Mondo 14 Aprile 2022 12:39

La tv Ucraina spiega come curare le ferite di guerra

Ritorna alla ribalta il laccio emostatico arterioso, il paramedico spiega come funziona

di Paola Perrotta

La televisione ucraina trasmette video informativi alla popolazione per insegnare a curare le ferite da armi da fuoco e fornire ai cittadini le primarie ed essenziali istruzioni di pronto soccorso.

E quindi il tourniquet, il dispositivo medico d’urgenza contro le emorragie massive quasi ‘demonizzato’ in tempo di pace, ritorna prepotentemente alla ribalta. «Se sul piano del primo soccorso standard non è particolarmente incoraggiato, perché si preferiscono tecniche più all’avanguardia – spiega il paramedico Daniele Manno, Istruttore di Remote e Military Life Support – in situazioni di emergenza diventa insostituibile. In guerra non si ha tempo di portare la vittima al pronto soccorso ed è essenziale intervenire subito, per salvare più vite possibile», racconta a Sanità Informazione Manno.

Dall’inizio di questa sanguinosa guerra, hanno perso la vita migliaia di civili, funzionari locali parlano di almeno 2.400 morti a Mariupol, compresi donne e bambini. Anche se una stima è difficile, riuscire a intervenire in maniera tempestiva, può salvare molte vite.

L’ultima risorsa

Il tourniquet viene usato come “ultima risorsa” per emorragie massive o per amputazioni e per sindromi da schiacciamento ed è l’unico dispositivo che ci può permettere di garantire di interrompere il flusso di sangue e salvare la vita di un uomo, dice Manno. Ma i medici e gli operatori sanitari spesso non sanno o hanno dimenticato come usarlo, in realtà è semplice e anche un comune cittadino può imparare, proprio come le istituzioni Ucraine stanno facendo in televisione.

La traduzione in italiano di tourniquet con laccio emostatico è erronea perché fa pensare ai lacci in lattice o in gomma utilizzati per facilitare il reperimento di un accesso venoso – prosegue Manno -. Ricerche sul campo, effettuate dagli USA durante la guerra in Afghanistan, hanno mostrato una percentuale di sopravvivenza molto elevata di oltre il 90%, con tempi di trasferimento presso strutture attrezzate fino a 6 ore, senza complicazioni ovvero senza perdite dell’arto. «È importante per questo che sia sempre presente nei kit di pronto soccorso».

Cosa fare

Il tourniquet può essere applicato solo sugli arti, spiega Manno. Se è possibile identificare la sede del sanguinamento, va applicato 5-6 cm sopra la ferita ma non sulle articolazioni del gomito o del ginocchio. È importante stringerlo fino all’arresto del sanguinamento e non rimuoverlo fino all’arrivo al Pronto Soccorso e scrivere l’orario di applicazione. Qualora la sede del sanguinamento non fosse identificata, bisogna applicarlo nella zona più prossimale dell’arto, il più stretto possibile o fino all’arresto del sanguinamento, non rimuoverlo fino all’arrivo al pronto soccorso e scrivere l’orario di applicazione. Per poter adeguatamente formare anche il personale medico e paramedico, Manno sta realizzando un corso di accreditamento professionale, che sarà presto disponibile.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

Articoli correlati
Ucraina: emergenza ferite da scheggia, allo studio IA per valutazioni «lampo»
Con l'invasione della Russia in corso, l'Ucraina sta cercando nuovi modi di utilizzare l'intelligenza artificiale per valutare e curare le ferite causate da schegge. Grazie al contributo di un gruppo di ricercatori britannici, l'IA viene addestrata con l'aiuto di modelli 3D di tessuti lesionati in laboratorio
Guerra in Ucraina, Consulcesi lancia il nuovo corso contro le emorragie da ferite da guerra
«Di fronte ai gravissimi attacchi contro l’assistenza sanitaria, mettere il maggior numero di persone in condizione di saper compiere semplici ma efficaci manovre per fermare per esempio la fuoriuscita di sangue può significare salvare una vita in più», commenta Daniele Manno, esperto di Remote e Military Life Support
Supporto psicologico ai profughi ucraini, il lavoro del centro nato in memoria di Alfredino Rampi
All’interno del centro Rampi, a Roma, è nata un’unità di aiuto ai profughi ucraini in fuga dalla guerra. Ad aiutarli volontari della protezione civile, mediatori, psicologi. Michele Grano (PSICAR): «Con i bambini usiamo la modalità ludica per aiutarli a tirare fuori in maniera mediata la propria angoscia»
di Francesco Torre
Sanitari ucraini nel SSN. I dubbi di Alternativa: «Asl non hanno strumenti per valutare requisiti»
La deputata e medico Leda Volpi ha presentato un’interrogazione per sollecitare il ministero della Salute a varare una circolare o una norma: «Derogare all’iter di riconoscimento dei titoli è rischioso, parliamo di professioni molto sensibili»
Guerra in Ucraina: Consulcesi mette in salvo 12 donne e bambini. Per loro rifugio e assistenza
Allestiti tre appartamenti con giardino a Valmontone, a Roma. 1.829 i chilometri percorsi in tre giorni dai van Consulcesi per consegnare beni e portare in Italia le vittime del conflitto
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...