Lavoro e Professioni 17 Gennaio 2017 12:18

Contro l’Osas formazione e prevenzione armi vincenti. Professore Garbarino: «Bene la polisonnografia»

Riconoscere i primi sintomi è fondamentale per curare la malattia. Il professore Sergio Garbarino, neurologo dell’Università di Genova, ribadisce l’importanza del ruolo del medico generico nel saper individuare i primi segnali

La malattia delle Apnee Ostruttive del Sonno è sempre più una patologia diffusa che merita approfondimenti da parte del mondo scientifico. Sono circa due milioni di italiani che ne soffrono e si stimano casi in aumento. Sul tema interviene un esperto della patologia, il professore Sergio Garbarino, neurologo dell’Università di Genova, membro della Commissione Europea Esperti “apnee-patenti”.

«Il problema della diagnosi tardiva – spiega Garbarino – determina una serie di ostacoli non solo per la macchina sanitaria, ma soprattutto in termini di vivere quotidiano. Infatti, il paziente che soffre di Osas ha, durante il giorno, i riflessi estremamente lenti e questo si ripercuote sia sull’attività lavorativa che alla guida dell’automobile. Oggi ci rendiamo conto che le Apnee Notturne sono a tutti gli effetti una malattia cronica che risponde a tutti i criteri segnalati l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Osas diventa un problema sociale a causa della mancata prevenzione, questa è la battaglia che bisogna vincere»

Osas comporta anche una spesa piuttosto esosa per il SSN. Come ridurre i costi? Inoltre il sistema è in grado, a livello di preparazione dei medici, di fronteggiare l’emergenza?

«È corretto segnalare un documento approvato in conferenza Stato-Regione dove vengono tracciate le linee guida per ogni singola Regione sulle necessità sanitarie. Ovviamente non è sempre possibile stanziare spese aggiuntive, bisogna quindi ottimizzare quello che già esiste all’interno delle strutture ospedaliere e territoriali del SSN. Questa necessità prevede multidisciplinarietà; infatti Osas è una patologia caratterizzata da aspetti che toccano le sfere disciplinari appartenenti a tanti specialisti, questi in sostanza devono saper parlare fra di loro e trovare la soluzione adeguata per ogni singolo paziente. Ma l’arma vincente, peraltro segnalata all’interno del documento, è una prevenzione primaria che deve partire addirittura dall’età pediatrica e dalla formazione e informazione della classe medica. Da non trascurare anche l’informazione al cittadino, che deve sapere riconoscere i primi sintomi. Infatti le Apnee Ostruttive si instaurano subdolamente e lentamente negli anni, quindi è facile non riconoscerle e attribuire il calo delle proprie performance a stanchezza o altre ragioni. Per questo è necessario che ci sia una classe medica attenta a individuare i sintomi sin dall’inizio».

Articoli correlati
Telemedicina per le apnee notturne: uno studio italiano ne dimostra l’efficacia
Un modello di assistenza che consenta di monitorare da remoto il paziente con apnee ostruttive del sonno (OAS) e che preveda una centrale medica di assistenza, è in grado di migliorarne l’aderenza alla terapia e i risultati clinici. Questa evidenza emerge da uno studio italiano attualmente in corso di valutazione presso la rivista Sleep and Breathing
Giornata mondiale del sonno: ora le apnee si curano a casa
Attivo il servizio di polisonnografia domiciliare del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, in collaborazione con Ve.Di.Se. Hospital Spa
OSAS e malattie cardiovascolari: il rischio aumenta. L’analisi del cardiologo
Nei pazienti con OSAS (sindrome da apnee ostruttive del sonno) l’incidenza di ipertensione arteriosa, aritmie, scompenso cardiaco, ictus e cardiopatia è maggiore, a confermarlo gli studi più recenti. Con il cardiologo Filippo Scalise (Policlinico Monza) analizziamo questa connessione tutt'altro che scontata
Apnee ostruttive del sonno, a cosa deve fare attenzione un odontoiatra per riconoscerle in adulti e bambini?
Intervista al professor Luca Levrini, odontoiatra dell’Università degli Studi dell’Insubria di Como e Varese
Apnee ostruttive del sonno, a cosa deve fare attenzione un Mmg per riconoscerle nei pazienti?
Quali sono i campanelli di allarme e cosa fare una volta arrivata la diagnosi? Ne abbiamo parlato con il dottor Stefano de Lillo, Mmg e Vicepresidente dell’OMCeO di Roma
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Malattie croniche: cala la mortalità in Italia, ma i progressi rallentano

Lo studio internazionale pubblicato su The Lancet mostra un calo del 30% della probabilità di morire prima degli 80 anni per un italiano a causa di patologie croniche tra il 2000 e il 2019
Sanità

La tempesta estiva del NITAG: agosto 2025 tra nomine, polemiche e revoche

Quello che avrebbe dovuto essere un normale atto amministrativo, la nomina dei nuovi membri del NITAG – il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni – si è trasformato ...
Prevenzione

Pertosse, il ritorno inatteso: cosa ci insegna l’epidemia del 2024 in Toscana

Dopo anni di silenzio durante la pandemia, la pertosse è tornata con forza. Uno studio del Meyer di Firenze pubblicato su Eurosurveillance rivela come ritardi nei richiami e scarsa adesione all...
Salute

Disturbi mentali, ne soffre oltre un miliardo di persone. Oms: “Una sfida di salute pubblica”

Lo stato dell'arte nei due nuovi rapporti diffusi oggi dall’Oms: World mental health today e Mental health atlas 2024
di I.F.