Lavoro 29 Marzo 2022 10:49

Anestesisti cercasi, AIOP lancia l’allarme: «A rischio sale operatorie e terapie intensive»

Beretta (AIOP Lombardia): «Con l’apertura dei concorsi pubblici molti specialisti si sono spostati lasciando il privato in difficoltà. Ora si punta sul mercato extra Ue. Chiesta al Ministro Speranza l’equipollenza dei titoli fino al 2024»

Anestesisti cercasi, AIOP lancia l’allarme: «A rischio sale operatorie e terapie intensive»

Sanità privata italiana sempre più internazionale. È questa la tendenza degli ultimi mesi per far fronte alla carenza di medici e infermieri ormai cronicizzata da anni ed esplosa con la pandemia, e che interessa in realtà tutto il sistema sanitario italiano.

A evidenziare la necessità di rivolgersi ad un mercato per lo più extra Ue è il presidente di AIOP Lombardia Dario Beretta. «In Lombardia mancano diversi professionisti della sanità – spiega il numero uno dell’associazione italiana dell’ospedalità privata sezione lombarda -. Il deficit emerso con la pandemia non è mai cessato, anche quando l’emergenza sembrava essere rientrata. Oggi il Covid fa meno vittime, ma in realtà stiamo registrando una certa recrudescenza del virus e questo genera tra il personale assenze e ritardi che vanno a gravare ancor più sul sistema di ospedalità pubblica e privata».

Sos anestesisti

Ad essere in numero insufficiente sono soprattutto gli anestesisti, evidenzia lo stesso Beretta: «Se non funziona la sala operatoria e la terapia intensiva, si blocca tutta la catena delle attività – ammette – per questo è necessario correre ai ripari». La situazione appare difficile nel settore pubblico, ma ancor più nel privato perché, come ben illustra il numero uno di AIOP Lombardia: «Con l’apertura dei nuovi concorsi pubblici molti professionisti, in particolar modo operatori sanitari, scelgono quella via per diverse ragioni: la possibilità di avvicinarsi a casa, dal momento che tanti arrivano dalle regioni del sud o la prospettiva di una più brillante carriera e questo implica per l’ospedalità privata una nuova tegola sulla testa cui porre rimedio». Il problema è presente, ma non in maniera evidente nel gruppo San Donato che vanta una struttura diversificata e ben fornita di specialisti e dove, per altro, il reclutamento oltre confini è già una realtà. «Abbiamo diversi operatori sanitari provenienti dall’est e dal sud America – ci fanno sapere – in particolare sono medici extra UE che vanno a coprire le posizioni di anestesisti e internisti».

Professionisti Extra UE chiesta la proroga dell’equipollenza dei titoli fino al 2024

Gruppo San Donato a parte, nell’ospedalità privata la criticità è evidente come ha spiegato Beretta che ipotizza alcune soluzioni: «È necessario aumentare i posti nelle scuole di specializzazione ed è necessario rivolgersi ai professionisti extra Unione Europea». Al riguardo AIOP ha avviato una vera e propria operazione di reclutamento: «Durante la pandemia per far fronte all’emergenza abbiamo cercato medici nei paesi extra Ue anche se non hanno una laurea equipollente, in tal caso per poter esercitare in Italia sono stati certificati dal Ministero della Salute». Si tratta di una validità temporanea che oggi si ferma al 31 dicembre 2022. «Una durata troppo breve per essere motivante per un professionista straniero, quindi abbiamo chiesto la possibilità di prorogare l’operazione fino a dicembre 2024, ma per ora da parte del Ministero della Salute abbiamo ricevuto una porta chiusa e questo per noi è penalizzante».

Medici in arrivo dall’Ucraina, deroga per un anno

Oggi si guarda con interesse ai professionisti dell’Ucraina a cui è stata concessa una deroga per esercitare in Italia. «Si tratta di una finestra di dodici mesi – ammette Beretta -. Il primo problema da affrontare e risolvere è la conoscenza della lingua italiana, poi dobbiamo mettere in conto che non appena la guerra finisce torneranno a casa a curare i loro pazienti. Detto ciò, noi siamo disponibili ad assumerli, tenendo conto che da un punto di vista economico non costano meno, anzi, a parità di retribuzione c’è da aggiungere il costo di chi va a reclutare queste persone. È tutt’altro che un risparmio, ma nel momento in cui non ci sono altre possibilità, siamo obbligati a fare questa scelta, ma non sempre riusciamo».  Come spesso accade per i medici della Grecia – nazione che ha una vasta gamma di offerta di camici bianchi – che sono attratti però da altri paesi come la Germania o l’Inghilterra. «Purtroppo con questi paesi non siamo competitivi – si rammarica Beretta – all’estero i medici vengono retribuiti meglio».

Specializzazione: imbuto da allargare

Camici bianchi insufficienti e mercato poco competitivo, il sistema della Sanità Italiana con questi presupposti sembra non avere futuro, eppure per Beretta uno spiraglio ci sarebbe: «In Italia i medici ci sono, mancano invece gli specialisti. Sono aumentati negli ultimi due anni, ma non abbastanza perché ci sono due limiti da superare: le scuole di specialità oggi coprono i due terzi del fabbisogno reale, (prima non erano neppure al cinquanta percento) e i costi che si aggirano sui 25 mila euro l’anno – fa i conti Beretta – questo significa che per formare un medico ci vogliono in media 150 mila euro. Forse tra dieci anni riusciremo a raggiungere l’equilibrio rispetto alle esigenze assistenziali, sempre che si riesca a rallentare la fuga verso l’estero dei medici specialisti italiani».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
Medici e cittadini contro la deriva del Ssn: manifestazioni il 15 giugno nelle piazze e sciopero in vista
Fermare la deriva verso cui sta andando il nostro Servizio sanitario nazionale, con liste di attesa lunghissime per accedere alle prestazioni, personale medico e infermieristico allo stremo, contratti non rinnovati e risorse insufficienti per far fronte all’invecchiamento progressivo della nostra popolazione e dunque della crescente richiesta di cure per malattie croniche. E’ l’appello che arriva […]
Arturo è in Italia. La nuova variante è stata individuata a Pavia
Abbiamo la prima prova che a nuova «sorella» di Omicron, Arturo, si trova in Italia. «E' stata identificata dall'équipe di Fausto Baldanti, direttore dell'Unità di microbiologia e virologia dell'Irccs San Matteo di Pavia», annuncia ufficialmente l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso
SSN, Camera approva mozioni. Quartini (M5S): «Investire almeno il 10% della spesa sanitaria in prevenzione»
Il capogruppo pentastellato in commissione Affari sociali boccia le politiche sulla sanità del governo Meloni: «Continua definanziamento, almeno 8% del PIL vada a spesa sanitaria». E contesta il numero chiuso a Medicina
Salute, Cittadini (Aiop): «Condividiamo appello della Commissione Salute delle Regioni sui rischi del Servizio Sanitario Nazionale»
«La sostenibilità economico-finanziaria dei bilanci sanitari è fortemente compromessa dall'insufficiente livello di finanziamento del SSN» ha ribadito la presidente dell'Associazione Italiana Ospedalità Privata
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...