Salute 18 Dicembre 2024 14:38

Nella corteccia dell’abete una “miniera d’oro” per proteggere la salute

Una ricerca coordinata dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr e dall’Istituto Luke di Helsinki ha individuato proprietà antiossidanti, antibatteriche e antivirali nell’estratto ottenuto dalla corteccia e dai rametti di abete rosso

Nella corteccia dell’abete una “miniera d’oro” per proteggere la salute

L’estratto di corteccia di abete ha straordinarie proprietà antiossidanti, antibatteriche e antivirali. A scoprirlo è stato uno studio coordinato dall’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibe) e dall’Istituto Luke di Helsinki (Finlandia), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Separation and Purification Technology. “In questa ricerca abbiamo impiegato la corteccia di abete rosso – una specie particolarmente diffusa sulle Alpi e anche sull’Appenino tosco-emiliano – un sottoprodotto della filiera forestale di norma non utilizzato oppure destinato alla combustione”, sottolinea Francesco Meneguzzo, ricercatore del Cnr-Ibe e supervisore dello studio.

Estratti di abete con proprietà antiossidanti e antivirali

“Gli estratti, ottenuti mediante la tecnica di cavitazione idrodinamica, sono dotati di elevate proprietà antiossidanti e antivirali rispetto a due tipi di virus, e di attività antibatterica particolarmente efficace nei confronti di diversi ceppi”, sottolinea Meneguzzo. “Questo metodo si è rilevato efficiente, veloce, in grado di operare a basse temperature e anche con altri sottoprodotti, quali i rametti”, aggiunge. Questa tipologia di estrazione non era stata mai sfruttata prima, per la mancanza di una tecnica che fosse in grado di restituire un prodotto sicuro per l’organismo e in grado di assicurare un adeguato ritorno economico.

Aperta la strada a nuovi prodotti utili per la salute umana

“Abbiamo progettato un sistema tecnologico innovativo e completo, in grado di lavorare anche trentamila tonnellate di sottoprodotti in un anno”, dice Menguzzo. “Dopo una lunga sperimentazione e analisi complesse, siamo riusciti a identificare nel dettaglio quali potessero essere gli aspetti tecnici e di mercato determinanti per la sostenibilità economica dell’applicazione industriale”, aggiunge. Lo studio, condotto nell’ambito del progetto ForestAntivirals dell’Accademia di Finlandia e dei progetti italiani Pnrr On Foods (finanziato da NextGenerationEU) e Nutrage (finanziato dal Cnr) potrà aprire la strada a una nuova bioeconomia forestale, non limitata alla produzione di combustibili o di materiali tecnici, ma focalizzata su prodotti potenzialmente importanti per la salute umana, utilizzabili per la funzionalizzazione di alimenti e per la realizzazione di integratori alimentari.

 

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