Salute 11 Luglio 2023 10:47

SOS pannolini in estate, con caldo e mare raddoppia il rischio di rossori e dermatiti

Le raccomandazioni della presidente SIMPE Campania, Maria Giuliano, per evitare fastidiosi inconvenienti

SOS pannolini in estate, con caldo e mare raddoppia il rischio di rossori e dermatiti

Irritazione, prurito, desquamazione. In estate per i bambini, specialmente se neonati, il pannolino può diventare un vero supplizio: con il caldo, infatti, raddoppia il rischio di dermatiti dovute allo sfregamento da pannolino che causano arrossamenti con piccole papule, aree desquamate o erose, nelle zone dell’inguine, dei genitali e dei glutei. Un inconveniente fastidioso che, in alcuni casi, può aggravarsi e complicarsi. La pediatra Maria Giuliano, presidente della Società italiana dei medici pediatri (SIMPE) Campania e autrice di una ricerca sulle dermatiti da pannolino, ai microfoni di Sanità Informazione mette in guardia i genitori con alcuni suggerimenti utili per fronteggiare questa problematica.

Estate e dentizione, i triggers della dermatite da pannolino

«La dermatite da pannolino è un’infiammazione dovuta a determinate sostanze contenute nell’urine e/o feci che irritano la pelle – spiega Giuliano -. L’umidità e la frizione generata dal pannolino portano alla macerazione della cute, rendendola più vulnerabile alla penetrazione di microrganismi e sostanze irritanti. Il pannolino è fatto in parte di plastica e quando la temperatura esterna è molto alta, come succede durante la bella stagione, con l’esposizione al mare, alla sabbia e al sudore, il rischio dell’insorgenza di dermatiti raddoppia. In alcuni casi, specialmente nella fase di eruzione dentale, che può comportare un aumento dell’acidità delle urine, o quando l’infiammazione viene trascurata, la dermatite può aggravarsi e si possono avere delle sovra-infezioni batteriche e fungine, come quelle da Staphylococcus aureus o da Candida auris».

Un aiuto dalla ricerca scientifica: l’estratto di grano con poliesanide

«Uno studio della SIMPE Campania – rivela la pediatra – che ha coinvolto 26 bambini (maschi e femmine) sotto i 4 anni di età colpiti dalla dermatite da pannolino, ha dimostrato l’efficacia di un composto, una combinazione di estratto del grano e poliesanide, un potente antisettico, nella guarigione della cute e nella prevenzione delle sovra-infezioni. Alla fine della terapia è stata registrata una completa risoluzione delle lesioni in tutti i 26 casi con un periodo medio di guarigione di 6 giorni. Solo in un caso è stato necessario l’aggiunta di un antibiotico per uso topico.  I risultati della ricerca – osserva Giuliano – dimostrano che l’estratto del grano crea una barriera protettiva nella zona genitale, facilitando le condizioni per una rapida e corretta azione riepitelizzante della cute».

In caso di dermatite: cosa fare e cosa non fare

«Innanzitutto – consiglia Giuliano – “spannolinare” il bambino se ci si rende conto che è il momento giusto, cioè nel momento in cui il piccolo impara a capire quando la vescica è piena e a far partire la contrazione del muscolo vescicale. Di solito il momento giusto coincide con i 2 anni per le femminucce e i 3 anni per i maschietti; se invece i tempi non sono maturi per eliminare definitivamente il pannolino, lasciarlo comunque il più possibile il più a lungo possibile senza pannolino: l’estate è la stagione giusta per farlo. Aumentare la frequenza del cambio pannolino – raccomanda la pediatra – per evitare che la cute delicata coperta rimanga per troppo tempo umida e a contatto con urina e sudore. Limitare il più possibile l’uso delle salviette detergenti e preferire l’utilizzo di acqua tiepida e un detergente delicato per pulire e/o rinfrescare le parti intime del bambino, dopodiché asciugare tamponando con un asciugamano morbido, senza strofinare. È importante, prima di rimettere il pannolino, accertarsi che le parti intime siano ben asciutte, perché lasciare l’area umida favorisce le irritazioni e la proliferazione di microrganismi infettivi. Aumentare frequenza e la dose di applicazioni di creme lenitive, quella a base di estratto di grano o quelle tradizionali a base di ossido di zinco. Infine, se arrossamento e irritazione non migliorano nel giro di due-tre giorni occorre consultare il pediatra: potrebbero essere in corso infezioni e il medico indicherà i trattamenti migliori. Da evitare, invece, il “fai da te” – conclude la presidente SIMPE Campania – e in particolare l’utilizzo di creme a base di corticosteroidi, perché possono dare effetti collaterali».

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