Sanità 30 Agosto 2018 11:48

Aggressioni, ad agosto 3 casi. Sodano (Asl Napoli 1): «A rischio soprattutto medici di Pronto soccorso e medicina generale»

«Un fenomeno che trova ampio riscontro soprattutto al sud, dove i casi di violenza verso il personale sanitario sono quasi all’ordine del giorno» così Luigi Sodano, specialista otorinolaringoiatra presso l’Azienda sanitaria locale Napoli 1 Centro

All’indomani dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del Ddl ‘Anti-violenza’ nei confronti degli operatori sanitari e della formazione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza, le aggressioni proseguono in un’escalation preoccupante.

A fare notizia nel mese di agosto i casi negli ospedali ‘Civico’ di Palermo, dove un medico è stato aggredito per non aver fatto entrare un parente dopo l’orario di fine visite, e nel distretto sanitario di Termini Imerese dove due camici bianchi sono stati picchiati per non aver concesso un certificato ad un cittadino che non ne aveva diritto. Un ulteriore caso di violenza si è consumato qualche giorno fa a Crotone dove, presso l’ospedale ‘San Giovanni di Dio’, un medico di guardia è stato schiaffeggiato da un paziente che voleva essere ricoverato senza che ci fossero gli estremi per un’ospedalizzazione.

LEGGI ANCHE: VIOLENZE SUI CAMICI BIANCHI, ANELLI (FNOMCEO): «UN QUESTIONARIO A TUTTI GLI OPERATORI SANITARI PER DEFINIRE LA PORTATA DEL FENOMENO»

«Una situazione sempre più allarmante – dichiara Luigi Sodano, specialista otorinolaringoiatra presso la ASL Napoli 1 Centro . Fenomeno che trova ampio riscontro soprattutto al sud, dove i casi di violenza verso il personale sanitario sono quasi all’ordine del giorno».

«A Napoli purtroppo stiamo subendo come medici e come operatori sanitari sempre più problemi di questo genere soprattutto nei Pronto soccorso – prosegue -. Ma non solo, sempre più spesso subiscono violenza anche i medici di medicina generale».

«Cosa occorre fare? Prima di tutto prendere veramente coscienza del problema, mi riferisco soprattutto alla politica. Bisognerebbe cercare di far capire la necessità d’intervenire in qualche maniera per evitare queste aggressioni spesso legate indubbiamente alle problematiche delle strutture e dell’assistenza che ci sono, è innegabile, ma non giustificano la violenza».

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