Lavoro e Professioni 10 Marzo 2021 14:39

Specializzandi, dopo la vittoria sulle vaccinazioni si guarda al futuro: nuovo contratto e stop all’imbuto formativo

Le principali associazioni di specializzandi guardano con fiducia al ministro Maria Cristina Messa dopo l’accordo che ha sancito la volontarietà e la retribuzione per il coinvolgimento del processo di vaccinazione
Specializzandi, dopo la vittoria sulle vaccinazioni si guarda al futuro: nuovo contratto e stop all’imbuto formativo

L’accordo per il coinvolgimento dei medici specializzandi nel processo di vaccinazione è stato sicuramente un successo per le associazioni di categoria. Un segnale di attenzione importante da parte del Ministro dell’Università Maria Cristina Messa che per altro proviene anch’essa dal mondo medico essendo professoressa di Diagnostica per immagini e Radioterapia presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Ora però sul tavolo ci sono i temi storici che affliggono i medici in formazione: dall’imbuto formativo alla creazione di un vero e proprio contratto che superi il sistema delle borse.

Il successo sulle vaccinazioni

Tra le vittorie più importanti raggiunte dalle associazioni c’è sicuramente la volontarietà del medico specializzando al processo vaccinale, la remunerazione, l’assicurazione e il fatto che il tempo impiegato non sarà sottratto alla formazione specialistica.

«Più soddisfatti di così non potevamo essere», commenta a Sanità Informazione la vicepresidente vicaria di FederSpecializzandi Federica Viola, che aggiunge: «La volontarietà è importante perché la legge di Bilancio prevedeva, al contrario, l’utilizzo degli specializzandi nella campagna vaccinale all’interno del percorso formativo, rendendolo di fatto quasi obbligatorio. In realtà si tratta dell’erogazione di una prestazione sanitaria che in questo momento è fondamentale: noi ci siamo sempre resi disponibili a lavorare all’interno del Ssn soprattutto durante questa pandemia. Però quella modalità non tutelava la nostra professionalità e la nostra formazione. Serviva un investimento da parte dello Stato e credo che questo sia un bel segnale che è stato dato».

«Se il buongiorno si vede dal mattino siamo sicuramente sulla strada giusta», commenta Pierino Di Silverio, Responsabile Anaao Assomed Giovani, che esclude che ci possano essere pochi volontari disponibili: «Non ci siamo mai sottratti e con questo accordo sono certo che i medici non mancheranno».

«Siamo molto soddisfatti – gli fa eco Gianmaria Liuzzi, membro del Consiglio direttivo di ALS – Associazione Liberi Specializzandi -. Adesso bisogna accelerare con le regioni per avere dei bandi regionali che siano uniformi tra loro. Il pericolo è che alcune regioni inizino a farli e altre no. Potremmo avere un’Italia a due velocità con regioni più efficienti e altre meno. Bisogna che il governo stanzi subito il finanziamento come scritto nel protocollo e modifichi il Decreto legislativo 368 per eliminare le incompatibilità degli specializzandi».

Il nodo dell’imbuto formativo

Questione atavica e mai realmente affrontata dalla politica, il problema dell’imbuto formativo sarà al centro delle interlocuzioni che le associazioni avranno con il Ministro Messa. Anche se negli ultimi anni il numero delle borse di specializzazione è sensibilmente aumentato, il numero di giovani medici finiti nel limbo dei ‘camici grigi’ resta elevatissimo e, con la laurea abilitante, è destinato ad aumentare ad un ritmo più veloce del passato.

«Abbiamo chiesto alla nuova Ministra un incontro per poter discutere dei temi storici sul tavolo: l’abolizione dell’imbuto formativo con la differenza tra il numero dei laureati in Medicina e il numero di borse di specializzazione disponibili, il miglioramento del concorso per accedere alle scuole di specializzazione e poi la formazione e il percorso formativo stesso, un contratto che è fermo a più di dieci anni fa e quindi andrebbe adeguato sia in termini di retribuzioni sia in termini di tutele e diritti dei medici specializzandi che ad oggi sono molto aleatori e poco chiari, lasciati alla volontà dei singoli direttori di scuola», spiega Federica Viola.

Anche Pierino Di Silverio auspica un incontro a breve con il neo Ministro Messa sul tema: «Vigileremo affinchè il concorso non venga rinviato a dopo l’estate come l’anno scorso – sottolinea Di Silverio a Sanità Informazione –. Però siamo già a marzo e se vogliamo farlo nei tempi bisogna iniziare a lavorarci. Ancora però è tutto fermo. C’è poi il tema del contratto: vogliamo avere un contratto vero e proprio e non una borsa di formazione. Lo specializzando non è un borsista, è un medico in formazione che merita un investimento adeguato».

Pragmatico Liuzzi che vede però il problema della qualità dell’offerta formativa: «Ci aspettiamo un leggero aumento di borse ma in concomitanza anche una riforma della specializzazione anche perché le scuole non riescono in maniera quantitativa ad avere tutti questi specializzandi. Altri 16mila specializzandi vanno a mettere molto in sofferenza l’attuale impianto di specializzazione».

Teoricamente, da regolamento, il bando di concorso deve essere pubblicato entro la fine maggio ma sono tre anni che si va in deroga. L’anno scorso fu addirittura a fine luglio e gli specializzandi scesero in piazza a Montecitorio per esternare la loro frustrazione. Ora vediamo se con il nuovo governo la musica cambierà.

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