Il tumore alla tiroide va trattato solo quando necessario, mentre va evitato il ricorso alla chirurgia inutile. E’ questo il messaggio lanciato dagli esperti in occasione della Settimana Mondiale della Tiroide, nell’ambito della quale sono state lanciate numerose iniziative anche in Italia. “Il tumore della tiroide – spiega la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) – è tra le neoplasie più spesso diagnosticate in Italia, con oltre 15mila nuovi casi ogni anno, di cui circa il 75% riguarda le donne. Questo è dovuto anche a una maggiore adesione femminile agli screening. Grazie alla diffusione dell’ecografia cervicale, aumentano le diagnosi precoci di noduli spesso piccoli e poco aggressivi. Nei tumori differenziati, la sopravvivenza a dieci anni supera il 98%”.
“L’approccio conservativo – sottolinea l’INT – è sempre più diffuso: nelle forme piccole e indolenti, il monitoraggio nel tempo rappresenta una strategia sicura ed efficace. Anche quando è indicata la chirurgia, nella maggior parte dei casi è sufficiente rimuovere solo una parte della ghiandola (lobectomia), con minori complicanze e tempi di recupero più rapidi. L’obiettivo è migliorare l’appropriatezza delle cure, contenere i costi sanitari e tutelare la qualità della vita dei pazienti”. All’INT ogni paziente è seguito da un’équipe multidisciplinare composta da endocrinologi, radiologi, chirurghi, patologi, specialisti in medicina nucleare e oncologi. “Questo approccio integrato garantisce un piano diagnostico e terapeutico personalizzato, dalla prima visita ai controlli successivi”, sottolinea l’istituto.
In occasione della Settimana mondiale della tiroide, l’Università di Milano-Bicocca lancia l’iniziativa “Salviamo una Tiroide!”. Organizzata nell’ambito del programma di crowdfunding dell’Università di Milano-Bicocca – BiUniCrowd, ottenendo il supporto di Fondazione Cariplo e Thales Alenia Space, il progetto ha due obiettivi: migliorare la diagnosi dei noduli tiroidei classificati come “indeterminati per malignità” e ridurre il numero di tiroidectomie inutili, spesso eseguite su pazienti giovani, prevalentemente donne tra i 20 e 40 anni. Distinguere tra nodulo benigno o maligno, e quindi curare di conseguenza, rimane una sfida. Nel 15-30 per cento dei noduli, si notano delle alterazioni cosiddette “indeterminate”, che portano a interventi chirurgici spesso evitabili. Grazie a nuovi biomarcatori biologici e all’intelligenza artificiale, il team di ricerca di Milano-Bicocca e non solo punta a ridurre queste incertezze diagnostiche, migliorando la qualità di vita dei pazienti e ottimizzando le risorse sanitarie.
In particolare, è grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, che sarà possibile riconoscere automaticamente le diverse entità cellulari all’interno di una biopsia e così aiutare il medico patologo nella valutazione dei prelievi citologici dal nodulo tiroideo, al fine di ridurre la quota di casi “indeterminati”. Per rendere possibile tutto questo, il progetto cerca sostegno grazie alla raccolta fondi che si avvale dell’aiuto di Ideaginger.it, la piattaforma con il tasso più alto di successo in Italia. Il primo obiettivo è raggiungere 6.000€, necessari per rafforzare le nostre infrastrutture computazionali, sviluppare un’app a supporto dei clinici e creare eventi di divulgazione scientifica.
Il team di “Salviamo una tiroide!” è costituito da anatomopatologi, biotecnologi, statistici e informatici e coordinato da Giulia Capitoli, ricercatrice di statistica medica. “Il nostro obiettivo è migliorare la qualità della vita dei pazienti, evitando tiroidectomie inutili e riducendo ansia e costi legati a diagnosi incerte“, dice Capitoli, referente del team di ricerca. “Allo stesso tempo vogliamo rendere la ricerca più accessibile, coinvolgendo il pubblico in modo attivo”, aggiunge. Un tema fondamentale del team è proprio la divulgazione: grazie ad una giornata specifica, organizzata nell’autunno del 2025, si potrà scoprire, attraverso incontri ed attività specifiche, la storia degli sviluppi metodologici realizzati dal gruppo dal 2016 ad oggi. I partecipanti verranno coinvolti in un percorso diagnostico completo attraverso la partecipazione a una escape room.
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