Salute 22 Novembre 2023 17:52

Nel 2022 il caldo ha ucciso oltre 70mila persone in Europa, più di quanto stimato prima

Durante l’estate del 2022 la mortalità per caldo in Europa è stata piuttosto elevata, più di quanto precedentemente stimato. Uno studio condotto dall’Istituto di Barcellona per la salute globale, pubblicato su The Lancet Regional Health – Europe, ha concluso che, a causa delle temperature elevate, si sarebbero verificati oltre 70.000 decessi nel Vecchio Continente lo scorso anno

Nel 2022 il caldo ha ucciso oltre 70mila persone in Europa, più di quanto stimato prima

Durante l’estate del 2022 la mortalità per caldo in Europa è stata piuttosto elevata, più di quanto precedentemente stimato. Uno studio condotto dall’Istituto di Barcellona per la salute globale, pubblicato su The Lancet Regional Health – Europe, ha concluso che, a causa delle temperature elevate, si sarebbero verificati oltre 70.000 decessi nel Vecchio Continente lo scorso anno. La nuova stima, più precisa, si deve all’utilizzo di un modello di calcolo più accurato.

Il nuovo calcolo dei morti per caldo è basato sui dati giornalieri

In un precedente studio, pubblicato dagli stessi autori sulla rivista Nature Medicine, sono stati utilizzati modelli epidemiologici applicati ai dati settimanali di temperatura e mortalità in 823 regioni di 35 Paesi europei. In questo modo è stata stimata una mortalità prematura pari a 62.862 persone nel 2022, 18mila decessi in Italia. “L’utilizzo di dati settimanali ha causato una sottostima della mortalità attribuibile al caldo – spiegano i ricercatori – poiché sono necessarie serie di dati giornalieri per stimare accuratamente l’impatto delle temperature calde sulla mortalità”.

Stime più accurato con l’utilizzo di dati giornalieri

Lo scopo del nuovo studio è stato quindi quello di sviluppare un quadro teorico in grado di quantificare gli errori derivati ​​dall’uso di dati aggregati , come le serie settimanali o mensili di temperatura e mortalità. Questi dati aggregati sono particolarmente utili perché sono disponibili in tempo reale attraverso istituzioni come Eurostat e consentono quindi la quantificazione del pericolo per la salute dopo pochi giorni. Per sviluppare questo quadro teorico, il team di ricerca ha aggregato le serie giornaliere di temperatura e mortalità di 147 regioni in 16 Paesi europei tra il 1998 e il 2004. Successivamente, hanno analizzato e confrontato le stime di mortalità associata al caldo e al freddo per diversi livelli di aggregazione: giornaliero, settimanale, quindicinale e mensile.

I modelli settimanali o più sottostimano gli effetti del caldo e del freddo

I risultati hanno mostrato differenze nelle stime epidemiologiche secondo la scala di aggregazione temporale. “Nello specifico, è emerso che, in generale, i modelli settimanale, quindicinale e mensile sottostimano gli effetti del caldo e del freddo – sottolineano i ricercatori – rispetto al modello giornaliero. Questa sottostima aumenta con la maggiore scala di aggregazione temporale. Nello specifico, per il periodo 1998-2004, il modello di dati giornaliero stimava una mortalità annuale correlata al freddo e al caldo di 290.104 e 39.434 morti premature, rispettivamente, mentre il modello settimanale sottostimava questi numeri dell’8,56 % e del 21,56%”.

La mortalità nell’anno 2022 è stata sottostimata del 10%

“E’ importante sottolineare che queste differenze erano molto piccole durante periodi di freddo e caldo estremi, come l’estate del 2003, con una sottostima solo del 4,62% ​​nel modello di dati settimanali”, precisa Joan Ballester Claramunt, ricercatrice di ISGlobal cheguida il progetto EARLY-ADAPT del Consiglio Europeo della Ricerca e tra le autrici dello studio. Il team di ricerca ha applicato questo quadro teorico per rivalutare la mortalità causata dalle temperature record dell’anno 2022. Secondo i calcoli ora effettuati utilizzando questo nuovo approccio metodologico la mortalità sarebbe stata sottostimata del 10,28%, il che implicherebbe che la vera mortalità correlata al caldo nel 2022 sarebbe di 70.066 decessi, secondo il modello di dati giornaliero, e non dei 62.862 decessi originariamente stimati.

 

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