Contributi e Opinioni 21 Gennaio 2021 17:12

Il diabetologo del post Covid? Sempre più manager della sanità

Al via nuovi percorsi formativi dedicati per la certificazione delle competenze per il profilo di medico diabetologo esperto nella presa in carico del paziente cronico

In Italia sono oltre 4 milioni le persone con diabete, patologia che assorbe circa il 10% del totale della spesa sanitaria. Per impatto epidemiologico e assistenziale, complessità di gestione e grado di interdisciplinarità tra i diversi specialisti coinvolti, il diabete rappresenta a pieno titolo il prototipo della cronicità, pertanto l’implementazione di un efficace modello di presa in carico delle persone con diabete può essere considerato un indicatore della corretta gestione delle malattie croniche. Va in questa direzione il nuovo percorso formativo promosso dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD), con il contributo non condizionante di MSD, che punta a far emergere e condividere gli aspetti cruciali ai fini di una corretta organizzazione e gestione della cronicità, anche in considerazione delle criticità messe in evidenza dal Covid, e in particolare la mancata integrazione ospedale-territorio.

«Oggi più che mai, alla luce dell’esperienza della pandemia, riteniamo che il medico diabetologo non possa più guardare esclusivamente alla pratica clinica, ma debba acquisire la formazione e le competenze necessarie per diventare un manager della sanità, in grado di interfacciarsi con molteplici figure professionali e di gestire un modello assistenziale complesso, dettato dalla necessità di un’integrazione sempre più puntuale e sinergica tra ospedale e territorio». Così Graziano Di Cianni, Vice Presidente AMD e Responsabile Scientifico del percorso formativo “Cronicità”, che sarà propedeutico alla certificazione delle competenze per il profilo di “medico diabetologo esperto nella presa in carico del paziente cronico”.

«Altro aspetto centrale del percorso formativo, in quanto essenziale nella gestione del diabete, è quello dell’approccio comunicazionale del diabetologo con il paziente, che, sin dal momento della diagnosi, deve puntare a trasferire al paziente che dovrà convivere con una condizione gestibile, ma non curabile, che avrà un impatto inevitabile sulla quotidianità e sulle abitudini di vita consolidate», continua Di Cianni. «In questo senso, è fondamentale che il medico diabetologo acquisisca le competenze per coinvolgere attivamente la persona con diabete all’interno del percorso di cura, per far comprendere al paziente il suo ruolo di “protagonista” nella gestione della terapia e l’importanza della prevenzione e dell’aderenza per evitare lo sviluppo di complicanze».

«Come AMD da anni ci impegniamo per avviare i nostri iscritti verso una formazione altamente qualificante e che tenga sempre più conto dell’importanza dell’aspetto manageriale e comunicazionale in campo medico e sanitario – commenta Paolo Di BartoloPresidente AMD -. Oltre ai percorsi formativi specifici avviati negli ultimi mesi, l’Associazione ha voluto arricchire il progetto di certificazione delle competenze AMD con un percorso dedicato specificatamente alle cronicità affinché il diabete venga messo al centro dei processi decisionali per la presa in carico di questi pazienti». 

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