Nell’interrogazione al Ministro della Salute Speranza presentata da Michela Rostan (Iv) anche la richiesta di istituire un Fondo Unico per l’innovazione farmaceutica, superando il sistema duale previsto dalla normativa vigente
«L’emergenza Covid-19 sta trascinando con sé diverse altre patologie altrettanto pericolose per chi ne è affetto. Dall’inizio della crisi gli screening oncologici, le diagnosi e le biopsie sono state dimezzate, si sono registrati ritardi negli interventi chirurgici e sono diminuite del 57% le visite dei pazienti oncologici. I ritardi diagnostici hanno a loro volta comportato ritardi nell’accesso alle cure con conseguenze che facilmente si possono trarre. Finanche l’accesso ai benefici legati alla possibilità di cura con farmaci oncologici innovativi è stato fortemente limitato. A questo proposito, ho presentato un’interrogazione al ministro per la Salute, Roberto Speranza, per sapere se non ritenga necessario ed urgente provvedere a istituire un Fondo Unico per l’innovazione farmaceutica, superando il sistema duale previsto dalla normativa vigente; per chiedere di adottare ogni iniziativa utile al fine di colmare i ritardi diagnostici e terapeutici maturati a causa dell’emergenza da Covid-19, garantendo un più ampio accesso a tutti i farmaci innovativi individuando misure che estendano la durata del termine di cui all’articolo 1, comma 403 della legge 11 dicembre 2016, n. 232, qualora non siano presenti alternative terapeutiche di efficacia superiore, al fine di garantire ai pazienti l’accesso ai farmaci per la cura di gravi patologie». Lo ha annunciato Michela Rostan, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, firmataria dell’interrogazione parlamentare.
«In Italia non si muore di solo Covid – ha aggiunto Rostan – per questo ho rivolto un appello affinchè tutte le regioni convochino tavoli tecnici per valutare l’impatto dell’emergenza coronavirus sulle altre patologie, adottando rimedi in tempi strettissimi. A partire dalla verifica puntuale della separazione dei percorsi nelle strutture sanitarie tra malati Covid e tutti gli altri pazienti e dall’impiego delle tante strutture sotto utilizzate per recuperare nuovi posti letto Covid senza sottrarli alle altre patologie. Se andiamo avanti così, rischiamo di combattere su un solo fronte perdendo altre mille guerre con un impatto devastante sul servizio sanitario nazionale».