Contributi e Opinioni 13 Dicembre 2016 14:17

Lo Spreco alimentare tra Etica, Salute, Economia ed Ambiente: interventi legislativi nazionali e comunitari

Mentre il Parlamento Europeo con la risoluzione 2011/175 (INI) del 19 gennaio 2012, propone una nuova strategia comunitaria per ripensare il tema degli sprechi alimentari, individuando alcune azioni ritenute inderogabili,[1] la Commissione Europea mette in atto una politica serrata su questo tema promuovendo numerose iniziative di sensibilizzazione; istituendo una piattaforma comunitaria (EU Platform on Food […]

di Maurizio Ferri - Coordinatore Scientifico SIMeVeP

Mentre il Parlamento Europeo con la risoluzione 2011/175 (INI) del 19 gennaio 2012, propone una nuova strategia comunitaria per ripensare il tema degli sprechi alimentari, individuando alcune azioni ritenute inderogabili,[1] la Commissione Europea mette in atto una politica serrata su questo tema promuovendo numerose iniziative di sensibilizzazione; istituendo una piattaforma comunitaria (EU Platform on Food Losses and Food Was [2] , facendo suo l’obiettivo delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile che prevede di dimezzare entro il 2030 gli sprechi alimentari pro capite nei diversi passaggi delle filiera alimentare ed inserendo gli sprechi alimentari all’interno di diversi programmi comunitari, quali la Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e solidale ed il Pacchetto sull’economia circolare.

Ad oggi esiste un ventaglio di opzioni  per la riduzione degli sprechi ognuno con un diverso profilo di performance misurata sull’efficacia e sostenibilità. Alcune sono individuabili in: doppia scadenza commerciale e sanitaria (per il consumo); campagne di sensibilizzazione (18% cittadini EU non comprende la dicitura “TMC-termine minimo di conservazione”), manuale sull’utilizzo dei prodotti prossimi alla scadenza;  innovazioni tecnologiche per un uso efficiente (eco-design) degli imballaggi; manuale sulla gestione razionale delle eccedenze ecc..

In Italia il Ministero dell’Ambiente si è fatto promotore di una Consulta di cui fanno parte i diversi attori della filiera agroalimentare ed il cui obiettivo è di elaborare proposte e buone pratiche per ridurre gli sprechi alimentari e la produzione di rifiuti. Tale programma di riduzione degli sprechi è coordinato da Andrea Segrè, fondatore e presidente di Last Minute Market ed è parte integrante del Piano nazionale di prevenzione dei rifiuti (PINPAS), le cui attività saranno coordinate  da un Gruppo di Lavoro ad hoc.

Sebbene in Italia la legislazione nazionale abbia dimostrato di essere efficace nel promuovere la donazione di alimenti e il recupero di eccedenze alimentari (es. Legge n. 155/2003 o Legge del Buon Samaritano, Legge n.147/2013 sui rifiuti alimentari), la recente legge del 19 agosto 2016, n. 166  detta “Legge Gadda” dal nome della sua relatrice, con l’obiettivo di diminuire gli sprechi viene a disciplinare e semplificare le donazione degli alimenti attraverso specifiche modalità operative che coinvolgono diversi soggetti che operano nel recupero del cibo (es. Banco Alimentare) e gli enti caritatevoli che li donano agli indigenti. Tale legge produrrà un’accelerazione agli interventi per la riduzione dello spreco ai fini di solidarietà sociale per i seguenti punti di forza: -semplificazione burocratica nelle donazioni; rafforzamento e finanziamento del Tavolo indigenti del MIPAAF (da 2 a 10 milioni di euro per un fondo per acquisto di alimenti); finanziamento di progetti innovativi per la limitazione degli sprechi e l’impiego delle eccedenze (1 milione di euro); campagne di sensibilizzazione (es. scuole, enti gestori mense scolastiche); tavolo di coordinamento (es. monitoraggio eccedenze e sprechi alimentari); utilizzo per uso umano (donati a indigenti) ed animale (produzione di mangimi) di alimenti oggetto di sequestro idonei al consumo umano; Linee guida ministeriali per gli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, per ridurre lo spreco durante la somministrazione degli alimenti.

