A pochi metri dai reparti ospedalieri dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, nel cuore del campus di Humanitas University, è stato inaugurato un nuovo laboratorio di imaging tra i più avanzati d’Europa: una piattaforma che unisce la microscopia ottica e quella elettronica in un’unica tecnologia, chiamata Clem (Correlative Light and Electron Microscopy). Grazie a queste tecnologie, i ricercatori possono arrivare a realizzare una vera e propria “TAC cellulare“, capace di esplorare in 4D (spazio + tempo) il comportamento delle cellule all’interno dei tessuti e di comprendere come nascono e si sviluppano molte malattie.
La tecnologia Clem apre nuove strade nella comprensione di malattie complesse, con potenziali ricadute su diagnosi e terapie del futuro. Unisce la microscopia a fluorescenza, che osserva cellule dei pazienti, vive e in azione, alla microscopia elettronica, che ne mostra la struttura interna con una risoluzione quasi atomica. Il laboratorio utilizza anche tecniche di Volume Electron Microscopy, che permettono una visione tridimensionale dettagliatissima: come passare dalla mappa di una città, vista dall’alto, alla passeggiata per le sue strade. Altro elemento chiave è la crio-microscopia, che “congela” i campioni biologici in pochi millisecondi con azoto liquido ad altissima pressione, evitando la formazione di ghiaccio e preservando la struttura interna del tessuto. In questo modo si può osservare un evento biologico in tempo reale, bloccarlo e poi analizzarlo in 3D, come se si fermasse il tempo.
“Humanitas ha una missione chiara: sviluppare soluzioni diagnostiche e terapeutiche per migliorare la vita dei pazienti”, afferma Luigi Maria Terracciano, direttore scientifico di IRCCS Istituto Clinico Humanitas e Rettore di Humanitas University. “Unire l’esperienza dei nostri medici ricercatori con tecnologie avanzate rappresenta il modo migliore per raggiungere questo obiettivo. La piattaforma CLEM, insieme alle tecnologie ed expertise già presenti – come la proteomica, la metabolomica e la biologia computazionale – ci permetterà di esplorare in modo approfondito le strutture e i meccanismi biologici alla base delle malattie. Rappresenta dunque una risorsa trasversale per la ricerca d’avanguardia”, conclude.
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