Salute 16 Agosto 2022 09:00

A Padova il nuovo centro regionale per la terapia cellulare del diabete

Investiti da Regione Veneto un milione e 296 mila euro. Il centro unico nel nord est permette di eseguire su pazienti affetti da diabete di tipo 1 il trapianto di insule pancreatiche in modo da rimpiazzare le cellule distrutte dal sistema immunitario e riavviare la produzione di insulina

A Padova il nuovo centro regionale per la terapia cellulare del diabete

È la più frequente malattia cronica mondiale, interessa oltre 500 milioni di individui, e quasi quattro milioni in Italia, per la quale attualmente non ci sono cure che permettano la guarigione definitiva. Una battaglia che vede impegnati in studi e ricerche molti centri internazionali. L’Italia è in prima linea. Il Veneto, che ha investito un milione e 296 mila euro, ha istituito presso l’Azienda Ospedaliera di Padova il centro Regionale per la terapia cellulare del diabete dove vengono processate e utilizzate cellule pancreatiche per la cura del diabete.

Nuova terapia cellulare per la cura del diabete di tipo 1

Tutto ha avuto inizio nell’UOC Chirurgia dei Trapianti di Rene e Pancreas che ha studiato e sviluppato tecniche di trapianto di piccole porzioni di organo i cui esiti hanno indotto l’Azienda a proporre di istituire un apposito Centro in grado di prelevare, processare e utilizzare cellule pancreatiche per la cura del diabete di tipo 1.

«Coloro che ne sono affetti, sono obbligati a sottoporsi ad iniezioni giornaliere di insulina per controllare i livelli glicemici con effetti impattanti sulla qualità della vita. In quest’ottica gli studi con le terapie cellulari rappresentano una grande opportunità – spiega Lucrezia Furian, Responsabile del Progetto Centro per la terapia cellulare del diabete di Padova nell’osservatorio delle terapie avanzate -. La procedura del trapianto di insule pancreatiche prevede il prelievo delle cellule del pancreas in grado di produrre l’insulina da un donatore deceduto. Tali cellule vengono successivamente isolate, purificate e infuse nel fegato del paziente diabetico, utilizzando solamente le cellule adibite alla produzione dell’insulina».

Il trapianto di insule pancreatiche permette di rimpiazzare le cellule distrutte dal sistema immunitario e riavviare la produzione di insulina. «Le cellule vengono iniettate in un ramo della vena porta e immesse nel circolo sanguigno che conduce al fegato – aggiunge -. In questo modo si collocano all’interno del fegato». La procedura deve essere effettuata in centri specializzati come quello sorto a Padova, che insieme al Niguarda e al San Raffaele è l’unico per questo tipo di trattamento.

Presente e futuro

La ricerca non si ferma e se entro il 2022 sarà fatto il primo trapianto standard di insule pancreatiche su paziente adulto con terapia di immunosoppressione nei prossimi anni la terapia sarà ancora più efficace. «Entro il 2025 puntiamo ad effettuare il primo trapianto di insule microincapsulate – ammette -, procedura ancora più avanzata in seguito alla quale i pazienti non avranno più bisogno di sottoporsi alla terapia immunosoppressiva».

Un traguardo che permetterà di allargare la pratica a tutti i diabetici insulino-dipendenti. «Le cellule microincapsulate saranno impiantate per via laparoscopica nella cavità peritoneale dove potranno crescere e produrre l’insulina necessaria all’organismo per il controllo dei livelli di zucchero».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
L’olio evo contrasta diabete, ipertensione e sindrome metabolica
L'olio extravergine di oliva (Evo) gioca un ruolo chiave nel contrastare l'insorgenza delle patologie cronico-degenerative non trasmissibili come il diabete mellito, l'ipertensione arteriosa, la sindrome metabolica, i tumori, le malattie a carico del sistema nervoso e la malattia renale cronica. Lo confermano le ricerche condotte e in corso all'Università degli Studi di Roma Tor Vergata
di V.A.
Diabete di tipo 2: remissione possibile con stile di vita sano, benefici anche per cuore e reni
Il diabete di tipo 2 può essere "curato" perdendo peso e, in generale, adottando uno stile di vita sano, riducendo significativamente il rischio di malattie cardiovascolari e renali. Queste sono le conclusioni di uno studio dell’Associazione europea per lo studio del diabete (EASD), pubblicato sulla rivista Diabetologia
Diabete di tipo 1, se compare in bimbi under 10 ruba 16 anni di vita
L'Italia è il primo paese al mondo ad aver istituito uno screening del diabete di tipo 1 che come prima e importante conseguenza positiva consentirà di prevenire la chetoacidosi. Oggi infatti il 40% delle diagnosi di diabete di tipo 1 avviene in ritardo a seguito di un esordio drammatico, Senza contare che, quando la malattia ha un esordio precoce, prima dei 10 anni di età, si possono arrivare a perdere ben 16 anni di aspettativa di vita. Questi sono i messaggi lanciati da Valentino Cherubini, presidente della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp) che lancia un appello in occasione della Giornata Mondiale del Diabete che si celebra domani
di V.A.
Diabete: nuove linee guida per il trattamento delle malattie cardiovascolari
Sono state pubblicate le nuove linee guida per le malattie cardiovascolari nelle persone con diabete. Molti i temi trattati: dalla stratificazione del rischio cardiovascolare allo screening fino alla diagnosi e il trattamento. Le linee guida valutano e riassumono le evidenze scientifiche disponibili al momento della loro stesura, con l’obiettivo di supportare gli operatori sanitari nel proporre il miglior approccio diagnostico o terapeutico
Diabete: dieta sana non basta se a tavola ci sono cibi ultra-processati
Una ricerca condotta dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, pubblicata sull'American Journal of Clinical Nutrition, dimostra che il consumo di cibi ultraprocessati aumenta sensibilmente il rischio di morte per persone con diabete di tipo 2, indipendentemente dalla qualità nutrizionale di una dieta attenta e salutare
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...