Come Società scientifica, noi pensiamo che è possibile trasformare gli sprechi in risorse grazie al paradosso illuminato dell’economia circolare  e il ruolo  del medico veterinario si rivela fondamentale anche in questo campo. Il  contributo tecnico che la veterinaria pubblica può offrire per la riduzione degli sprechi in un’ottica più generale di green economy e coerentemente con i punti strategici delineati dal progetto PINPAS e dalla Legge Gadda si gioca su due direttrici, da una parte l’indicazione di soluzioni per la re-immissione nel circuito di alimenti non più idonei al consumo ma utilizzabili come sottoprodotti  per la produzione di mangimi, dall’altra la diffusione delle corrette prassi igienico-sanitarie per la donazione e il recupero del cibo e campagne informative e divulgative rivolte ai consumatori che affrontino tre questioni: etichettatura (guida alla sua lettura e corretta interpretazione da parte del consumatore almeno per i prodotti caratterizzati da una shelf-life breve, più frequentemente destinati alla spazzatura); corretta gestione del TMC e scadenza nei punti vendita ed in ambiente domestico (riduzione di alimenti buttati ma ancora edibili),  corretta gestione dei frigoriferi domestici.

Inoltre la SIMeVeP  oltre a eventi formativi e divulgativi sul tema degli sprechi intende mettere in campo corsi di formazione rivolti ai donors al fine di assicurare ai consumatori i requisiti di sicurezza alimentare durante gli interventi di recupero e redistribuzione delle eccedenze alimentari (articoli 3, comma 1, e 4 della Legge n.166/2016). Ciò in quanto la legge Gadda, prevede l’obbligo di formazione per gli operatori degli enti caritatevoli e l’elaborazione di manuali di corretta prassi igienico-sanitaria per la donazione e il recupero del cibo[3] .

Per promuovere e creare sinergia nelle azioni volte ad aumentare il recupero e la distribuzione delle eccedenze alimentari, a margine del recente convegno nazionale “Il cibo che non nutre nessuno” che si è tenuto il 28 ottobre 2016 a Bergamo,[4] organizzato dalla SIMeVeP,  è stato firmato un protocollo d’intesa tra la Società e la Fondazione Banco Alimentare Onlus. Si è voluto così confermare la validità operativa della legge Gadda e riaffermare la competenza dei veterinari di medicina preventiva negli snodi critici della filiera alimentare per la verifica dei requisiti igienico-sanitari degli alimenti recuperati e donati. La Simevep è consapevole dell’importanza del tema spreco per i riflessi sociali e di welfare delle comunità se si ragiona sui dai dati della povertà in Italia forniti dalla Caritas che stima in 4,5 milioni i poveri nel 2015, raddoppiati da 1,8 milioni nel 2007.  In questo drammatico contesto, dunque la lotta agli sprechi rappresenta un dovere sociale ed etico a cui i rappresentanti della politica e tutti gli stakeholders, compresi noi veterinari siamo chiamati e la legge Gadda è una buona partenza per intervenire in modo efficace sul tema in accordo alle aspettative della UE e degli stessi cittadini.

[1] http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2012-0014+0+DOC+XML+V0//IT.

[2] (http://ec.europa.eu/food/safety/food_waste/index_en.htm.

[3] La Legge Gadda con gli articoli 3 e 4 assegna agli operatori del settore alimentare la responsabilità per la stesura di corrette prassi operative al fine di garantire la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti, in conformità a quanto stabilito dal Regolamento CE n. 852/2004, e con validazione dell’Autorità Sanitaria Centrale.

[4] http://www.sivemp.it/notizie/il-cibo-che-non-nutre-nessuno-segui-il-convegno-in-diretta-streaming/8076.html?r=1

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