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Benessere 17 Marzo 2020

Smart learning per vincere la balbuzie: ecco le classi virtuali con insegnanti e tutor

Non fermarsi, nonostante il Coronavirus. È questa la cosa fondamentale secondo la Cooperativa Sociale Psicodizione Onlus nata con l’obiettivo di aiutare e fornire supporto a bambini, ragazzi e adulti con il disturbo della balbuzie. Psicodizione, per far fronte all’emergenza, ha deciso di organizzarsi con delle classroom virtuali proseguendo online le sue attività, in modo da essere presente […]

Non fermarsi, nonostante il Coronavirus. È questa la cosa fondamentale secondo la Cooperativa Sociale Psicodizione Onlus nata con l’obiettivo di aiutare e fornire supporto a bambini, ragazzi e adulti con il disturbo della balbuzie.

Psicodizione, per far fronte all’emergenza, ha deciso di organizzarsi con delle classroom virtuali proseguendo online le sue attività, in modo da essere presente per le persone che soffrono di balbuzie, anche attraverso conferenze informative gratuite. La corretta informazione, infatti, è il primo passo per acquisire gli strumenti adeguati a superare una condizione di forte disagio che può ridurre notevolmente la qualità di vita e l’autostima.

In questo momento, migliaia di persone in Italia sentono l’esigenza di proseguire, per quanto possibile, le loro attività quotidiane e cercano supporto. La tecnologia, oggi più che mai, viene in aiuto: «Nel giro di pochissimo tempo – fa sapere Psicodizione – sono state organizzate delle vere e proprie classi composte da corsisti di tutte le età che, in 7 giorni, seguiti in remoto da insegnanti, assistenti e tutor intraprendono il percorso che li porterà ad uscire dalla gabbia della balbuzie».

LEGGI ANCHE: GUARIRE DALLA BALBUZIE SI PUÒ: CHIARA COMASTRI, PSICOLOGA ED EX BALBUZIENTE, CI SPIEGA COME AGISCE IL METODO PSICODIZIONE

«Per noi è importante ricreare nella stanza dove si svolge il corso, in questo caso nella classe virtuale, il micro mondo che ogni persona incontra all’esterno» afferma la dottoressa Chiara Comastri – psicologa, ex balbuziente e fondatrice della metodologia Psicodizione «in cui i bambini si relazionano agli adulti, gli adulti ai ragazzi e i ragazzi ai bambini: questo fa sì che ci si sproni attraverso le reciproche esperienze e che diventi normale e naturale fare tutti lo stesso percorso per trasformarsi in meglio».

Un approccio vincente, che ha già dato i primi risultati. «Si è, infatti, concluso il primo corso online – specifica la dottoressa Comastri – durante il quale 12 persone, accompagnate in specifici momenti anche dalle proprie famiglie, hanno sperimentato la libertà di comunicare in maniera fluida, riappropriandosi del controllo di quei suoni che la balbuzie aveva alterato in maniera innaturale e di allontanare dalla propria mente la paura dell’inceppo anticipatorio, portando queste nuove abitudini nella vita quotidiana. Nello specifico i corsisti hanno lavorato e lavoreranno, all’interno della classe virtuale, sia tutti insieme che dividendosi in piccoli sottogruppi al fine di svolgere parte del percorso in modo più personalizzato con i coach e i tutor, che da anni sono abituati a seguire online i partecipanti. Gli stessi vengono accompagnati, seguiti in cuffia dai rispettivi tutor, a gestire con successo le relazioni e le situazioni di imprevedibilità della loro vita quotidiana».

Inoltre, la cooperativa «ha trasferito in modalità online anche le conferenze informative (che di norma vengono tenute in molte città italiane) e la formazione verso gli insegnanti e i pediatri, realizzando platee virtuali in cui la dottoressa Comastri e Anselmo Zoccali – dottore in Psicologia, ex balbuziente ed insegnante di Psicodizione – guidano i partecipanti alla comprensione di quali siano le cause che danno origine al blocco, cosa avviene nella mente di una persona che balbetta e come eliminare la sensazione del pensiero inceppato».

«Durante questi incontri informativi e formativi  – conclude la Onlus – i partecipanti interagiscono, ponendo domande e sperimentando cosa sente una persona che balbetta, fino percepire il dialogo interno che essa avverte, così da comprendere l’importanza di usare l’ansia a proprio vantaggio ed essere d’aiuto alla persona in difficoltà. L’importante è non creare dei vuoti che facciano sentire la popolazione ancora più isolata e vulnerabile».

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