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Malattie e terapie 4 Maggio 2021

Calcoli renali: ne soffre una persona su dieci. Il ruolo protettivo della dieta mediterranea

I calcoli renali sono un comune e fastidioso disturbo. Tra le cause, familiarità, alimentazione scorretta e poca assunzione di liquidi

I calcoli renali sono un disturbo comune e fastidioso. Dipendono, in larga parte, dalla predisposizione genetica ma anche dall’alimentazione. La calcolosi colpisce, in Italia, il 10% della popolazione maschile e il 5% della popolazione femminile. L’età con maggiore incidenza è quella tra i 30 e i 50 anni.

Come si formano i calcoli renali?

La calcolosi renale è una condizione molto diffusa nella popolazione: riguarda 9 italiani su 100. I calcoli sono simili a piccoli «sassi» che si formano nei reni quando le sostanze presenti nelle urine diventano troppo concentrate e si accumulano come materiale solido. Possono restare nel rene o spostarsi lungo gli ureteri, poi nella vescica per essere eliminati con le urine.
Si differenziano in base alle dimensioni, alla composizione, alla forma e al colore. Alcuni, sono piccoli come granelli di sabbia; in questo caso, infatti, si parla di renella. La loro composizione è varia. I calcoli più comuni sono formati da calcio. Poi ci sono quelli composti da acido urico (lisci e marroni), da cistina (gialli e simili ai cristalli) e da fosfato di ammonio e magnesio (struvite).

La colica renale: sintomi e manifestazioni

Se i calcoli sono piccoli, vengono espulsi attraverso l’urina senza che la persona se ne accorga. Ma se il calcolo si blocca nel rene il passaggio verso l’esterno diventa difficile e si manifesta con un dolore acuto, improvviso e persistente nella parte bassa della schiena e dell’addome. È la colica renale che può date i seguenti sintomi:

  • irrequietezza e incapacità di restare immobili
  • nausea
  • necessità di urinare spesso
  • dolore mentre si urina
  • presenza di sangue nelle urine

La dieta per i calcoli renali: cibi sì e cibi no. E l’acqua del rubinetto?

Gli alimenti che scegliamo ogni giorno giocano un ruolo fondamentale nella formazione dei calcoli. Gli esperti suggeriscono di bere almeno due litri d’acqua non gassata e seguire una dieta varia ed equilibrata. Secondo l’ISS, bere l’acqua del rubinetto, anche quella ad elevato residuo fisso, ricca di sali di calcio e magnesio, non favorisce la formazione di calcoli renali.

La dieta per i calcoli renali: cibi sì e cibi no. E l’acqua del rubinetto?

Ciò che è importante, è la quantità di liquidi che si assume durante la giornata, per prevenire la concentrazione delle urine e quindi la formazione di calcoli.

La dieta mediterranea è la più indicata: sì a frutta, verdure di stagione, legumi e cereali integrali. Il rischio di calcolosi renale aumenta con una dieta troppo ricca di proteine animali, zuccheri e sale. Studi recenti hanno riabilitato il consumo di latte e formaggi, ricchi di calcio, fondamentale per la salute delle ossa e dei denti.

Come espellere i calcoli. Diagnosi e trattamenti

Se i calcoli sono troppo grandi da poter essere espulsi naturalmente (6-7 mm di diametro), si può intervenire con diverse tecniche. La calcolosi si diagnostica con l’ecografia e la Tac senza mezzo di contrasto per decidere la strategia chirurgica più adatta.

  • Litotrissia extracorporea ad onde d’urto. La tecnica non è invasiva: le onde d’urto generate dal litotritore passano attraverso il corpo umano veicolando tutta l’energia sul calcolo, frantumandolo. Il trattamento dura 45-60 minuti.
  • La litotrissia percutanea viene utilizzata per calcoli superiori a 2 cm di diametro. Si esegue attraverso un accesso percutaneo nel fianco del diametro di circa 1 cm che consente di accedere al rene. Si introduce uno strumento ottico (nefroscopio) all’interno del quale viene introdotta una sonda ad ultrasuoni che frantumerà il calcolo. Questo intervento si effettua in anestesia generale e prevede la degenza di circa 1-3 notti. Gli effetti collaterali possono essere anche seri.
  • La litotrissia endoscopica per via ureteroscopica non prevede incisioni. È la prima scelta per calcoli di diametro superiore ad 1 cm. Attraverso l’uretra si introduce una sonda endoscopica e si identifica lo sbocco ureterale, dove si introduce un filo guida di sicurezza. Si risale quindi lungo l’uretere fino al calcolo che viene frantumato con un laser. L’intervento viene effettuato in anestesia generale.
  • Chirurgia a cielo aperto. Questo trattamento si riserva ai pazienti con calcolosi complesse per le quali è sconsigliato l’approccio endoscopico.

 

 

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