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Malattie e terapie 27 Ottobre 2023

CSII, indice glicemico, conteggio carboidrati, automonitoraggio. Come può un paziente diventare autonomo nella gestione del diabete

Le indicazioni in un corso FAD. Fondamentale la scelta del paziente, il quale deve essere in grado di avere un ruolo attivo nella gestione della patologia guidato dal team di diabetologia, e il percorso educativo

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Un centro diabetologico può prendere in carico un paziente e assicurargli l’assistenza e l’addestramento necessari a tenere sotto controllo la patologia attraverso la terapia insulinica sottocutanea continua (CSII). Per poter essere un candidato a poter avere benefici dall’utilizzo di questo tipo di tecnologia, il soggetto deve presentare alcune caratteristiche: deve desiderare ed essere in grado di avere un ruolo attivo nella gestione della patologia guidato dal team di diabetologia, deve essere adeguatamente formato (ed essere disposto a continuare ad aggiornarsi) e saper utilizzare le funzioni che offre il device. Deve poi avere aspettative realistiche sul microinfusore e obiettivi realistici (in termini di compenso e tempi in cui questo può essere raggiunto).

Il percorso educativo

Come spiegato nel corso FAD “Diabete 2.0: tecnologie innovative per il monitoraggio e l’educazione del paziente” (responsabile scientifico, Renato Cesare Cozzi, Presidente dell’Associazione Medici Endocrinologi), presente sulla piattaforma di Consulcesi Club (13,5 crediti ECM), il percorso educativo deve prevedere:

  • Incontro preliminare. Verifica capacità di base, criteri di educazione prima di iniziare terapia con microinfusore. Conteggio carboidrati inserito in un corretto stile alimentare, fattore di correzione, gestione emergenze;
  • Primo incontro. Riepilogo su modalità di funzionamento della terapia con microinfusore e apprendimento delle funzioni di base (impostazioni generali, cambio set, ricarica serbatoio, programmazione velocità basale);
  • Secondo incontro. Utilizzo dei boli prandiali (modalità bolo rapido, onda quadra, onda doppia), verifica funzioni speciali (memoria boli, visualizzazione profilo basale);
  • Terzo incontro. Verifica apprendimento software e ricarica serbatoio. Inizio terapia con microinfusore;
  • Quarto e quinto incontro. Incontri nutrizionali per rinforzo sul conteggio dei carboidrati e corretto stile alimentare;
  • Dopo l’inizio della terapia con microinfusore, controllo a 15-20 giorni e programmare controlli seriati successivi ogni circa 4-5 giorni con le acquisizioni delle funzioni avanzate (basali temporanee, profili alternativi), poi 3-4 visite anno;
  • Re-training periodico sia tecnico che sui contenuti più strettamente educazionali.

Nel percorso di addestramento tecnico il centro si può avvalere di consulenze tecniche per il training o particolari situazioni che saranno comunque sotto la supervisione del diabetologo. Verrà utilizzato un modulo da compilare e firmare da parte del paziente e del diabetologo in cui vengono definiti gli obiettivi metabolici e sulla qualità di vita (personalizzati).

Educare all’autogestione del diabete

Gli obiettivi dell’educazione di un paziente diabetico all’autogestione della patologia sono quelli di sviluppare la capacità di prendere decisioni da parte della persona con diabete affinché sia responsabile della gestione e delle scelte in merito alla patologia e condividere gli obiettivi di miglioramento clinico, dello stato di salute e della qualità di vita. L’educazione comprende: apprendimento di uno stile di vita; corretta gestione della terapia farmacologica; automonitoraggio della glicemia con capacità di interpretare i dati e prendere decisioni; obiettivi da perseguire per ridurre rischi di sviluppare complicanze acute e croniche; lo sviluppo di strategie personali che promuovono salute e modifiche comportamentali.

Per avere risultati nel medio e lungo periodo occorrono percorsi educativi di lunga durata: rinforzi educativi adattati all’età ed al livello culturale del paziente; attenzione alle esigenze, alla cultura, e alla religione e aspetti psicosociali sia individuali che in gruppo.

