Salute 1 Febbraio 2021 16:01

Aumentano i contagi in carcere. Babudieri (SIMSPe): «Vaccinare agenti penitenziari e detenuti fragili»

Il Direttore Scientifico della Società Italiana di Medicina e Sanità nei Penitenziari: «La campagna vaccinale rappresenta un’occasione unica di prevenzione e cura anche per Epatite C e AIDS. Tra i detenuti molti pazienti sommersi»

di Isabella Faggiano

Il numero di contagi nelle carceri italiane continua ad aumentare: l’ultimo focolaio è esploso a Rebibbia, dove i positivi al virus hanno superato le cento unità. Una situazione che, secondo la SIMSPe, la Società Italiana di Medicina e Sanità nei Penitenziari, può essere arginata solo attraverso un’urgente campagna vaccinale. «Bisognerebbe cominciare dagli agenti penitenziari – suggerisce Sergio Babudieri, Direttore Scientifico SIMSPe – per poi vaccinare i detenuti fragili, per età e comorbilità, per concludere con tutti gli altri carcerati».

I contagi nelle carceri, i numeri

Secondo i dati del ministero della Giustizia, a gennaio 2021 i detenuti positivi al Covid-19 erano 624, gli agenti della polizia penitenziaria, tra il personale amministrativo e dirigenziale, 708. Statistiche successive, provenienti da diverse fonti, mostrano un trend in aumento con una maggiore concentrazione di casi negli istituti penitenziari di Lombardia, Lazio e Veneto, con altri focolai a Sulmona, Napoli, Palermo e Lanciano.

Perché la seconda ondata è peggiore della prima

Una situazione completamente ribaltata rispetto alla prima ondata, quando i contagi nelle carceri sono stati quasi completamente nulli. «Durante il primo lockdown – racconta Babudieri –  i casi di Covid-19 tra i detenuti si sono concentrati nel milanese e nelle zone dove sono sorti i principali focolai. Nella maggior parte dei casi, durante la scorsa primavera, gli istituti penitenziari sono riusciti a lasciare il virus aldilà delle sbarre. Con la seconda ondata, invece, la situazione si è completamente ribaltata: il Covid ha cominciato a circolare con grande velocità anche all’interno delle famiglie, esponendo tutta la popolazione a rischio contagio. Questo significa che tutti coloro che accedono nelle carceri dall’esterno – soprattutto agenti, personale sanitario, assistenti sociali – rappresentano potenziali veicoli di contagio. E una volta entrato in una comunità chiusa come quella carceraria, il virus si propaga con estrema facilità. Per questo motivo, chiediamo che gli agenti di polizia penitenziaria siano vaccinati con urgenza».

Perché vaccinare i detenuti anziani o malati

La salute di un detenuto non riguarda solo la sanità pubblica. «Se a contrarre il Covid-19 è un carcerato anziano, o affetto da una o più patologie, è molto probabile che necessiterà di un ricovero ospedaliero. Il trasferimento in ospedale e la successiva degenza – sottolinea il Direttore Scientifico SIMSPe – richiederanno l’impiego, oltre che di personale sanitario, anche di numerosi agenti. E se il numero di detenuti contagiati da ricoverare dovesse subire un’impennata, gli uomini in forza alla polizia penitenziaria potrebbero non essere sufficienti. Solo immunizzare i detenuti a rischio potrebbe evitare di mettere a dura prova due sistemi insiemi: da un lato quello sanitario, dall’altro quello penitenziario».

Una chance per chi vive in condizioni di fragilità sociale

E perché dedicare una terza tranche di vaccinazioni anche a tutti gli altri detenuti, pur se giovani ed in salute? «Che oltre la metà dei carcerati abbia meno di 40 anni, percentuale che sale al 70% se si considerano gli stranieri (che rappresentano un terzo di tutti i detenuti), è un dato di fatto. Ma pur se in buona salute, nella maggior parte dei casi, provengono da contesti sociali di estrema fragilità. Per questo – specifica Babudieri -, vaccinarli in carcere potrebbe essere l’unica occasione che abbiamo a disposizione per farlo. Una volta tornati in libertà, la precarietà delle condizioni in cui spesso si trovano a vivere,  potrebbe rendere molto difficile rintracciarli».

