Salute 25 Agosto 2015 15:56

Migranti, Lorenzin a Reggio Calabria

Il ministro della Salute ha assistito alle procedure di sbarco e accoglienza di 354 personeL’importanza della formazione dei medici e del personale sanitario in prima linea nell’emergenza

Continuano senza sosta gli sbarchi dei migranti sulle coste italiane. In prima linea, come sempre, gli operatori sanitari che nei giorni scorsi a Reggio Calabria hanno assistito l’arrivo di 354 persone provenienti dall’Eritrea, Somalia, Sudan, Palestina, Siria ed Egitto. Ad assistere in prima persona alle operazioni di sbarco e di accoglienza dei migranti – effettuate dal personale sanitario, della protezione civile, della Guardia Costiera e delle altre Forze dell’Ordine, nonché dai volontari – anche il Ministro della Salute. Beatrice Lorenzin è infatti arrivata a sorpresa al porto di Reggio Calabria, per verificare il lavoro dei sanitari e assicurarsi che il centro che avrebbe ospitato i migranti fosse adeguatamente allestito, provvedendo anche alla fornitura di indumenti puliti.

I migranti, 167 uomini, 88 donne e 99 minori, sono stati recuperati  su un barcone in difficoltà al largo delle coste calabre, e hanno raggiunto il porto a bordo del pattugliatore della Marina Militare croata “Andrija Mohorovicic”. Purtroppo, tra loro, c’era anche il cadavere di una ragazza di ventuno anni morta durante la traversata a causa – si ipotizza – di una crisi glicemica. I migranti saranno smistati nei vari centri accoglienza di Lombardia, Piemonte, Abruzzo, Emilia Romagna, Toscana e Basilicata.

Il ministro Lorenzin non ha mancato di ringraziare enti, autorità, personale medico e volontari presenti al porto per il continuo ed instancabile lavoro svolto, che vede in prima linea l’intervento della Croce Rossa: solo nel 2015, ben 11.698 migranti sono stati soccorsi dai volontari del comitato locale, in collaborazione con il sistema di emergenza urgenza 118.

Si tratta di un lavoro che richiede una formazione capillare del personale e che prevede una macchina operativa particolarmente complessa. Dalla compilazione delle schede di maxi-emergenza, archiviate in un database per raccogliere le disponibilità dei volontari pronti ad operare in caso di necessità, fino alla “procedura di allertamento” che inizia con i briefing operativi presso la Prefettura ed arriva al servizio operativo alla banchina portuale, dove si svolge sia l’attività di soccorso che quella di assistenza ai migranti recuperati in mare. Un vero e proprio “piano di intervento”, per gestire l’emergenza-sbarchi in modo tempestivo, efficace ed efficiente che richiede preparazione e professionalità.

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