Lavoro e Professioni 9 Agosto 2022 16:46

Albenga (Savona), l’appello del sindaco Tomatis: «Ridateci il Pronto Soccorso»

Chiuso durante il Covid, il punto di primo intervento della cittadina ligure non ha riaperto dopo la pandemia. I cittadini hanno dato vita al movimento “senzaprontosoccorsosimuore”, raccolto firme e scritto al Presidente della Regione Liguria, mentre il Pronto Soccorso del Santa Corona a Pietra Ligure ora è al collasso

Albenga (Savona), l’appello del sindaco Tomatis: «Ridateci il Pronto Soccorso»

Sono in migliaia ad aver aderito al movimento apartitico “senzaprontosoccorsosimuore”. Sono gli abitanti di Albenga, secondo agglomerato urbano della provincia di Savona, perno di un’area di 63 mila cittadini che hanno perso il Pronto Soccorso del nosocomio del territorio. La campagna di raccolta firme prosegue da alcuni mesi e in prima linea a sostenere le ragioni dei cittadini è il sindaco Riccardo Tomatis, medico di medicina generale e dunque doppiamente coinvolto nella battaglia. «Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, in particolare ora che è estate. Chi ha una urgenza deve recarsi a Pietra Ligure, al Santa Corona, che è rimasto l’unico Pronto Soccorso a 14 chilometri di distanza, ormai sull’orlo del collasso».

Quattordici chilometri sono pochi, non in Liguria però, dove per conformazione fisica la circolazione viaggia in due direzioni solo su due arterie: l’autostrada dei Fiori e la via Aurelia. Sindaco, un gran problema se si pensa che nei mesi estivi con i turisti l’utenza del territorio quadruplica… da quanto tempo siete orfani del Pronto Soccorso?

«Il nostro ospedale è stato inaugurato nel 2011, tecnologicamente avanzato, funzionale. L’anno successivo, nel 2012, è stato chiuso il PS ma sostituito con un punto di primo intervento h24, che è riuscito a soddisfare le esigenze del territorio. Questo punto ha funzionato fino al 2020, poi è arrivata la pandemia, l’ospedale è stato trasformato in Covid Hospital, ma alla fine dell’emergenza il punto di primo intervento non è stato più aperto».

Sotto accusa la Regione

Sotto accusa è finito il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti «per avere una visione della sanità che non corrisponde alla realtà», dice il primo cittadino di Albenga.

Quest’anno, dunque, per la prima volta dovete affrontare la stagione estiva a pieno regime e fare davvero i conti con un deficit nella rete di emergenza-urgenza. Con quale motivazione non è stato più riaperto?

«Secondo il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, i punti di primo interventi non sono più previsti del DM70 e il nostro ospedale non avrebbe le caratteristiche per avere un Pronto Soccorso».

È proprio così?

«Secondo la legge un ospedale per avere il PS deve avere un bacino di utenza superiore agli 80 mila abitanti, una distanza al nosocomio più vicino superiore a 30 minuti di auto che il nostro ospedale e il suo distretto sociosanitario non soddisfano».

Questa è una motivazione tecnica, ma … mi sembra di capire che c’è molto di più

«Che non si possa riaprire è tutto da vedere. In realtà c’è molta confusione riguardo l’interpretazione del DM 70, infatti noi abbiamo fatto una interrogazione al Ministro della Sanità e la sua risposta è stata chiara, questi sono i requisiti minimi, ma se un Presidente di Regione o un Assessore Regionale vuole fare di più può intervenire».

Al Santa Corona di Pietra Ligure i malati attendono anche 12 ore

«Barelle allineate lungo i muri, ambulanze incolonnate davanti agli accessi, l’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure è al collasso. Con la stagione turistica le richieste di intervento sono moltiplicate e i medici e gli infermieri non riescono più a gestire la mole di lavoro».

Cosa non “vede” il Governatore della Liguria con delega alla sanità?

«Esiste un problema serio anche di ordine pubblico che ricade a cascata su tutti i comuni della zona come Alassio, Laigueglia, Andora, Ceriale, Borghetto, Loano, Pietra Ligure – rimarca il sindaco Tomatis -. Infatti, il Santa Corona, che è un Dea di secondo livello, oggi è in una situazione di assoluta ingestibilità per il flusso di gente che deve sopportare. Al punto che a volte viene chiuso, non riceve più pazienti e li dirotta sul Pronto Soccorso di Savona. Ora ci troviamo in questa situazione: il Santa Corona nonostante l’impegno di medici e operatori sanitari ha attese anche di dieci, dodici ore. I pazienti sono ammassati nei corridoi sulle barelle, qualche volta anche a terra. Siamo di fronte ad uno scenario da terzo mondo e i pazienti rinunciano ad andare al Pronto Soccorso. Senza contare il danno di pubblica assistenza che si genera».

In che senso?

«Abbiamo un territorio in grossa difficoltà perché le ambulanze sono tutte impegnate a portare i pazienti al Santa Corona ed essendo così lunghi i tempi di attesa l’ambulanza non può lasciare i malati prima della registrazione e si crea una carenza sulle strade. È una situazione impensabile, eppure nonostante le nostre richieste d’aiuto, manifestazioni, raccolte di firme, non accade nulla».

Mi sta dicendo che Regione Liguria potrebbe intervenire, ma non lo fa?

«La politica qui non c’entra – si affretta a precisare – il movimento sta raccogliendo le firme e chi sottoscrive il documento che sarà consegnato al Prefetto è di sinistra, di centro e di destra, la salute non ha bandiere, è di tutti e cerchiamo di difenderla. Abbiamo scritto al Prefetto come massima autorità dello Stato sul territorio per chiedere attenzione ad una situazione che può diventare di rischio sanitario, ma anche di ordine pubblico perché si stanno verificando situazioni di intolleranza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari. Che non si dica un domani che noi non l’abbiamo avvisato».

Avete avuto un incontro con il governatore della Regione Liguria?

«Abbiamo scritto come Consiglio comunale al Presidente Toti, una decisione presa all’unanimità, il che significa che non c’è strumentalizzazione politica da parte nostra. Nella delibera abbiamo chiesto di riaprire il punto di primo intervento e potenziare l’ospedale che tra l’altro è un vero gioiello di tecnologia».

La risposta?

«Ha scritto che la competenza in materia sanitaria non è del comune. È una risposta inadeguata. Il Pronto Soccorso è un po’ il collo di bottiglia della sanità perché se un paziente ha ad esempio una tendinopatia alla spalla e la prima ecografia disponibile è a sei mesi, dopo due notti di dolore va al PS che è diventato la cartina di tornasole di una sanità che non sta funzionando. Viene violato ogni giorno l’articolo 32 della Costituzione, costruire un ospedale di comunità in un territorio privo di strutture adeguate è una soluzione, declassare un ospedale vero, con sale operatorie all’avanguardia, moderno, costruito grazie ai lasciti degli avi degli attuali abitanti per realizzare una struttura per malati cronici è inconcepibile e potrebbe essere materia per la Corte dei conti».

Ora parlo al medico, cosa dice ai suoi pazienti difronte a questa situazione?

«Sono in difficoltà a fare ambulatorio, mi tocca addirittura suggerire di rivolgersi ai privati che è inaccettabile perché la sanità pubblica nel nostro territorio non sta dando le risposte adeguate. Tra poco più di un mese ci saranno le elezioni politiche e non le nascondo che da me sono venuti già molti politici. Io sono stato chiaro, sono un civico, non ho una tessera, a tutti ho detto che chi si impegnerà nel proprio programma per cercare di risolvere questa situazione avrà il mio sostegno».

 

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