Lavoro e Professioni 11 Maggio 2021 16:31

Violenza su operatori sanitari, casi in aumento. Protocolli con forze di polizia e Osservatorio, la legge resta zoppa

Approvata otto mesi fa, la Legge 113 del 2020 fatica ancora a trovare applicazione. Il Presidente FNOMCeO Filippo Anelli: «La legge funziona bene se Ordini e istituzioni intervengono». L’ex Ministro Grillo apre a una modifica: «Bisogna prendere spunto da quello che accade ogni giorno, ad esempio nei Pronto soccorso». Nessuno Tocchi Ippocrate: «No vax fomentano paure»

Violenza su operatori sanitari, casi in aumento. Protocolli con forze di polizia e Osservatorio, la legge resta zoppa

Battipaglia, Gela, Gravina in Puglia, Roma. Sono solo alcune città dove nelle ultime settimane si sono verificati episodi di violenza contro medici e operatori sanitari. Nella Capitale un uomo sotto effetto di droghe ha minacciato con un coltello un’infermiera, a Gravina è stato aggredito un equipaggio del 118, a Salerno due medici della Guardia medica sono stati insultati e minacciati da un uomo ubriaco, all’Ospedale Vittorio Emanuele di Gela due sorelle incinta hanno picchiato l’ostetrico con la complicità della madre. La luna di miele tra i professionisti della sanità e i cittadini, scoppiata con l’emergenza Covid, sembra essere già finita e la piaga della violenza verbale e fisica torna, purtroppo, a farsi strada.

«Il fenomeno sta riprendendo complice un negazionismo dilagante che acuisce l’odio nei nostri confronti sopito con la pandemia», spiega a Sanità Informazione Manuel Ruggiero, fondatore e presidente dell’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, che da anni denuncia gli episodi di violenza verso i sanitari attraverso la sua pagina Facebook.

«La frangia dei no vax, che prima era in minima percentuale e coinvolgeva solo le vaccinazioni dell’infanzia, adesso è cresciuta con il Covid: sono persone molto più pericolose perché fanno una cattiva informazione sul vaccino e fomentano paure immotivate. Non fanno altro che scagliarsi contro di noi che siamo coloro che materialmente somministrano i vaccini», insiste Ruggiero.

Anelli (Fnomceo): «Effetto medici eroi è finito»

Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli: «L’effetto medici eroi è abbondantemente finito. Gli eroi sono quelli che si sono sacrificati e a cui viene data la giusta considerazione. Oggi invece ancora ci vengono negati dei diritti».

«Purtroppo è un problema culturale – ricorda l’ex Ministro della Salute Giulia Grillo -. La nostra sanità pubblica e le risorse umane che la tengono in piedi per troppo tempo sono state vittime di una campagna politica e mediatica volta a sminuirne il valore e la qualità. Da ministro ho ritenuto necessario legiferare su questo argomento non solo per il doppio dovere del SSN, di tutelare i cittadini-pazienti e di garantire l’incolumità di chi vi opera, ma anche per dare un segnale politico di vera attenzione per la nostra sanità pubblica».

Le legge contro la violenza sugli operatori sanitari

Una nuova era sarebbe dovuta incominciare con l’approvazione della Legge 113 del 2020, intitolata “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni” e fortemente voluta da tutto il mondo della sanità. Tra i promotori l’ex ministro della Salute Giulia Grillo (M5S) che l’aveva voluta quando era ancora a Lungotevere Ripa.

Tra le novità più rilevanti la modifica degli articoli 581 e 582 del Codice penale, con la previsione, anche per i reati di percosse e lesioni personali, della procedibilità d’ufficio in caso di aggressioni a danno di personale sanitario. A distanza di otto mesi dalla sua approvazione in Parlamento, la sua applicazione fatica a radicarsi nell’operato di magistrati e forze dell’ordine. È lo stesso presidente FNOMCeO Filippo Anelli a raccontare che le cose non sempre stanno andando come preventivato dal legislatore.

«La legge è in vigore, quindi teoricamente dovrebbe essere applicata – spiega Anelli -. Ho avuto una esperienza diretta sull’applicazione della legge, ci sono stati dei casi di aggressione nella mia provincia, a Bari, in cui non c’è stata un’applicazione puntuale della legge. Ha trovato successiva applicazione dopo che ho fatto un intervento diretto nei confronti delle autorità chiedendo che la legge fosse rispettata. Credo che ci sia bisogno di un periodo di rodaggio e che gli Ordini, così come le varie istituzioni, devono in qualche maniera ricordare che c’è una procedibilità d’ufficio nel momento in cui avviene un’aggressione e quindi i magistrati devono procedere direttamente applicando le sanzioni previste dalla legge stessa. Questo attiene al dibattimento e al giudizio del magistrato. L’aspetto complicato è quello dell’avvio. La legge funziona bene se le varie istituzioni, gli Ordini, i sindacati e le varie associazioni richiamano alla mente degli inquirenti che esiste una norma che prevede determinate procedure che devono essere rispettate».

«Dipende molto anche dal giudice di turno – spiega Manuel Ruggiero -. Molti giudici già ci hanno equiparato a pubblici ufficiali, mentre la maggior parte dei togati non ci qualifica come tali. Secondo noi andrebbe modificata: occorre il pieno riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale in modo che la procedibilità d’ufficio scatti appena ci mettono un dito addosso. Non è giusto che una maestra o un capotreno siano pubblico ufficiali e noi no. Noi del 118 andiamo al domicilio delle persone e siamo noi i primi ad intervenire a casa delle persone, siamo in prima linea».

«Ogni provvedimento è migliorabile – sottolinea Giulia Grillo – e per farlo bisogna prendere spunto da quello che accade ogni giorno, ad esempio nelle corsie degli ospedali o nei Pronto soccorso. È chiaro che sono necessarie altre azioni politiche che valorizzino maggiormente le professioni sanitarie».

Grandi assenti i protocolli con le forze dell’Ordine e l’Osservatorio nazionale

La Legge 113 prevede due misure che per ora, però, sono rimaste lettera morta: la prima è la creazione di un Osservatorio nazionale partecipato, tra gli altri, da sindacati, Ordini e associazioni dei pazienti con lo scopo di monitorare gli episodi di violenza e le misure di protezione adottate. Inoltre, la norma prevede che le strutture sanitarie abbiano nei propri piani per la sicurezza misure volte a stipulare specifici protocolli operativi con le forze di polizia, per garantire il loro tempestivo intervento.

Nulla di tutto questo, al momento, è stato attivato. «I protocolli servono a stabilire una collaborazione fra gli enti più che l’applicazione della norma – spiega ancora il Presidente FNOMCeO -. Essere vigilanti, richiamarlo senza suscitare alcun tipo di suscettibilità da parte delle forze di polizia può essere un utile strumento per richiamare l’applicazione della norma», spiega Anelli. E sull’Osservatorio sottolinea: «Su questo punto siamo in ritardo e credo sia opportuno fare presto. Abbiamo avuto rassicurazioni dal Ministro Roberto Speranza che si riunirà a breve».

«La legge 113 del 2020 è stata un primo passo, primo ma fondamentale per arrivare al giorno in cui non si sentiranno più notizie di eventi del genere. Bisogna però continuare con ogni azione politica e sociale possibile che rafforzi la conoscenza del valore immenso che ha la nostra sanità e di quanto indispensabile sia il lavoro di chi vi opera», conclude l’ex ministro e medico Giulia Grillo.

 

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