Salute 13 Aprile 2022 17:21

Bambini immigrati, pediatra garantito anche senza permesso di soggiorno

Il provvedimento in Regione Campania grazie all’impegno di Emergency. Per avere l’assegnazione sarà sufficiente il codice STP

Bambini immigrati, pediatra garantito anche senza permesso di soggiorno

Un grande passo avanti per garantire il diritto alla cura dei bambini immigrati arriva dalla Campania: a partire dallo scorso 17 marzo, infatti, anche i figli di persone non comunitarie irregolari fino a 14 anni hanno diritto, come tutti i bambini italiani, all’assegnazione gratuita di un pediatra di libera scelta del Servizio Sanitario Nazionale.

In assenza della possibilità di accedere al pediatra di libera scelta, i bambini figli di immigrati irregolari sono costretti a ricorrere a soluzioni alternative come rivolgersi alle associazioni del terzo settore. A partire dal 17 marzo, invece, almeno in Campania, recandosi all’anagrafe e senza bisogno del codice fiscale, ma con il solo possesso del codice STP (Straniero Temporaneamente Presente) i genitori potranno richiedere l’assegnazione di un pediatra di libera scelta.

Un provvedimento che risolve un problema sollevato da tempo dal presidio Emergency di Castel Volturno, in provincia di Caserta, in una zona demograficamente caratterizzata dalla forte presenza di stranieri non comunitari. Sanità Informazione ha raggiunto telefonicamente Sergio Sarraino, Coordinatore dell’Ambulatorio Emergency di Castel Volturno, per saperne di più.

I tempi della salute non sono gli stessi della burocrazia

«Dal 2014 la Regione Campania del 2014 garantisce l’assistenza pediatrica ai minori senza permesso di soggiorno, ma solo se in possesso del codice fiscale – spiega Sarraino – dando per scontato che ottenerlo sia pressoché immediato, cosa che sicuramente non è almeno per gli immigrati irregolari».

«Con Emergency – prosegue – siamo presenti sul territorio di Castel Volturno dal 2013, e nel 2015, per sopperire a questo vuoto normativo e assistenziale, abbiamo attivato un ambulatorio pediatrico che ha preso in carico, in questi sette anni, più di 650 minori, per la maggior parte tra 0 e 3 anni: questo perché col tempo la maggior parte dei genitori immigrati superava l’impasse dell’attribuzione del codice fiscale rientrando quindi nei soggetti aventi diritto previsti dalla circolare della Regione del 2014, o anche, in molti casi, riuscendo ad ottenere il permesso di soggiorno regolarizzando quindi la propria posizione ai fini della garanzia dell’assistenza sanitaria. Abbiamo assistito bimbi prematuri, ma per lo più bimbi con comunissime patologie pediatriche da raffreddamento. Il punto è che anche comprare un aerosol da 50 euro per queste famiglie può essere una spesa insostenibile, motivo per il quale abbiamo anche fornito questo tipo di attrezzature a chi ne avesse bisogno».

La necessità di un’assistenza pediatrica strutturata e non ‘emergenziale’

«Ci siamo quindi in qualche modo sostituiti ai pediatri di libera scelta per sopperire a questa carenza ma – sottolinea Sarraino – consapevoli dell’eccezionalità della fattispecie, abbiamo spinto affinché si arrivasse ad un provvedimento risolutivo per l’assegnazione del pediatra di libera scelta ai minori irregolari. A marzo si è arrivati finalmente a questo risultato. L’unica condizione ad oggi richiesta è il codice STP (Straniero Temporaneamente Presente) immediatamente fornito ai soggetti immigrati in attesa del codice fiscale, con cui presentarsi all’anagrafe per l’assegnazione del pediatra. Prima di questo provvedimento – aggiunge – il codice STP permetteva l’accesso, per cure urgenti o essenziali anche dei minori, agli ambulatori dedicati STP, che spesso però si trovavano in difficoltà nel gestire problematiche prettamente pediatriche che richiedevano un intervento e una competenza specifiche».

Evitare accessi impropri ai PS e indirizzare a campagne vaccinali

«Un provvedimento che cade più che mai opportuno in un momento come questo – osserva il coordinatore del presidio Emergency – che vede (e vedrà) un flusso sempre più consistente di persone, soprattutto donne e bambini, in fuga dalla guerra in territorio ucraino, che necessiteranno di assistenza e cure nell’immediato senza dover attendere i tempi della burocrazia. Nonostante nella zona non ci sia una numerosa comunità ucraina, alcuni sono arrivati per essere ospitati da parenti e amici da quando sono iniziate le ostilità. Abbiamo assistito due bambini ucraini in fuga dalla guerra, una con diabete e un altro con problemi dermatologici. Ad oggi sono stati presi in carico dal pediatra che li ha già visitati e ha prescritto terapie ed esami da effettuare. Il provvedimento – conclude – assolve inoltre a due istanze importanti: la prima è l’opportunità di evitare quanto più possibile accessi impropri in Pronto Soccorso, la seconda è quella di poter garantire un corretto indirizzamento e pianificazione relativamente all’aderenza alle campagne vaccinali previste per l’età pediatrica».

 

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