Salute 13 Luglio 2022 12:01

Sport e studio, perché devono essere “compagni di squadra” e non avversari

Secondo uno studio realizzato dall’Università Sapienza e OPES l’attività fisica aiuta ad andare meglio a scuola perché aumenta l’apporto di ossigeno nel sangue, agevola la formazione di nuove cellule nervose e nuovi contatti sinaptici, fa salire i livelli di adrenalina e di endorfine per cui riduce lo stress, migliora l’umore e aumenta il livello di concentrazione

Sport e studio, perché devono essere “compagni di squadra” e non avversari

Fare sport aiuta ad andare bene a scuola: a questa conclusione sono giunti i ricercatori che hanno preso parte al progetto “Attività fisica e studenti universitari: incidenze su percorso formativo e personale” realizzato da OPES, in collaborazione con Sport e Salute, che ha visto la partecipazione attiva del centro di ricerca ImpreSapiens e dell’Università Sapienza di Roma.  Un risultato confutato da numeri e dati: gli atleti universitari studiano in media 15/20 ore in meno la settimana dei colleghi che non praticano sport, ottenendo voti migliori o uguali e registrando vantaggi sia a livello mentale che fisico. Ad esserne convinti sono gli stessi studenti che, intervistati, hanno dichiarato per il 37% che lo sport migliora moltissimo il rendimento nello studio e per il 32% molto.

Contrariamente a quanto sostengono alcuni professori e da quanto si sente dire da ragazzi promettenti in alcuni sport costretti ad abbandonare l’attività agonistica per non perdere anni scolastici, sembra che i due settori non siano avversari, ma veri e propri “compagni di squadra”.

L’attività fisica fa bene al cervello, lo dice la scienza

A prenderne consapevolezza dovrebbero essere prima di tutti gli insegnanti che invece tante volte demonizzano l’attività sportiva ad alti livelli perché ritenuta una distrazione, senza sapere che in realtà «la resistenza fisica in chi è abituato a fare fatica si riflette anche nella preparazione degli esami o di un compito in classe – spiega Marita Gualea, medico dello sport presso la Clinica Maugeri di Pavia –; fare sport migliora l’andamento scolastico perché aumenta l’apporto di ossigeno nel sangue, e stimola l’attività del cervello, oltre a favorire anche la capacità di affrontare meglio un insuccesso, come un brutto voto».

Più ossigeno nel sangue e nuove cellule nervose

Secondo i ricercatori dell’University Medical Center di Amsterdam inoltre fare sport migliora l’andamento scolastico perché aiuta a creare nuove cellule nervose e nuovi contatti sinaptici. «L’attività fisica fa salire i livelli di adrenalina e di endorfine per cui riduce lo stress, migliora l’umore e aumenta il livello di concentrazione – sottolinea Gualea -. Senza contare che lo sport stimola la competizione che poi si riflette nella vita quotidiana e quindi anche a scuola. È chiaro che ci sono delle caratteristiche intrinseche individuali da tenere in considerazione, ma chi fa sport a livello agonistico è già predisposto a fare fatica e ad essere competitivo, quindi con una marcia in più anche a scuola».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...