Sanità 15 Novembre 2022 12:52

Ospedale di comunità: un “ponte” per malati lievi e cronici tra l’ospedale e il domicilio

Il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta, lo specialista territoriale o anche il medico del Pronto Soccorso possono fornire la prescrizione necessaria ad accedere all’ospedale di Comunità. Le strutture dovranno essere dotate di un minino di 15-20 posti letto, dislocati in stanze singole o doppie. Entro il 2026 dovranno essere realizzate almeno 400 strutture

Ospedale di comunità: un “ponte” per malati lievi e cronici tra l’ospedale e il domicilio

Se un paziente non può essere curato a domicilio, l’alternativa è il ricovero ospedaliero. O, almeno, così è stato finora. Grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), infatti, nascerà una nuova struttura intermedia. Si chiama ospedale di comunità ed è un luogo di ricovero di “passaggio” tra l’ospedale, che tutti noi conosciamo, e il domicilio del paziente.

Chi sono i pazienti degli ospedali di Comunità

L’ospedale di comunità andrà a rafforzare l’offerta dell’assistenza territoriale, uno dei macro-obiettivi della Missione Salute, la numero 6, del PNRR.
Ma chi occuperà i posti letto di questi ospedali della Comunità? Sono principalmente due le categorie di pazienti che potranno essere accolte all’interno di queste strutture:

  • persone le cui condizioni non sono così critiche da richiedere una degenza in un reparto per acuti,
  • persone che pur avendo superato la fase più grave della malattia non godono di uno stato di salute tanto ottimale da poter ritornare a casa propria.

In altre parole, si tratta di pazienti con patologie non gravi, oppure di malati cronici che affrontano una fase di riacutizzazione della patologia da cui sono affetti.

Come si accede all’ospedale di comunità

È il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta, lo specialista territoriale o anche il medico del Pronto Soccorso a dover fornire la prescrizione necessaria ad accedere all’ospedale di Comunità.

All’interno della struttura dovranno esserci:

  • un coordinatore infermieristico,
  • un infermiere e due operatori socio sanitari (Oss) durante il turno diurno,
  • un  infermiere e un Oss per quello di notte.

Nei giorni festivi e prefestivi l’assistenza medica nelle ore notturne sarà garantita dal Servizio di continuità assistenziale. In casi di particolari e tramite accordi locali potranno essere presenti anche medici dipendenti o convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale.

Quanto sarà grande

Un ospedale di comunità dovrebbe disporre di un minimo 15-20 posti letto, dislocati in stanze singole o doppie. Tutte queste strutture di assistenza territoriale dovranno essere dotate un un’area per l’accoglienza, di camere di degenza con servizi igienici, aree comuni per i pazienti, luoghi per le attività sanitarie ed altre aree per eventuali servizi di supporto.

Obiettivo 2026: 400 ospedali di comunità

Stando agli obiettivi fissati dal PNRR, entro il 2026, dovranno essere realizzati almeno 400 ospedali di comunità su tutto il territorio nazionale. Al progetto è dedicato un fondo esclusivo di 1 miliardo di euro. Per rafforzare l’assistenza sanitaria intermedia si punterà a due tappe intermedie:

  • Miglioramento delle strutture già esistenti,
  • implementazione degli strumenti sanitari tecnologici.

Velocità ed efficienza sono gli obiettivi finali: negli ospedali di Comunità i pazienti con patologie più lievi, che accedendo ad un normale pronto soccorso dovrebbero dare la precedenza ai malati più gravi, saranno curati in maniera più adeguata e celere.

 

 

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