Politica 26 Maggio 2021 16:13

Misiti (M5S) lancia Ddl per rivedere l’accreditamento di eccellenza: «Stop a ingerenze politiche, coinvolgiamo società scientifiche»

Il medico e deputato M5S Carmelo Massimo Misiti: «Il mio obiettivo è ridare dignità al medico non più su una base politica ma sulla base della qualità dei servizi erogati»

Sganciare il percorso di accreditamento dell’eccellenza in ambito sanitario dai desiderata della politica per tornare a far prevalere il merito e i criteri scientifici. È il cuore del disegno di legge depositato alla Camera dei deputati da Carmelo Massimo Misiti, ortopedico e deputato del Movimento 5 Stelle.

Il problema – secondo Misiti – è capire cosa sia davvero “eccellenza” e come riconoscerla, senza essere fuorviati dal marketing ormai entrato anche nel mondo delle aziende sanitarie. Per questo propone di attribuire alle società scientifiche (soprattutto quelle nell’ambito della chirurgia) un ruolo importante di valutazione e di supervisione, sempre sulla base di criteri oggettivi.

«Il mio obiettivo è ridare dignità al medico non più su una base politica ma sulla base della qualità dei servizi erogati», spiega Misiti a Sanità Informazione. «All’articolo 1.2 del DM 70 si parla di centri di eccellenza. Ma la norma che avrebbe dovuto sancire quali fossero i requisiti non è mai stata scritta. Con questo Ddl vogliamo dare un riferimento all’eccellenza sulla base di lavori, pubblicazioni, valenze e qualità che vengono erogate dal Servizio sanitario pubblico o privato».

Cosa prevede il Disegno di legge

Oggi fra i criteri riconosciuti permangono l’accreditamento istituzionale e la certificazione ISO, criteri che garantiscono il rispetto dei requisiti legislativi nazionali e regionali ma tale certificazione, secondo Misiti, non sempre è in grado di focalizzare l’attenzione sulla componente professionale.

La proposta di legge, strutturata in sei articoli, definisce i principi generali, nonché l’ambito di applicazione riconoscendo la promozione dell’eccellenza in ambito sanitario attraverso la definizione di due percorsi: il primo con una valutazione generica delle strutture sanitarie, siano esse sia pubbliche che private, il secondo attraverso la valutazione di eccellenza per specialità clinica dei professionisti o delle equipe medico sanitarie. Poi disciplina l’accreditamento generico di eccellenza attraverso un processo di valutazione sistematico e periodico svolto da un ente terzo nazionale e da un organismo internazionale. L’articolo 3 disciplina la certificazione di eccellenza per le diverse specialità dei professionisti o delle equipe medico-sanitarie, presenti negli ospedali e nelle strutture sanitarie, siano esse sia pubbliche che private accreditate. In questo ambito giocheranno un ruolo decisivo le società scientifiche che dovranno gestire questa valutazione sulla base di indicatori e standard di riferimento accettati a livello internazionale anche in considerazione delle performance del professionista o dell’equipe in accordo con l’Istituto Superiore di Sanità. Sarà compito della società scientifica garantire standard di valutazione fondate sulla competenza, imparzialità e trasparenza. La norma prevede anche l’istituzione di un Registro nazionale dell’eccellenza Sanitaria.

La reazione delle società scientifiche

La proposta sembra trovare il placet delle società scientifiche. Favorevole si è mostrato Filippo La Torre, past president del Collegio Italiano Chirurghi e Professore di Chirurgia Generale presso l’Università La “Sapienza” di Roma. «Sull’accreditamento fino ad ora hanno giocato un ruolo soprattutto i gestori delle strutture, i direttori generali e poi i politici – spiega La Torre -. Ma un giudizio tecnico per quello che riguarda l’accreditamento lo possono dare soltanto le società scientifiche. Se noi dobbiamo dire qual è il centro urologico di eccellenza in una regione X, non è che possiamo sceglierlo perché il direttore generale ha rapporti stretti con l’assessore. Ma va scelto perché c’è dentro un primario affidabile e capace con numeri importanti di interventi e perché c’è una struttura dedicata capace di rispondere a tutte quante le esigenze. Dallo strumentario alla tecnologia, dall’assistenza post-operatoria alla diagnostica, ecc.».

«Se la scelta viene fatta da un amministratore o da un politico il rischio è che non ci sia la competenza specifica», rimarca il professore di Chirurgia, che poi specifica: «Anche le società scientifiche possono cadere in banalissimi errori non solo di valutazione ma anche di supervalutazione. Per questo servono criteri oggettivi: volumi, strutture adeguate, chirurghi capaci ed esperti».

In base al Ddl la certificazione di eccellenza dovrà comunque essere rivista con cadenza periodica: le valutazioni sono sottoposte a verifica triennale su richiesta degli ospedali e delle strutture sanitarie pubbliche e private, con decadenza automatica del riconoscimento di accreditamento generico di eccellenza sanitaria e della certificazione di eccellenza per specialità sanitaria, a seguito di mancata richiesta o di successiva valutazione negativa.

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
Medici di famiglia sull’orlo di una crisi di nervi… Stressati 9 su 10. Pesano Covid, burocrazia e Whatsapp
Il malessere dei medici di famiglia, tra carenza di colleghi, difficoltà a trovare sostituti e una burocrazia sempre più elevata, «è palpabile» e arriva a sfiorare il 90% di professionisti. Lo dicono i sindacati, gli esperti di sanità, gli analisti del settore. E lo dicono i pensionamenti anticipati che crescono
di V.A.
Sanità italiana divisa a metà: 29 milioni di italiani in difficoltà con le cure
La sanità italiana sempre più divisa in due con ben 29 milioni di italiani che potrebbero avere serie difficoltà. Le performance sanitarie per il 2023 vedono infatti otto tra Regioni e Province autonome promosse, sette rimandate e sei bocciate. Sono i risultato del rapporto «Le performance regionali» del Crea Sanità, Centro per la ricerca economica applicata in sanità, presentato oggi a Roma
Medici e cittadini contro la deriva del Ssn: manifestazioni il 15 giugno nelle piazze e sciopero in vista
Fermare la deriva verso cui sta andando il nostro Servizio sanitario nazionale, con liste di attesa lunghissime per accedere alle prestazioni, personale medico e infermieristico allo stremo, contratti non rinnovati e risorse insufficienti per far fronte all’invecchiamento progressivo della nostra popolazione e dunque della crescente richiesta di cure per malattie croniche. E’ l’appello che arriva […]
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...