Salute, benessere e prevenzione i consigli quotidiani per vivere meglio.

Malattie e terapie 18 Novembre 2022

Malattie infiammatorie croniche dell’intestino (MICI): il ruolo dell’alimentazione

Nell’ultimo triennio l’incidenza delle MICI nei bambini è raddoppiata, soprattutto nei paesi del Nord Europa e Nord America. La nutrizione enterale esclusiva nei bambini induce la remissione della malattia di Crohn

Immagine articolo

L’alimentazione è un elemento importante nella genesi di tante malattie intestinali, fra cui le malattie infiammatorie croniche dell’intestino (MICI). La valutazione dello stato nutrizionale del paziente richiede una particolare attenzione, soprattutto nel bambino a cui deve essere garantita una crescita ed uno sviluppo adeguati.

L’aumento dell’incidenza delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI)

«L’educazione alimentare rappresenta il primo e più efficace strumento di prevenzione a tutela della salute – sottolinea Giuseppe Coppolino, presidente AMICI Italia –. L’aumento dell’incidenza delle malattie infiammatorie croniche intestinali nei paesi industrializzati ha coinciso con abitudini alimentari sempre più occidentalizzate. Questa è una delle prove più eclatanti dell’influenza dei fattori ambientali nell’insorgenza di queste patologie. In soggetti geneticamente predisposti l’alimentazione può facilitare lo sviluppo della malattia, interferendo sull’equilibrio del microbiota intestinale, sulla funzione di barriera della mucosa e sulla funzione del sistema immunitario intestinale. L’interesse dei pazienti affetti da MICI per la dieta è sempre alto e conoscere cosa e come mangiare rappresenta un bisogno reale. Quando la malattia si è sviluppata, l’alimentazione e la nutrizione accompagnano costantemente le terapie mediche e chirurgiche, nell’ambito di una gestione globale del paziente. Quest’ultima deve essere affiancata da una presa in carico del paziente completa attraverso un approccio multidisciplinare e da un’informazione da parte del personale sanitario e dell’Associazione dei pazienti».

MICI, solo la metà dei pazienti riceve indicazioni sul regime alimentare da seguire

Il tema della nutrizione nei pazienti affetti da Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa è stato al centro del convegno organizzato di recente a Bologna da AMICI Italia, Associazione nazionale per le malattie infiammatorie croniche dell’intestino. Durante l’evento, sono stati approfonditi i temi specifici legati alla dieta e alla terapia nutrizionale lungo il percorso di malattia. «Nel 2018 AMICI ha promosso un’indagine per valutare le abitudini alimentari delle persone con malattie infiammatorie croniche intestinali. Anche l’eventuale presenza di intolleranze alimentari e le modalità con cui ciascun paziente cerca di gestire i sintomi della malattia attraverso l’alimentazione – spiega Salvo Leone, Direttore Generale AMICI Italia -. Dalle risposte di più di mille pazienti si evinceva che solo la metà di loro aveva ricevuto indicazioni sul regime alimentare da seguire. Vogliamo rendere consapevoli coloro che sono affetti da malattia di Crohn o colite ulcerosa del ruolo fondamentale dell’alimentazione, tenendo conto delle difficoltà che comportano le rinunce alimentari, che si aggiungono a quelle già presenti nella vita sociale. Per questo è necessario verificare l’impatto dell’alimentazione sul benessere psicologico, sulla qualità di vita e sul coinvolgimento attivo nella gestione della malattia».

La nutrizione enterale esclusiva nei bambini induce la remissione della malattia di Crohn

«Oggigiorno, in fatto di ricerca, l’aspetto più interessante riguarda il versante pediatrico, con la nutrizione enterale considerata ormai primaria nei casi lievi e moderati di malattia di Crohn e con la dieta di esclusione – dichiara il professor Loris Pironi, direttore della scuola di specializzazione in scienza dell’alimentazione e dietetica dell’Università di Bologna –. Poche le novità, invece, in tema di alimentazione come terapia per i pazienti adulti, ancora da confermare con studi appropriati». È ormai consolidato l’utilizzo, nei casi pediatrici di malattia di Crohn ad attività lieve-moderata, secondo quanto indicato dalle linee guida internazionali, della nutrizione enterale esclusiva.

Si tratta di una formula polimerica con una consistenza simile a quella del latte, che deve essere impiegata in sostituzione della normale alimentazione per 8 settimane. Non possono essere assunti altri alimenti durante questo periodo. La nutrizione enterale esclusiva, che può essere assunta per bocca, è in grado di indurre una remissione della malattia, con la scomparsa dei sintomi e può guarire la mucosa intestinale. Gli studi riportano una quota di successo in circa il 75% dei casi pediatrici. Tale nutrizione può poi essere ancora utilizzata nella cosiddetta fase di mantenimento, ossia quando è necessario mantenere la remissione di malattia, coprendo circa il 50% delle calorie totali quotidiane.

