Salute 10 Dicembre 2020 10:00

Report Gimbe: numeri in flessione, ma in 15 Regioni le terapie intensive sono ancora in soglia critica

Rallentano i nuovi casi, secondo la stima della Fondazione Gimbe, ma anche i tamponi diminuiscono in "maniera ingiustificata" e si rischiano dati positivi sovrastimati. A Natale prudenza e pochi contatti
Report Gimbe: numeri in flessione, ma in 15 Regioni le terapie intensive sono ancora in soglia critica

Continua la flessione di nuovi casi, a confermarlo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe sulla settimana 2-8 dicembre. Le nuove positività sono 136.493 contro le 165.879 di sette giorni fa. con 121mila tamponi in meno. Resta a 24,8% il rapporto positivi/casi testati e calano del 5,4% gli attualmente positivi, arrivando a cifra 737.525. Sono 30mila i ricoveri, con 2mila in meno, e 3.345 quelli in terapia intensiva, con una flessione di circa 300 unità. Si riducono lievemente anche i decessi, da 5.055 a 4.879.

Nel dettaglio:

  • Decessi: 4.879 (-3,5%)
  • Terapia intensiva: -318 (-8,7%)
  • Ricoverati con sintomi: -2.730 (-8,3%)
  • Nuovi casi: 136.493 (-17,7%)
  • Casi attualmente positivi: -42.420 (-5,4%)
  • Casi testati -121.726 (-18,1%)
  • Tamponi totali: -142.105 (-10,1%)

Cartabellotta: «Effetto misure sovrastimato da riduzione testing»

«Anche questa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – si confermano evidenti segnali di rallentamento del contagio. Da questi numeri emergono tre ragionevoli certezze: innanzitutto che le misure introdotte hanno frenato il contagio; in secondo luogo che l’effetto delle misure sull’incremento dei nuovi casi è sovrastimato da una consistente riduzione dell’attività di testing; infine che, a invarianza di misure restrittive, la discesa della curva sarà molto lenta, certo non paragonabile a quella della prima ondata».

«Se le misure di mitigazione – prosegue – hanno allentato la pressione su ricoveri e terapie intensive che hanno superato il picco e iniziato una lenta fase discendente, la soglia di occupazione per pazienti Covid continua a rimanere oltre il 40% nei reparti di area medica e del 30% nelle terapie intensive in 15 Regioni. La curva dei decessi comincia a salire in maniera meno ripida».

Gili: «Attenzione all’arrivo dell’influenza»

«Siamo in una fase estremamente delicata dell’epidemia – ribadisce Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – per almeno tre ragioni: innanzitutto con oltre 700mila attualmente positivi è impossibile riprendere il tracciamento dei contatti; in secondo luogo, ci attendono lunghi mesi invernali che favoriscono la diffusione di tutti i virus respiratori; infine, sino a metà gennaio non sapremo se l’impatto dell’influenza sarà, come auspicato, più contenuto rispetto alle stagioni precedenti. In tal senso, arrivare a quel momento con gli ospedali saturi potrebbe avere conseguenze disastrose per la salute e la vita delle persone».

Andando incontro alle feste natalizie, si raccomanda prudenza negli spostamenti, specie quando tutte le Regioni saranno diventate gialle. L’obbiettivo è quello di mantenere in discesa la curva mentre si affrontano i mesi invernali e si va incontro alla campagna vaccinale. Durante la quale le misure non andranno allentate, ma anzi rispettate con maggior rigore per accelerare la fine della pandemia.

 

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