Microinfusore

Anche con il microinfusore occorre l’automonitoraggio. Prima di iniziare l’uso del microinfusore bisogna verificare le capacità del paziente, effettuare un corso per il conteggio dei carboidrati inserito in un corretto stile alimentare, essere a conoscenza del rapporto insulina carboidrati e del fattore di correzione, saper gestire le emergenze (arresto del microinfusore, malfunzionamento, rottura accidentale, iper- e ipoglicemie)

Counting carboidrati

Il conteggio dei carboidrati è il Gold-standard della terapia nutrizionale per il paziente diabetico di tipo 1 in terapia insulinica intensiva o con microinfusore. Si tratta di una tecnica di pianificazione del pasto che richiede impegno ma offre al paziente grande libertà e flessibilità nell’alimentazione e consiste nel conteggio della quantità di carboidrati contenuti in un pasto. Viene utilizzato per regolare il bolo insulinico pre-prandiale in base ad un rapporto insulina/CHO noto.

Il counting dei carboidrati è diviso in varie fasi:

Fase 1: Determinare l’alimentazione abituale del paziente; imparare a stimare la quantità di CHO (conta dei carboidrati nel diabete) delle diverse porzioni di cibo.

Fase 2: Registrazione su diario dei consumi alimentari (porzioni alimenti + contenuto in CHO), della tp medica, delle glicemie e dell’attività fisica svolta.

Fase 3: Attraverso la valutazione del diario alimentare e glicemico del paziente viene calcolato il dosaggio insulinico necessario a mantenere la glicemia entro gli obiettivi terapeutici prefissati.

Occorre inoltre sapere:

  • quali alimenti contengono carboidrati;
  • valutare il peso delle porzioni degli alimenti che contengono carboidrati;
  • conoscere la percentuale di carboidrati presenti in un alimento;
  • calcolare la quantità di carboidrati;
  • valutare la dose di insulina necessaria a coprire l’alimento o l’insieme di alimenti che si sta per assumere.

Indice e carico glicemico

L’indice glicemico degli alimenti è il rapporto (espresso in percentuale) tra la risposta glicemica ad un determinato alimento e la risposta glicemica al pane (entrambi consumati in quantità equivalenti per contenuto di carboidrati). L’indice glicemico indica la differente capacità di alimenti contenenti stessa quantità di carboidrati di provocare innalzamento della glicemia.

Il carico glicemico considera sia la quantità che la qualità degli alimenti e rappresenta la quantità di carboidrati contenuti in una porzione di un alimento moltiplicato per l’indice glicemico dell’alimento stesso e diviso per 100. Permette di confrontare l’effetto sulla risposta glicemica di  porzioni equivalenti
di alimenti diversi.

Il fattore di sensibilità, detto anche “fattore di correzione”, indica di quanto si riduce la glicemia con una unità di insulina, può essere usato per correggere un’iperglicemia intercorrente e calcolare la dose di insulina da aggiungere o da sottrarre al bolo se la glicemia pre-prandiale è diversa dal valore desiderato.

Si calcola con la regola del 1800: 1800/Unità totali di insulina: 1800/30 = fattore di sensibilità di 60; 1 unità di insulina abbasserà la glicemia di circa 60 mg/dl.

Conclusioni

Cosa deve essere fornito alla persona con diabete che vuole utilizzare correttamente il microinfusore:

  • abilità tecniche nella gestione del microinfusore;
  • adeguato autocontrollo;
  • calcolo dei CHO e adeguamento del bolo;
  • utilizzo di boli diversi;
  • correzione delle iperglicemie e delle ipoglicemie;
  • adeguamento dell’infusione basale;
  • gestione di situazioni “difficili”.

Lo scopo è quello di rendere autonomo il paziente, sia nel prendere decisioni sulla sua patologia, sia per fargli avere un ruolo attivo e consapevole nei confronti della malattia e dei fattori di rischio che possono aggravarla, a partire da una maggiore conoscenza della stessa.

 

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