Le dosi di vaccino necessarie

Non si tratterebbe di un lavoro particolarmente lungo e complesso. «Quest’anno, con la pandemia, il numero di arresti si è molto ridotto e, di conseguenza, anche il sovraffollamento è calato di diversi punti percentuali. Considerato ciò, i detenuti complessivi da vaccinare, tra giovani e anziani, sarebbero circa 55 mila. Lo stesso numero di vaccini – spiega il Direttore Scientifico SIMSPe – sarebbe necessario anche per gli agenti di polizia penitenziaria, di solito presenti in rapporto di 1 a 1 rispetto ai carcerati. Ed infine 4-5 mila dosi da destinare a medici e infermieri impiegati negli istituti penitenziari italiani. Per una stima totale, dunque, di circa 115 mila vaccini»

HCV e HIV, un’occasione unica per scovare il sommerso

L’avvio della campagna vaccinale anti-Covd può diventare la base per una maggiore prevenzione anche su altri fronti. Contestualmente al vaccino, infatti, possono essere attuati screening per accertare la presenza di virus come HCV e HIV, causa rispettivamente di Epatite C e AIDS. «I detenuti rappresentano infatti una delle cosiddette “key populations”, ossia uno dei principali serbatoi di questi virus. L’individuazione del “sommerso” – commenta Babudieri – permetterebbe di intervenire tempestivamente e di arginare il diffondersi delle infezioni e delle loro devastanti conseguenze. Il carcere è un osservatorio privilegiato e questa opportunità – conclude – non va sprecata».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Psichiatri: Rems «svuota-carceri», rischio ritorno a manicomi criminali
Le Rems, strutture di cura che hanno preso il posto dei manicomi giudiziari, create per curare e accogliere gli autori di reato giudicati infermi o seminfermi di mente, rischiano di trasformarsi in nuovi manicomi criminali. La denuncia della Società italiana di psichiatria
Psicologi nelle carceri, nuovi stanziamenti per quasi quattro milioni di euro
Incontro al Ministero della Giustizia tra la Sottosegretaria di Stato Anna Macina e il Presidente del CNOP David Lazzari.
Si possono bere alcolici quando si risulta positivi al Sars-CoV-2?
Il consumo di alcolici è controindicato quando si è positivi al virus Sars CoV-2. Gli studi mostrano infatti che gli alcolici possono compromettere il sistema immunitario
Dopo quanto tempo ci si può ammalare di nuovo di Covid-19?
Gli studi indicano che le reinfezioni con Omicron sono più frequenti. Una ricerca suggerisce un intervallo tra i 90 e i 640 giorni, un'altra tra i 20 e i 60 giorni
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Giornata Mondiale dell’Obesità, Benini (FAND): “Attenzione alla Diabesità”

Per la Giornata Mondiale dell'Obesità 2024 sono molte le iniziative promosse, in Italia, in Europa e nel Mondo dalle organizzazioni contro l'obesità, gli operatori sanitari e le persone ...
Advocacy e Associazioni

Disturbi spettro autistico. Associazioni e Società Scientifiche scrivono al Ministro Schillaci

Nella lettera si sottolinea come sia "indispensabile affrontare le criticità più volte evidenziate da operatori e famiglie nell’ambito di tutti i disturbi del neurosviluppo, quale ...
Advocacy e Associazioni

Giornata Mondiale dell’Obesità: un’epidemia con 800 milioni di malati

Presentate le iniziative italiane della World Obesity Day che ricorre il 4 marzo. Nel nostro Paese le persone con obesità sono l’11,4 per cento della popolazione e oltre 21 milioni di ita...
di I.F.