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Malattie e terapie 29 Maggio 2023

HIV e HPV: che correlazione c’è?

Unfer (ginecologo): «Molti studi hanno già dimostrato che le donne sieropositive per HIV hanno un rischio maggiore, fino a dieci volte, di contrarre l’infezione da HPV rispetto alla popolazione normale»

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Le donne affette da HIV hanno un rischio dieci volte maggiore di contrarre l’infezione da HPV (Human Papilloma Virus), rispetto alla popolazione sana. Il professore Vittorio Unfer, Specialista in Ostetricia e Ginecologia e Professore Associato presso l’UniCamillus di Roma, ne spiega le motivazioni a poche settimane dall’approvazione, da parte dell’Agenzia italiana del farmaco, Aifa, della rimborsabilità dei farmaci per la profilassi pre-esposizione (PrEP), al fine di ridurre il rischio di infezione da HIV-1 sessualmente trasmessa in adulti e adolescenti ad alto rischio. Si tratta di uno strumento aggiuntivo di prevenzione per le persone HIV-negative che abbiano comportamenti sessuali a maggiore rischio.

HIV e HPV: ecco che relazione c’è

«Molti studi hanno già dimostrato che le donne sieropositive per HIV hanno un rischio maggiore, fino a dieci volte, di contrarre l’infezione da HPV rispetto alla popolazione normale. In particolare, è emerso –  spiega Vittorio Unfer – che il tasso di persistenza dell’HPV da 1 a 3 anni dal contagio nelle donne HIV positive è compreso tra il 41% e il 70% ed è la condizione fondamentale affinché il virus possa esplicare un’azione trasformante sull’epitelio: i virus che presentano maggior potere oncogeno (HR-HPV) sono quelli che hanno una maggiore persistenza. In questo caso possono manifestarsi lesioni precancerose che sono in grado di progredire a tumore della cervice. Il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è di circa cinque anni»

L’HPV può aumentare la carica virale dell’HIV

Ma non è tutto. «È possibile – aggiunge il professore – che l’infezione da HPV sia in grado di aumentare la carica virale dell’HIV, fatto che sarebbe a sua volta responsabile sia di un’accentuata trasmissione dell’infezione da HIV, sia di un aumentato rischio di progressione della malattia. Per questo è fondamentale vaccinazione contro l’HPV la popolazione HIV-positiva. Anche se – evidenzia Unfer – non abbiamo ancora a disposizione studi clinici che confermano l’efficacia del vaccino nella prevenzione delle neoplasie HPV-associate in soggetti con HIV/AIDS».

Cos’è il papilloma virus

L’infezione da HPV è l’infezione sessualmente trasmessa più diffusa nei paesi sviluppati. Il Papilloma Virus Umano è responsabile, nella maggior parte dei casi, di lesioni benigne che solitamente guariscono in modo spontaneo, ma alcuni ceppi virali possono dare origine a lesioni maligne ed evolvere in tumori dell’apparato genitale (cervice) o extra genitale (cavo orale, faringe e laringe). «L’80% circa della popolazione sessualmente attiva – ricorda il professor Unfer-   contrae l’infezione almeno una volta nell’arco della vita, con un picco di prevalenza nelle giovani donne fino a 25 anni d’età. Nel 50% dei casi circa l’infezione regredisce spontaneamente in un anno e in due anni nell’80% circa dei casi. Queste tempistiche necessarie all’eliminazione del virus dipendono dal fatto che il virus rende difficile il proprio riconoscimento da parte dei meccanismi delle difese immunitarie».

Il vaccino

In Italia, il vaccino per HPV è gratuito per le ragazze e i ragazzi di età compresa tra gli 11 e i12 anni, «La copertura stimata è di 10 anni con 2 o 3 dosi di richiamo a seconda dell’età di partenza. Ma è importante comunicare – ricorda Unfer – anche a chi ha età compresa tra i 22 e 26 anni  e non è stato precedentemente vaccinato o non ha completato il ciclo vaccinale, che la vaccinazione in età avanzata è meno efficace nel ridurre il rischio oncologico».

I trattamenti

Le terapie possono essere sia chirurgiche che farmacologiche ed hanno l’obiettivo di eliminare localmente il tessuto infettato. «Tuttavia – sottolinea lo specialista – nessuna terapia ha dimostrato di essere in grado di eradicare l’HPV. L’infezione da HPV probabilmente persiste durante il corso della vita del paziente in uno stato di latenza nella cute peri lesionale e diventa contagiosa a intermittenza; i condilomi genitali, infatti, recidivano anche dopo un’appropriata terapia in un’alta percentuale di pazienti. La ricerca scientifica di recente ha evidenziato come l’azione di quattro sostanze naturali prevenga non soltanto le lesioni indotte dall’HPV, ma sia anche in grado di contrastarne la persistenza. In particolare, alcuni ricercatori hanno ipotizzato come l’effetto sinergico di Epigallocatechina Gallato Acido Folico, Vitamina B12 e Acido ialuronico a bassissimo peso molecolare – conclude l’esperto – possa rappresentare un valido aiuto contro la persistenza del virus».

 

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