La dieta di esclusione per la malattia di Crohn è priva di alimenti tipici occidentali

«La dieta di esclusione per la malattia di Crohn – spiega Patrizia Alvisi, Dirigente Medico di Pediatria Responsabile di Programma di Gastroenterologia Pediatrica AUSL Bologna – conosciuta come CDED, è stata ideata da un gruppo israeliano. Propone una dieta priva di alimenti tipici della dieta occidentale, come cibi raffinati, soprattutto se ricchi di zuccheri semplici, riduce l’introito di proteine animali (soprattutto carne rossa) ed esclude emulsionanti, additivi. Tale dieta avrebbe un’efficacia pari a quella della nutrizione enterale esclusiva. Gli studi sono tuttavia ancora pochi, necessitano di altre validazioni, ma comunque molto promettenti».

Nell’ultimo triennio l’incidenza delle MICI nei bambini è raddoppiata

Secondo un recente studio realizzato dalla Società italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica – SIGENP, l’incidenza che potremmo definire minima delle MICI pediatriche, nell’ultimo decennio è praticamente raddoppiata. Si attesta attorno al 2/100.000 abitanti di età < 18 anni. Da un ulteriore aggiornamento che è in corso, tale dato sarebbe ulteriormente aumentato nell’ultimo triennio, raggiungendo valori vicini al attorno al 4/100.000 abitanti di età < 18 anni. Questi dati trovano riscontro con quelli di altri studi realizzati nei paesi del Nord Europa e Nord America, dove l’incidenza è molto più alta rispetto a quella della fascia mediterranea, con un’incidenza che si attesta attorno a 10/100.000 abitanti di età < 18 anni. Anche la dieta potrebbe forse avere un ruolo nel giustificare tali differenze.

La dieta mediterranea

«La dieta mediterranea, ricca di fibre, frutta e verdura, e che utilizza ad esempio come fonte di lipidi olio extravergine di oliva può forse essere uno dei fattori che giustificano questa incidenza più bassa delle MICI pediatriche in Italia – conclude la Dott.ssa Alvisi -. Ancora non abbiamo dati definitivi in merito a questo, così come abbiamo bisogno di ulteriori studi che confermino la validità della dieta nel trattamento della malattia di Crohn. Sono in corso diverse ricerche, proposte anche da gruppi italiani, che vedono l’utilizzo della dieta nel trattamento pediatrico al momento limitata alla malattia di Crohn. Si tratta di studi preliminari, ma dalla valenza importante».

L’occidentalizzazione della dieta

L’aumento della incidenza delle MICI in Paesi recentemente industrializzati, nei quali negli ultimi decenni si è assistito a una modifica delle abitudini alimentari verso stili sempre più “occidentalizzati”, rappresenta una delle prove più eclatanti dell’influenza di fattori ambientali, tra i quali l’alimentazione, nella patogenesi delle MICI. In soggetti geneticamente predisposti, l’alimentazione può probabilmente facilitare lo sviluppo della malattia interferendo sull’equilibrio del microbiota intestinale, sulla funzione di barriera della mucosa e sulla funzione del sistema immunitario intestinale.

 

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Sanità

Cdm, approvata la legge delega sulla responsabilità del personale sanitario e sulle professioni sanitarie

Schillaci: "Una riforma attesa da anni che punta a ridurre gli effetti perniciosi della cosiddetta medicina difensiva, a contrastare le carenze di organico, a sburocratizzare il sistema e a valorizzar...
Advocacy e Associazioni

Caregiver protagonisti a Venezia con “La luce nella crepa”

Oggi a Venezia, alla 82ª Mostra del Cinema, è stato presentato il cortometraggio “La luce nella crepa”, incentrato sul ruolo fondamentale dei caregiver familiari. L’inizi...
Sanità

La tempesta estiva del NITAG: agosto 2025 tra nomine, polemiche e revoche

Quello che avrebbe dovuto essere un normale atto amministrativo, la nomina dei nuovi membri del NITAG – il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni – si è trasformato ...
Prevenzione

Pertosse, il ritorno inatteso: cosa ci insegna l’epidemia del 2024 in Toscana

Dopo anni di silenzio durante la pandemia, la pertosse è tornata con forza. Uno studio del Meyer di Firenze pubblicato su Eurosurveillance rivela come ritardi nei richiami e scarsa adesione all...
Salute

Disturbi mentali, ne soffre oltre un miliardo di persone. Oms: “Una sfida di salute pubblica”

Lo stato dell'arte nei due nuovi rapporti diffusi oggi dall’Oms: World mental health today e Mental health atlas 2024
di I.F.