LA SOLUZIONE È LA SANITÀ UNIVERSALISTICA»

Secondo la dottoressa Mandorino, la strada è però tracciata: «L’antidoto a questi problemi c’è, e lo conosciamo: è il servizio sanitario nazionale equo, universalistico, di buona qualità, accessibile. Una delle modalità più efficaci per affrontare i problemi della disuguaglianza e anche della partecipazione al voto».

Due le priorità secondo la responsabile di Cittadinanzattiva: «Serve un investimento sul SSN universale, un investimento sul superamento delle differenze regionali nei sistemi della sanità. L’epidemia da coronavirus ci ha dimostrato che questo è proprio uno dei fattori di disuguaglianza più importanti. Abbiamo sostanzialmente 21 sistemi sanitari con profonde e nettissime differenze e la pandemia ha fatto in modo che questi dati emergessero».

«La seconda strada – conclude la Mandorino – dovrà essere un investimento forte sulla scuola e sull’istruzione, sui percorsi formativi anche e soprattutto dei giovani medici. Tutto ciò che ha a che fare con il futuro dei giovani ha dimostrato di essere caratteristica cruciale fra quelle che cementano una comunità e lavorano sulla coesione sociale».

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Legge sulla non autosufficienza, Cupla e Carer: “Le Associazioni vigilino attivamente sulla realizzazione della riforma”

Il monito è stato lanciato durante l'evento “Parliamo di caregiver. Chi si prende cura di una persona cara", tenutosi nei giorni scorsi a Reggio Emilia
Advocacy e Associazioni

Obesità: “Misura il girovita e scopri il tuo rischio cardiometabolico”

Al via la campagna nazionale “Per un cuore sano, conta ogni centimetro”, promossa dalla Fondazione Italiana per il Cuore, con il  patrocinio del Ministero della Salute e il sost...
Sanità

Farmacia dei servizi. Cossolo (Federfarma): “In due anni, con nuova convenzione, sarà realtà in ogni parte d’Italia”

All’evento “We Health”, promosso da Homnya in collaborazione con Federfarma, il bilancio degli anni di sperimentazione dei nuovi servizi