Salute 14 Dicembre 2020 11:49

Natale in solitudine, l’antidoto della psicoterapeuta: «Risvegliare i cinque sensi attraverso ricordi e tradizioni»

I rischi per chi non la scaccia: «Aumento dei pensieri negativi sul futuro e sulla propria sorte, fino alla comparsa di forme di ansia e depressione. Meglio la compagnia virtuale che un completo isolamento»

di Isabella Faggiano

Odori e sapori della tradizione possono aiutare ad alleviare la solitudine. Una sensazione che durante queste feste natalizie non sarà, poi, così rara. La linea dura del Governo, tra spostamenti vietati tra le Regioni e coprifuoco notturno, infatti, costringerà molte persone a trascorrere il Natale e il Capodanno lontano dai propri cari.

Ma ricevere un pacco dal contenuto inaspettato potrebbe alleviare le sofferenze: «Scatole piene di generi alimentari che possano riportare alla tradizione dovrebbero sostituire i tradizionali regali – suggerisce Paola Medde, psicologa e psicoterapeuta, consigliere dell’Ordine degli Psicologi del Lazio -. Chi di noi non ricorda con una certa gioia – chiede l’esperta – quei cenoni di Natale a base di fritture e dolci tipici che si consumano solo una volta all’anno?».

E con l’apertura del pacco regalo la festa sarà appena iniziata. «Grazie alle nuove tecnologie, cene e pranzi delle festività potranno essere preparati insieme. Attraverso una semplice videochiamata ci si potrà scambiare consigli sulle ricette, così da sentirsi partecipi l’uno dei preparativi dell’altro. E perché no – aggiunge Medde – restare connessi anche durante la cena, chiacchierando come se si fosse seduti vicini. Arrivata la mezzanotte, la serata potrà essere conclusa con il consueto brindisi, rigorosamente virtuale».

Non sarà come abbracciarsi e baciarsi, ma «sentire gli odori e i sapori di sempre, ascoltare voci familiari e vedere i volti a noi più cari, anche se attraverso uno schermo, ci aiuterà a sentirci più vicini, meno soli, a stabilire quel senso di appartenenza che la lontananza potrebbe ridurre, se non addirittura annullare».

Non tutti soffrono la solitudine allo stesso modo. «Rischiano di rimanere completamente soli i single, che di solito approfittano delle festività per ricongiungersi con degli amici e – commenta Medde – gli anziani, isolati dal loro nucleo familiare per la paura del contagio. Sono questi ultimi ad essere più a rischio di tutti: la solitudine aumenterà la loro fragilità, aggravata dall’idea che, forse, non avranno la possibilità di vivere un altro Natale. Percepiranno quell’amara sensazione di essere stati privati di un possibile ultimo saluto, di un ultimo raccoglimento familiare».

Rimanendo soli troppo a lungo si rischia di concentrarsi eccessivamente su sé stessi, soprattutto su ciò che non ci piace e vorremmo cambiare. «Si riflette molto, a volte oltre misura, accentuando la dimensione di solitudine e incrementando le sensazioni negative sul futuro e sulla propria sorte. Se la situazione degenera – sottolinea Medde -, non è escluso che possano comparire forme di ansia e depressione».

Ma non sempre la solitudine è una condizione negativa: può essere trasformata in un momento positivo che, senza distrazioni, potrebbe indicarci la strada per il raggiungimento di una serenità interiore. «Il lockdown è stato vissuto e descritto da molti come quell’esperienza che ha dato modo di riflettere sui reali valori della vita, discernendo ciò che è importante dalle cose superficiali. Alcune persone – racconta la psicoterapeuta – rallentando i ritmi quotidiani, hanno potuto dedicare più tempo alla cura di sé, facendo attività fisica sistematica e preparando pasti più salutari. Dunque, una solitudine intesa come una maggiore concentrazione su sé stessi e una minore distrazione che deriva dall’esterno, permette di creare progetti di vita più in sintonia con i propri reali desideri», conclude la specialista. E allora, dopo il lockdown di primavera, quello natalizio potrebbe essere una seconda buona occasione per tutti.

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